Il Decreto Lavoro 2023 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 4 maggio. Tra le novità in arrivo, il nuovo taglio del cuneo fiscale e l'assegno di inclusione, lo strumento che dal prossimo gennaio prenderà il posto del reddito di cittadinanza. Previsti anche nuovi bonus assunzione e l'aumento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit per chi ha figli a carico
Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri nella data simbolica del 1° maggio, il Decreto Lavoro 2023, rubricato “Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro e in materia di salute”, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Queste le prime dichiarazioni rilasciate in seguito al CdM dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti:
“Investiamo sui lavoratori e le famiglie. Abbassiamo le tasse fino a 7 punti per i redditi più bassi: è un aiuto reale contro il carovita e la risposta concreta alle chiacchiere.
Entrano in vigore anche ulteriori benefici per i lavoratori che hanno figli.
Continuiamo sulla strada responsabile della crescita concentrandoci sulle emergenze sociali”
Il comunicato stampa ufficiale, poi, è stato seguito dal video messaggio di Giorgia Meloni, pubblicato sul canale YouTube istituzionale di Palazzo Chigi:
Sono diversi i provvedimenti in materia di lavoro inclusi nel pacchetto di misure del Decreto, in primis la disciplina dell’assegno di inclusione, cioè il nuovo strumento che sostituirà il reddito di cittadinanza, il quale sarà accompagnato dal supporto per la formazione e il lavoro.
A questo si aggiunge il nuovo taglio del cuneo fiscale che porterà aumenti nelle buste paga dei lavoratori con redditi fino a 35.000 euro.
Sono in arrivo, poi, nuovi bonus assunzione e nuove misure per le famiglie, come la maggiorazione per l’assegno unico e l’aumento della soglia dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli.
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Decreto Lavoro 2023: testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, guida alle novità in arrivo
- Assegno di inclusione, il nuovo strumento che sostituirà il Reddito di cittadinanza
- Nuovo taglio del cuneo fiscale e aumento della soglia dei fringe benefit
- Bonus assunzione per giovani NEET
- Maggiorazione dell’assegno unico
- Nuove causali per i contratti a tempo determinato
- Le altre novità in arrivo con il DL lavoro
Assegno di inclusione, il nuovo strumento che sostituirà il Reddito di cittadinanza
Una delle misure principali incluse nel testo del decreto legge n. 48/2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 4 maggio, è quella che disciplina il nuovo strumento che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza, il quale sarà abolito a fine anno, così come previsto dalla Legge di Bilancio 2023.
Dal 1° gennaio 2024, infatti, sarà in vigore l’Assegno di inclusione, e non più la GIL, la Garanzia per l’inclusione come inizialmente ipotizzato, un sussidio economico che sarà concesso ai nuclei familiari che presentano almeno un componente minorenne, disabile o con più di 60 anni. Le persone occupabili, poi, dovranno seguire specifici percorsi di accompagnamento al lavoro.
Si tratta di una prestazione che raggiungerà un valore massimo di 500 euro (più il contributo per l’affitto), una cifra che andrà poi parametrata in base alla scala di equivalenza in caso di altri membri nel nucleo familiare, fino a un massimo di 2,2 (2,3 nel caso di disabili gravi).
Come si legge nel testo, sono previsti diversi requisiti di accesso, relativi alla cittadinanza o all’autorizzazione al soggiorno e alle condizioni economiche, come ad esempio il valore ISEE che non può essere superiore a 9.360 euro.
Il contributo mensile sarà erogato per un periodo massimo di 18 mesi, rinnovabile per un ulteriore anno.
I soggetti occupabili, cioè non considerati fragili e con età tra i 18 e i 59 anni, che si trovano in condizioni di povertà assoluta e fanno parte di nuclei familiari che non possiedono i requisiti per l’assegno di inclusione oppure che non sono calcolati nella scala di equivalenza riceveranno un’altra prestazione, il supporto per la formazione e il lavoro, durante la fase di inserimento lavorativo.
Sono previsti, inoltre, bonus assunzione per i datori di lavoro che impiegano i beneficiari dell’assegno di inclusione, un esonero contributivo del 100 per cento per un anno nel limite di 8.000 euro.
Nuovo taglio del cuneo fiscale e aumento della soglia dei fringe benefit
Nel nuovo decreto lavoro entrano anche due provvedimenti in favore di famiglie e lavoratori, cioè il nuovo taglio del cuneo fiscale e l’aumento della soglia di non imponibilità dei fringe benefit.
Un nuovo intervento con effetti da luglio e fino a fine anno porterà nuovi aumenti in busta paga per le lavoratrici e i lavoratori con redditi medio bassi, che già beneficiano della decontribuzione prevista dalla Legge di Bilancio.
Da luglio, quindi, il taglio dei contributi previdenziali IVS dei lavoratori dipendenti pubblici e privati sarà pari al:
- 6 per cento per coloro che hanno una retribuzione fino a 35.000 euro;
- 7 per cento per chi non supera la soglia dei 25.000 euro.
Questi valori comprendono anche la riduzione prevista dalla Manovra 2023.
