Il taglio del cuneo fiscale va nella giusta direzione ma la misura ha dei limiti. A spiegarlo è Antonio Misiani, vicepresidente della Commissione V Bilancio del Senato, durante la puntata di #Flashmobweb di lunedì 12 giugno 2023
Gli interventi relativi al taglio del cuneo fiscale vanno nella direzione giusta ma hanno alcuni limiti.
A sintetizzarlo è Antonio Misiani, vicepresidente della Commissione V Bilancio del Senato, nel corso della puntata di #Flashmobweb di lunedì 12 giugno 2023.
Il senatore, durante il format economico finanziario ideato da Video Backlight con la collaborazione di Informazione Fiscale, ha messo in evidenza i punti su cui è necessario intervenire.
Il primo riguarda il prossimo anno, in quanto gli effetti della misura si esauriscono nel 2023. Il secondo è, invece, relativo ai redditi superiori a 35.000 euro.
Tanti anche gli altri temi affrontati nell’appuntamento: dalla flat tax incrementale agli incentivi fiscali, passando per il tema delle cartelle esattoriali inesigibili e il rapporto tra Fisco e contribuente.
Taglio del cuneo fiscale, Misiani: “la misura va nella direzione giusta ma con alcuni limiti”
Tra gli argomenti affrontati nella puntata di #Flashmobweb di lunedì 12 giugno 2023 c’è il taglio del cuneo fiscale o, per meglio dire, contributivo.
A fornire una propria valutazione degli interventi previsti dapprima dalla Legge di Bilancio 2023 e, successivamente, dal decreto Lavoro è vicepresidente della Commissione V Bilancio del Senato, Antonio Misiani.
Il senatore ha fornito una sua valutazione in merito alle misure dell’esecutivo.
Dopo il primo intervento della Legge di Bilancio 2023, il decreto Lavoro ha messo a disposizione circa 4,5 miliardi di euro per “ridurre la tassazione in busta paga” dei lavoratori dipendenti.
Dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 viene prevista un’ulteriore riduzione rispetto a quella già stabilita in precedenza, che varia a seconda del reddito del lavoratore:
- del 7 per cento per chi ha redditi fino a 25.000 euro;
- del 6 per cento per chi ha redditi fino a 25.000 euro.
In merito il senatore Antonio Misiani ha sottolineato quanto di seguito riportato:
“La misura è diventata consistente perché la sommatoria dell’intervento della Legge di Bilancio con quello del DL Lavoro in ragione annua vale oltre i 10 miliardi di euro. Quindi è una misura che va nella direzione giusta però con alcuni limiti. Il primo è che sono tagli che finiscono alla fine del 2023, non c’è un euro ad oggi stanziato dal 2024 in avanti a rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale.”
Il primo limite dell’intervento dell’Esecutivo, a parare dell’intervistato, è la mancanza di fondi per il prossimo anno per rendere strutturale l’intervento.
Misiani ha inoltre aggiunto un ulteriore punto da migliorare. Il senatore ha infatti spiegato quanto di seguito riportato:
“Ci sono anche alcuni problemi di costruzione della misura, c’è una sorta di scalone oltre alla soglia dei 35.000 euro, quando si esaurisce l’effetto del taglio del cuneo e forse sarebbe preferibile un meccanismo diverso.”
Oltre ai correttivi suggerito, Misiani si è soffermato su ulteriori proposte da mettere in campo.
Taglio del cuneo fiscale, Misiani: “la misura va nella direzione giusta ma con alcuni limiti”
Oltre ad evidenziare alcuni dei punti di miglioramento relativi al taglio del cuneo fiscale, il senatore Misiani ha spiegato le proposte per rendere maggiormente efficace l’intervento.
Un primo aspetto per nuovi interventi, è finalizzato a rendere maggiormente progressiva la riduzione del cuneo contributivo.
In merito Misiani ha chiarito quanto di seguito riportato:
“Noi qualche tempo fa avevamo proposto una franchigia in cifra fissa, in riduzione progressiva, che avvantaggerebbe maggiormente i redditi più bassi che sono quelli che stanno soffrendo maggiormente l’erosione dell’inflazione.”
Il taglio del cuneo fiscale, tuttavia, non è sufficiente ad affrontare le questioni economiche, che mettono in difficoltà i lavoratori.
A riguardo Misiani ha spiegato quanto di seguito riportato:
“Quindi per noi la misura nel complesso va nella direzione giusta, dal punto di vista della quantità, andrebbe resa strutturale, andrebbe modificata nella sua organizzazione con una preoccupazione complessiva, però. Non è pensabile affidare alla sola fiscalità generale il recupero del potere di acquisto dei salari e degli stipendi. Noi abbiamo avuto una forte erosione nel 2022 e nel 2023. L’inflazione è oltre il 7 per cento, la crescita delle retribuzioni è di poco superiore al 2 per cento. Questa erosione non può essere recuperata solo con misure di taglio fiscale e contributivo, bisogna ricorrere alla contrattazione collettiva. Spetta alle parti sociali di definire un percorso di aumento delle retribuzioni che permetta loro di recuperare il potere di acquisto perso.”
Infine il senatore ha spiegato quali ulteriori interventi potrebbero essere messi in campo per venire incontro ai lavoratori:
“C’è un’ulteriore cosa che può fare lo Stato ed è l’introduzione di un salario minimo, quindi di una soglia al di sotto della quale non sia possibile andare, che potrebbe essere una risposta importante a 3 milioni di lavoratori che oggi hanno una retribuzione talmente bassa che sono classificati come persone povere.”
Oltre al cuneo fiscale sono stati affrontati diversi altri temi di carattere economico. Tra gli altri la flat tax incrementale, la razionalizzazione degli incentivi fiscali, l’autonomia differenziata, la questione delle cartelle esattoriali inesigibili e il rapporto tra Fisco e contribuente.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Taglio del cuneo fiscale, Misiani: “la misura va nella direzione giusta ma con alcuni limiti”