Con l'entrata in vigore della riforma dello sport riaffiorano i dubbi legati alla composizione degli organi delle ASD e alle caratteristiche che devono avere per potersi definire tali
Le figure del socio e del tesserato non sono state oggetto di modifica da parte della riforma del mondo dello sport, ma il legislatore ha voluto sottolineare con maggior audacia l’importanza che tali soggetti ricoprono all’interno delle ASD/SSD e per il conseguimento degli scopi di tali enti, quali la promozione delle discipline sportive e il raggiungimento degli obiettivi sociali.
Al fine di poter offrire un’analisi esaustiva che vada a dare una risposta concreta ai dubbi manifestati ancor oggi dagli operatori del settore ci soffermeremo in questa sede sulla declinazione delle differenze tra le due figure fulcro delle organizzazioni sportive: il socio e il tesserato.
Spesso in occasioni informali, si parla delle due figure, utilizzando le due categorie come sinonimi, ma così non è, anche se in alcuni casi esse possono coincidere.
Socio e tesserato: caratteristiche e diritti delle figure
In una ASD è di fondamentale importanza la pratica dello sport ma chiaramente anche la gestione dell’associazione stessa, tale premessa si rende necessaria al fine di ben delineare fin da subito il confine tra la figura di socio e quella di tesserato, destinate dal legislatore a due scopi ben diversi.
La figura del socio è in linea con quella di qualsiasi altro ente associativo, egli difatti è il soggetto che vuole entrare a far parte della compagine in quanto sposa finalità, obiettivi e principi del sodalizio.
Il socio sarà quindi chiamato ad adempiere ai doveri stabiliti dallo statuto dell’ente oltre che dalla normativa vigente, e gli saranno riconosciuti i diritti sempre specificati negli atti ufficiali.
L’ammissione del socio alla ASD sarà deliberata secondo quanto disposto dallo statuto e sempre allo stesso si dovrà fare riferimento per la sua eventuale esclusione.
Un soggetto che entra a far parte di una ASD, assumendo la qualifica di socio, sicuramente sarà animato da sentimenti di trasporto nei confronti della disciplina sportiva praticata da tale ente, ma la sola qualifica di socio non gli permette di usufruire delle tutele legate alla pratica di tale sport.
Qui risiede l’ animus della differenza tra socio e tesserato, il socio volendo riassumere quanto sopra esposto, partecipa attivamente alla vita, gestione e organizzazione dell’associazione sportiva dilettantistica ma non è titolato a praticare in maniera agonistica lo sport da essa promosso, non potrà partecipare a gare e competizioni e non risulterà essere coperto a livello assicurativo in caso di svolgimento dell’attività sportiva.
Al contrario il soggetto tesserato sigla un legame sia con l’associazione che con l’organismo sportivo di riferimento al quale è affiliata l’associazione, con il solo intento di svolgere l’attività sportiva promossa da quella ASD, partecipare alle competizioni e gare ed essere quindi coperto anche dall’assicurazione in caso di eventuali infortuni.
Il tesserato non potrà però partecipare alla vita associativa, quindi non sarà chiamato ad esprimere proprio parere in merito alla gestione della ASD, egli potrà unicamente praticare lo sport da essa promosso.
È ovvio che le due figure possano coesistere, nel caso in cui un tesserato voglia anche entrare a far parte della compagine associativa potrà anche presentare la domanda per essere ammesso come socio ed esercitare quindi pieni diritti e doveri che tale qualifica porta con sé.
Composizione delle ASD: rapporto tra soci e tesserati
La ASD, essendo un ente associativo, risponde al principio di democraticità, il quale impone che l’organismo sia composto da un valido numero di associati al fine di non accentrare il controllo su pochi soggetti, tendenzialmente coincidenti con i fondatori dell’ente.
Detto questo, una delle domande più frequenti che si pongono gli operatori del settore riguarda proprio l’eventuale percentuale che dovrebbe essere rispettata ai fini di un congruo rapporto tra soci e tesserati all’interno delle ASD.
Nulla di chiaro è stato stabilito dal legislatore a questo proposito, neanche a fronte delle modifiche intervenute ai sensi del d.lgs 36/2021, per questo al fine di dare risposta ai dubbi è opportuno fare alcune riflessioni.
Al fine di poter comprendere quale potrebbe essere il giusto equilibrio tra il rapporto soci/ tesserati è bene analizzare i principi che fondano un sodalizio sportivo, quali primo fra tutti il principio di democraticità, che vede il pieno e trasparente coinvolgimento di tutti i soci nella gestione dell’ente associativo a garanzia di un altro principio fondamentale quale quello della “porta aperta”.
L’ASD dovrà essere formata da soci che condividono gli intenti dell’ente, in un numero che possa consentire all’ente una corretta rotazione degli organi di amministrazione tale da non fossilizzare le funzioni di direzione sui soliti soggetti.
Il legislatore non ha imposto delle percentuali prestabilite per la composizione associativa al fine di rispettare l’autonomia, la flessibilità e la regolamentazione delle singole associazioni, si rimanda quindi al buon senso degli enti ai fini del rispetto dei principi sopra esposti.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Socio e tesserato nelle ASD: differenze e limiti