Per esempio, un lavoratore con una RAL pari o inferiore a 20.000 euro ad oggi guadagnerebbe altri 40 euro in busta paga, in seguito ai circa 30 già ottenuti con i precedenti interventi (il primo del Governo Draghi, il secondo del Governo Meloni).
Per le lavoratrici ed i lavoratori con retribuzioni annue lorde comprese tra 25 e 35 mila euro gli aumenti possono arrivare fino a 98 euro circa al mese.
Ma attenzione: l’intervento che viene ipotizzato è temporaneo e dovrebbe durare, nello specifico, nei sei mesi tra luglio e dicembre.
A partire da dicembre si tornerebbe al taglio precedente, in attesa di nuovi provvedimenti, magari già con la Legge di Bilancio 2024.
Oltre al taglio del cuneo fiscale il Governo ha approvato l’innalzamento del limite di non imponibilità dei fringe benefit.
Il decreto prevede a questo proposito 142 milioni di euro nel 2023 per innalzare fino a 3.000 euro la soglia di esenzione fiscale dei fringe benefit aziendali per tutti i lavoratori dipendenti con figli. Si tratta di una misura che punta a sostenere le famiglie limitando l’impatto dell’inflazione sui redditi.
Il cosiddetto bonus dipendenti torna, dunque, alla soglia in vigore fino alla fine del 2022, 3.000 euro, con la differenza che sarà destinato solamente ai lavoratori con figli, compresi quelli nati fuori del matrimonio riconosciuti e i figli adottivi o affidati.
Bonus assunzione per giovani NEET
Il nuovo decreto lavoro 2023 prevede anche dei bonus assunzione con l’obiettivo di promuovere l’occupazione giovanile.
I datori di lavoro che, nel periodo che va dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, assumono giovani possono ricevere su domanda un incentivo pari al 60 per cento della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali. L’agevolazione è concessa per un massimo di 12 mesi.
Per poter beneficiare dell’incentivo i giovani lavoratori devono:
- avere meno di 30 anni d’età;
- essere NEET, cioè persone che non lavorano né sono inserite in corsi di studio o di formazione;
- essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.
Il beneficio è cumulabile anche con il bonus assunzione giovani e con le altre agevolazioni previste dalla normativa vigente. In questo caso spetta al 20 per cento.
Maggiorazione dell’assegno unico
Tra i provvedimenti a sostegno delle famiglie, nel testo del decreto lavoro è prevista una nuova maggiorazione dell’importo dell’assegno unico che si aggiunge a quelle già introdotte dalla Legge di Bilancio 2023.
Nello specifico, si tratta della maggiorazione prevista dal comma 8 dell’articolo 4 del DL n. 230/2021, cioè l’incremento di 30 euro mensili che spetta nell’ipotesi in cui entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro.
La maggiorazione in questione sarà riconosciuta anche ai genitori vedovi lavoratori, per un periodo massimo di 5 anni dalla morte e nel limite di godimento dell’assegno.
Nuove causali per i contratti a tempo determinato
Sono in arrivo importanti novità anche sul tema dei contratti a tempo determinato, che allentano le restrizioni imposte dal Decreto Dignità.
Il decreto lavoro individua le nuove causali che legittimano il ricorso al lavoro a termine e che sostituiscono quelle in vigore al momento, le quali sono state stabilite all’articolo 19, comma 1, lettere a), b) e b-bis) del decreto legislativo n. 81/2015.
Come si legge nel testo, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi, ma non oltre i 24 mesi, in caso di:
- specifiche esigenze previste dai contratti collettivi di cui all’articolo 51;
- in assenza delle previsioni di cui sopra, nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 30 aprile 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti;
- in sostituzione di altri lavoratori.
Le altre novità in arrivo con il DL lavoro
Con il decreto lavoro approvato il 1° maggio dal Consiglio dei Ministri e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103, arrivano anche novità per il Fondo Nuove Competenze, che concede contributi per permettere alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori destinando una parte dell’orario di lavoro alla formazione, il quale sarà incrementato con nuove risorse.
Inoltre, per quanto riguarda il contratto di espansione non è più prevista la proroga fino al 2025, ma per i contratti di espansione di gruppo stipulati entro il 31 dicembre 2022 e non ancora conclusi è possibile rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo pensionistico entro un anno dal termine originario del contratto di espansione.
Sono previste, poi, alcune modifiche alle sanzioni amministrative in caso di omesso versamento delle ritenute previdenziali. Queste non saranno più commisurate da 10.000 a 50.000 euro ma varieranno da una volta e mezza a quattro volte l’importo omesso.
Viene istituito un fondo per per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative e si stabiliscono altre disposizioni per il rafforzamento delle regole di sicurezza sul lavoro, di tutela contro gli infortuni e dei controlli ispettivi.
Infine, sono previsti ulteriori periodi di cassa integrazione guadagni in deroga per cause eccezionali di crisi aziendale e riorganizzazione e nuove semplificazioni in materia di informazioni e di obblighi di pubblicazione in merito al rapporto di lavoro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Decreto Lavoro 2023: testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale, guida alle novità in arrivo