Tassazione imprese estere, sulle regole per le controllate fornisce chiarimenti il principio di diritto numero 9 del 6 aprile 2021 dell'Agenzia delle Entrate: la verifica delle condizioni si basa sul confronto con l'imposta sul reddito a cui è soggetta la società. Non rileva la tassazione relativa ai soci al momento dell'effettiva distribuzione dei dividendi.
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Tassazione imprese estere, le regole per le controllate, fino all’11 gennaio 2019, prevedono che i regimi fiscali si considerano privilegiati se il livello nominale di tassazione è inferiore al 50 per cento di quello applicabile in Italia.
A chiarire come verificare le condizioni è il principio di diritto numero 9 del 6 aprile 2021.
Nel documento di prassi l’Agenzia delle Entrate chiarisce che per la verifica delle condizioni si deve effettuare il confronto con l’imposta sul reddito a cui è assoggettata la società. Non rileva invece la tassazione che subiranno i soci al momento dell’effettiva distribuzione dei dividendi.
Tassazione imprese estere, imposte societarie: rileva la corrispondente dell’Ires
Sulla tassazione delle imprese estere si pronuncia il principio di diritto numero 9 del 6 aprile 2021 dell’Agenzia delle Entrate.
- Agenzia delle Entrate - Principio di diritto numero 9 del 6 aprile 2021
- Chiarimenti in merito alla determinazione del livello nominale di tassazione ai fini della corretta applicazione dell’art. 167, comma 4, del TUIR (nella versione in vigore fino al 11 gennaio 2019).
Nel documento l’Amministrazione finanziaria fornisce i chiarimenti sulla determinazione del livello nominale di tassazione per la corretta applicazione dell’imposta.
A riguardo viene richiamato l’articolo 167, comma 4, del TUIR, nella versione in vigore fino al 11 gennaio 2019, regolamenta l’applicazione della disciplina in materia di imprese estere controllate.
Al comma 1 dello stesso articolo viene previsto che:
"I regimi fiscali, anche speciali, di Stati o territori si considerano privilegiati laddove il livello nominale di tassazione risulti inferiore al 50 per cento di quello applicabile in Italia"
Con il recente documento di prassi l’Agenzia delle Entrate spiega che, per la verifica delle condizioni, il termine di confronto per le imprese estere deve essere la sola imposta sul reddito a cui viene assoggettata la società estera.
Nella verifica, invece, non rileva la tassazione che subiranno i soci al momento dell’effettiva distribuzione dei dividendi.
Il recente documento di prassi si muove in linea con quanto già spiegato nella precedente circolare n. 35/2016, che contiene i primi chiarimenti sulla determinazione del livello nominale della tassazione per l’applicazione dell’articolo 167, comma 4 del TUIR.
Nel precedente documento di prassi era stato chiarito che era necessario:
“un monitoraggio costante e aggiornato da parte del socio residente in Italia (...) dell’aliquota nominale del Paese di localizzazione della controllata”, precisando che l’articolo del Tuir era ispirato a ragioni di semplificazione e che consentiva “un rinvio mobile al livello impositivo vigente nel Paese interessato nei diversi periodi d’imposta”.
Per il confronto dei livelli di tassazione nominali, dal punto di vista fiscale italiano, si deve prendere in considerazione l’aliquota Ires nel periodo d’imposta in cui si riscontra il requisito del controllo, senza considerare eventuali addizionali.
Deve inoltre essere presa a riferimento l’aliquota ordinaria Irap.
Dal punto di vista della tassazione estera, invece, bisogna considerare le corrispondenti imposte societarie, facendo riferimento alla Convenzione per evitare le doppie imposizioni stipulata con lo Stato estero.
Tassazione imprese estere: le aliquote nominali di riferimento
La circolare n. 35 del 2016 viene richiamata anche per determinare il livello di tassazione nominale a cui si riferisce la disposizione del TUIR, che è quello dell’imposta sul reddito delle società.
Tra le precisazioni, nel documento di prassi viene sottolineato che:
“Al fine di individuare in maniera agevole i regimi fiscali privilegiati, è possibile consultare le aliquote nominali vigenti sui siti internet istituzionali dei vari ordinamenti esteri oppure nella banca dati dell’OCSE; sul sito internet della Banca Mondiale o di altri istituti o centri di studio e ricerca internazionali”.
Le aliquote dell’imposta sul reddito delle società dei vari paesi, la corporate income tax, può essere identificata tramite la consultazione della banca dati dell’Ocse.
Come precisato nel recente principio di diritto, quindi, il confronto deve prendere in considerazione l’imposta sul reddito da applicare alla società estera.
A riguardo non è rilevante la tassazione a cui verranno assoggettati i soci al momento dell’effettiva distribuzione dei redditi.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Tassazione imprese estere, imposte societarie: rileva la corrispondente dell’Ires