Tre le tipologie di bonus per chi vive in affitto: dalle detrazioni alle agevolazioni in busta paga, fino ai bandi dei comuni (ancora in standby). Un'analisi delle vie a disposizione

Da quelli fiscali fino alle agevolazioni gestite dai comuni, sono diversi i bonus ai quali può accedere chi vive in affitto.
Nel pieno dell’avvio della stagione dichiarativa, la più importante agevolazione da considerare è la detrazione fiscale richiedibile con il modello 730, che può arrivare fino a 2.000 euro.
L’affitto rientra anche tra le spese rimborsabili dal datore di lavoro beneficiando del regime agevolato dei fringe benefit. Per i lavoratori fuori sede la soglia sale a 5.000 euro, per effetto delle novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025.
Sempre dalla Manovra è arrivata un’ulteriore novità per chi vive in affitto, dedicata in particolare a chi è in difficoltà nel pagamento dei canoni. Il Fondo per i morosi incolpevoli è stato rifinanziato, ma ancora si attende il decreto che darà il via ai comuni per la predisposizione dei bandi.
Di seguito un’analisi delle tre tipologie di agevolazioni richiedibili.
I bonus per chi vive in affitto nel modello 730: fino a 2.000 euro di rimborso IRPEF
Dai lavoratori fuori sede, fino ai più giovani, l’affitto è una delle voci più importanti da richiedere a rimborso con la dichiarazione dei redditi.
Sono cinque le tipologie di detrazione spettanti, che si differenziano sia in base alla condizione soggettiva del richiedente che alla tipologia di contratto stipulato.
Chi può beneficiarne e quali sono gli importi spettanti?
Partendo dal primo punto, il bonus affitto nel 730 può essere richiesto da:
- inquilini con contratti di locazione per abitazione principale.
- giovani tra i 20 e i 31 anni non compiuti.
- lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro.
- studenti universitari fuori sede.
Ciascuna categoria di contribuente può accedere a specifiche tipologie di detrazione, per importi differenziati:
- Abitazione principale (canone libero):
- 300 euro fino a 15.493,71 euro di reddito
- 150 euro fino a 30.987,41 euro di reddito
- Abitazione principale (canone concordato):
- 495,80 euro fino a 15.493,71 euro di reddito
- 247,90 euro fino a 30.987,41 euro di reddito
- Giovani (20-31 anni):
- 20% del canone di locazione, fino a un massimo di 2.000 euro (minimo 991,60 euro)
- Lavoratori trasferiti:
- 991,60 euro fino a 15.493,71 euro di reddito
- 495,80 euro fino a 30.987,41 euro di reddito
- Studenti universitari:
- 19% delle spese, fino a un massimo di 2.633 euro
Tipologia di contratto | Requisiti specifici | Importo detrazione e limite di reddito |
---|---|---|
Abitazione principale (a canone libero) | - | 300 euro fino a 15.493,71 euro di reddito; 150 euro fino a 30.987,41 euro di reddito |
Abitazione principale (a canone concordato) | - | 495,80 euro fino a 15.493,71 euro di reddito; 247,90 euro fino a 30.987,41 euro di reddito |
Abitazione principale giovani da 20 a 31 anni non compiuti | Per i primi quattro anni dalla stipula del contratto, abitazione diversa da quella di genitori o affidatari | 20 per cento del canone di locazione fino ad un massimo di 2.000 euro (minimo 991,60 euro |
Abitazione principale lavoratori trasferiti fuori regione (per i primi tre anni dal trasferimento) | Titolarità di contratto di lavoro dipendente, aver trasferito la residenza nel Comune di lavoro o in uno limitrofo (distante almeno 100 km dal precedente) e in regione diversa da quella di provenienza | 991,60 euro fino a 15.493,71 euro di reddito, 495,80 euro fino a 30.987,41 euro di reddito |
Studenti universitari fuori sede | Università distante almeno 100 km dal Comune di residenza e ubicata in provincia diversa | 19 per cento nel limite di 2.633 euro di spesa |
Dal punto di vista operativo, il bonus fiscale sugli affitti si richiede con il modello 730, da presentare entro il 30 settembre e seguendo le istruzioni previste caso per caso.
Bonus affitto per i dipendenti, fino a 5.000 euro in busta paga
Assume contorni fiscali, ma rientra tra le agevolazioni in materia di welfare, il bonus affitto riconosciuto nell’ambito dei fringe benefit.
I datori di lavoro possono corrispondere in busta paga ai propri dipendenti anche un rimborso legato alle spese per l’affitto della prima casa. L’importo massimo erogabile è pari a 1.000 euro, valore che sale a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico ma, in ogni caso, si tratta di una somma da considerare cumulativamente per tutti i fringe benefit erogati nell’anno.
Regole specifiche e più favorevoli sono previste per i lavoratori che si sono trasferiti per motivi di lavoro. La Legge di Bilancio 2025 ha previsto, per i neoassunti con reddito fino a 35.000 euro che trasferiscono la residenza di oltre 100 chilometri, la possibilità per i datori di lavoro di erogare fino a 5.000 euro di bonus per l’affitto.
L’importo è esente IRPEF, mentre sarà in ogni caso considerato per il calcolo dei contributi.
C’è da specificare che a differenza dei bonus fiscali, quelli previsti nell’ambito dei fringe benefit sono riconosciuti a discrezione del datore di lavoro. Si tratta quindi di agevolazioni non diffuse quanto le detrazioni, ma in ogni caso una delle opportunità previste per le aziende che scelgono di istituire meccanismi di premialità in favore dei propri dipendenti.
Bonus sugli affitti, riparte il Fondo dei comuni per chi è in difficoltà
Il bonus affitto nella forma più classica, come rimborso delle spese sostenute, torna in campo nel 2025 grazie al rifinanziamento del Fondo dedicato ai morosi incolpevoli.
La Legge di Bilancio n. 207/2024 ha stanziato 20 milioni per il 2025, e 10 milioni per il 2026, per il riavvio dello strumento finalizzato a sostenere le famiglie destinatarie di sfratto per morosità.
Si tratta della misura che agevola chi, per motivi di lavoro o economici, non è riuscito a far fronte al pagamento degli affitti.
L’avvio dello strumento spetterà ai comuni, chiamati a predisporre i bandi e aprire gli sportelli per fare domanda. Serve però prima una decreto attuativo che, in teoria, doveva essere emanato entro la fine di gennaio.
Il ritardo blocca quindi gli Enti, in attesa della definizione delle regole per l’accesso al fondo morosità incolpevole. Resta invece “a secco”, anche per il 2025, il fondo affitti previsto per la generalità dei contribuenti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tutti i bonus per chi vive in affitto