Web tax: come cambia dopo gli emendamenti al DDL di Bilancio 2025

Tommaso Gavi - Imposte

La web tax cambia ancora dopo gli emendamenti in Commissione Bilancio della Camera. Il nuovo testo del DDL Bilancio 2025 prevede novità sia sulla platea dei contribuenti obbligati al pagamento che sulle modalità di versamento dell'imposta sui servizi digitali

Web tax: come cambia dopo gli emendamenti al DDL di Bilancio 2025

La web tax cambia dopo gli emendamenti votati in Commissione Bilancio della Camera.

Il testo originario del Disegno di Legge di Bilancio 2025 prevedeva originariamente, a partire dal 1° gennaio, l’eliminazione della duplice soglia di ricavi totali globali di 750.000.000 euro e di ricavi imponibili in Italia di 5.500.000 euro.

Le modifiche avrebbero portato all’applicazione generalizzata dell’imposta pari al 3 per cento per tutti i contribuenti del settore digitale.

Il nuovo testo che arriverà domani in Aula alla Camera, introduce solo il limite minimo di 750.000.000 euro per i ricavi totali.

Il pagamento dell’imposta viene modificato introducendo un acconto da versare entro il 30 novembre, pari al 30 per cento dell’imposta dovuta per l’anno solare precedente.

Il saldo deve poi essere effettuato entro il 16 maggio dell’anno successivo.

Web tax: le regole nel testo originario del DDL di Bilancio 2025

Novità in arrivo dopo il passaggio del DDL di Bilancio in Commissione alla Camera: le regole sull’imposta sui servizi digitali, la web tax, cambiano nuovamente.

L’impianto originario del testo avrebbe previsto un’applicazione dell’imposta del 3 per cento a una platea decisamente amplia di contribuenti del settore digitale.

Il testo iniziale del DDL di Bilancio, presentato lo scorso 15 ottobre, prevedeva modifiche alle regole dal 1° gennaio 2025:

  • l’eliminazione della soglia di ricavi totali globali di 750.000.000 euro;
  • l’eliminazione del limite di ricavi imponibili in Italia di 5.500.000 euro.

L’imposta si applica, infatti, per i ricavi che derivano dalla fornitura di:

  • pubblicità online (veicolazione su un’interfaccia digitale di pubblicità mirata agli utenti della medesima interfaccia);
  • servizi di intermediazione tra utenti (messa a disposizione di un’interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche al fine di facilitare la fornitura diretta di beni o servizi);
  • trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale.

Con l’eliminazione dei limiti di ricavi globali e di quelli realizzati in Italia l’estensione dell’applicazione avrebbe avuto un impatto notevole sull’ecosistema digitale italiano, nello specifico per PMI e startup.

La nuova formulazione del testo, dopo le modifiche apportate dagli emendamenti approvati in Commissione Bilancio della Camera, arriverà in Aula domani e prevede un dietrofront su alcune regole dell’impianto testo di partenza.

Web tax: come cambia dopo gli emendamenti al DDL di Bilancio 2025

Le modifiche apportate al testo nel corso dell’esame della Commissione Bilancio della Camera intervengono sia sulla platea soggetti chiamati al pagamento dell’imposta al 3 per cento sui servizi digitali sia sulle modalità di versamento.

Rispetto al testo originario viene reintrodotto soltanto il limite minimo di 750.000.000 euro in relazione ai ricavi totali, di qualunque natura e ovunque realizzati.

In altre parole i soggetti passivi dell’imposta saranno le imprese che:

  • realizzano nel territorio dello Stato ricavi derivanti dai seguenti servizi digitali:
    • veicolazione su un’interfaccia digitale di pubblicità mirata agli utenti della stessa interfaccia, ossia pubblicità online;
    • messa a disposizione di un’interfaccia digitale multilaterale che consente agli utenti di essere in contatto e di interagire tra loro, anche per facilitare la fornitura diretta di beni o servizi, ovvero servizi di intermediazione tra utenti;
    • trasmissione di dati raccolti da utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale;
  • abbiano conseguito, singolarmente o a livello di gruppo, nel corso dell’anno solare precedente a quello relativo al versamento dell’imposta, un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni di euro, a prescindere da dove vengano realizzati.

Modifiche vengono apportate anche alle modalità di versamento dell’imposta.

Anziché in un’unica soluzione sarà previsto il versamento di saldo e acconto.

Nello specifico:

  • l’acconto dovrà essere pagato entro il 30 novembre dell’anno solare in cui sorge il presupposto d’imposta, nella misura del 30 per cento dell’imposta dovuta per l’anno precedente;
  • il saldo dell’imposta dovuta dovrà invece essere corrisposto entro il 16 maggio dell’anno solare successivo a quello del pagamento dell’acconto.

Per l’ufficialità si dovrà attendere l’approvazione finale della Legge di Bilancio 2025, che arriverà domani in Aula alla Camera e dovrà passare successivamente al Senato per l’approvazione entro il 31 dicembre 2024.

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