Irpef 2020, secondo acconto in scadenza il 10 dicembre o il 30 aprile 2021? Facciamo il punto sui requisiti per accedere alla nuova proroga prevista dal decreto Ristori quater, e sulle regole per il calcolo ed il versamento con modello F24.
Scadenza il 10 dicembre per il secondo acconto Irpef 2020: i titolari di partita IVA beneficiano di una doppia proroga.
La scadenza ordinaria del 30 novembre è rimasta in calendario solo per i non titolari di partita IVA (dipendenti, pensionati o, ad esempio, soci di società). Per la generalità di professionisti ed imprese, il decreto Ristori quater fissa al 10 dicembre 2020 la scadenza per il versamento.
Anche le partite IVA non ISA (fino al limite di 50 milioni di ricavi o compensi) che hanno registrato un calo di fatturato e corrispettivi pari almeno al 33%, possono accedere alla proroga lunga al 30 aprile 2021.
Nelle righe che seguono analizzeremo le novità introdotte, per capire chi paga entro il 10 dicembre 2020 e quando si applica la proroga lunga ad aprile 2021.
Prima il decreto n. 104 e poi il decreto Ristori-bis, hanno già previsto diverse misure in materia di proroga del secondo acconto delle imposte sui redditi, ma esclusivamente per i titolari di partita IVA.
La verifica circa la possibilità di beneficiare della proroga della scadenza è a più vie, e di seguito vedremo nel dettaglio chi paga e chi può rinviare il versamento del secondo acconto Irpef.
Le novità riguardano anche il metodo di calcolo, con il previsionale che diventa “meno rischioso” in caso di scostamento tra quanto versato e quanto effettivamente dovuto.
Non cambiano le modalità di versamento: bisognerà utilizzare il modello F24, salvo che per i lavoratori dipendenti ed i pensionati, che si vedranno addebitare il secondo acconto in busta paga o nel cedolino della pensione.
Secondo acconto Irpef 2020, chi paga? I requisiti per la proroga
La proroga del secondo acconto Irpef 2020, secondo quanto disposto prima dal decreto Agosto e poi dal decreto Ristori bis, interessa i titolari di partita IVA che esercitano attività per le quali si applicano gli ISA (forfettari compresi).
L’articolo 98 del decreto legge n. 104/2020 ha previsto la proroga del secondo acconto delle imposte sui redditi 2020 al 30 aprile 2021 per le partite IVA che, nel primo semestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, hanno subito un calo di fatturato o corrispettivi pari almeno al 33%.
La possibilità di beneficiare della proroga del secondo acconto Irpef si applica altresì alle partite IVA che esercitano attività incluse nei due elenchi dei codici ATECO allegati al decreto Ristori bis all’interno delle zone rosse.
Non pagano il secondo acconto il 30 novembre 2020 anche i ristoranti in zona arancione, a prescindere dal calo di fatturato registrato.
Al netto delle misure sopra analizzate per i soggetti ISA, il decreto Ristori quater estende il rinvio al 30 aprile 2021 dei versamenti relativi alla dichiarazione dei redditi alle imprese con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro nel 2019 e che hanno registrato un calo del 33% del fatturato nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.
La proroga si applica inoltre alle attività oggetto delle misure restrittive del Dpcm del 3 novembre e a quelle operanti nelle zone rosse, nonché per i ristoranti in zona arancione, a prescindere dal volume di fatturato e dall’andamento dello stesso.
Sono queste le tre verifiche da effettuare per circoscrivere il perimetro delle partite IVA interessate dalla proroga della scadenza dal 10 dicembre al 30 aprile 2021, che interessa Irpef, Ires, Irap ed imposte sostitutive. Ancora da chiarire è invece la possibilità di differire anche il versamento dei contributi a percentuale.
Restano esclusi dalla proroga i lavoratori dipendenti ed i pensionati. In tal caso, la scadenza del secondo acconto Irpef resta al 30 novembre 2020.
Scadenza secondo acconto Irpef 2020: quando si paga
Si ricorda che, in linea generale, l’acconto Irpef è dovuto se l’imposta dichiarata nell’anno al netto delle detrazioni, dei crediti d’imposta, delle ritenute e delle eccedenze, è superiore a 51,65 euro.
L’acconto è pari al 100% dell’imposta dichiarata nell’anno e deve essere versato in una o due rate, a seconda dell’importo:
- unico versamento, entro il 30 novembre (proroga al 10 dicembre o 30 aprile 2021 per le partite IVA), se l’acconto è inferiore a 257,52 euro
- due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro:
- la prima pari al 40% (50% per soggetti ISA) insieme al saldo,
- la seconda del 60% (50% per soggetti ISA) entro il 30 novembre (proroga al 10 dicembre o 30 aprile 2021 per le partite IVA).
A differenza del primo acconto, il secondo acconto non può essere rateizzato, ed entro la fine di novembre bisogna versare l’importo integrale delle imposte dovute.
Calcolo secondo acconto Irpef 2020
Sono due le modalità di calcolo del secondo acconto Irpef:
- il metodo storico: il versamento viene effettuato in base all’importo dell’imposta dovuta nell’anno precedente. Di conseguenza, in caso di redditi costanti o crescenti nel tempo, il versamento degli acconti con il metodo storico consente al contribuente di non dover versare imposta a saldo. Il metodo storico è particolarmente conveniente nel caso in cui il contribuente considerato abbia redditi costanti o crescenti rispetto all’anno precedente; può diventare sconveniente nel momento in cui tali redditi si rivelino decrescenti;
- il metodo previsionale: consiste nel procedere con il calcolo del secondo acconto Irpef basandosi sul reddito che si prevede di raggiungere nell’anno in corso. Il vantaggio consiste nella possibilità di pagare quanto effettivamente dovuto in caso di reddito finale inferiore a quello dell’anno precedente. Il principale svantaggio consiste nel fatto che, in caso di versamento inferiore a quanto effettivamente dovuto, è prevista l’applicazione della sanzione per insufficiente versamento (pari 30% della maggiore imposta dovuta).
Per quel che riguarda il metodo previsionale di calcolo degli acconti, si ricorda che esclusivamente per il 2020 è prevista la non applicazione di sanzioni in caso di scostamento tra importo versato e importo effettivamente dovuto non superiore al 20%.
A differenza della regola ordinaria, il rischio di sanzioni è stato “calmierato” dal decreto Liquidità.
Per l’acconto Irpef 2020, così come per Ires, Irap ed imposte sostitutive, sarà necessario versare almeno l’80% di quanto effettivamente dovuto sui redditi conseguiti nel corso del periodo d’imposta.
Versamento secondo acconto Irpef 2020: codice tributo F24
Non cambiano le modalità di versamento del secondo acconto Irpef 2020.
Bisognerà utilizzare il modello F24 ed inserire il codice tributo 4034 rubricato “acconto seconda rata o acconto in un’unica soluzione”, compilando la sezione Erario.
In merito alle istruzioni per la compilazione del modello F24, si ricorda che nel campo “anno di riferimento” bisognerà indicare il 2020 e compilare la “colonna 4” con gli importi da versare a debito.
La “colonna 5 - importi a credito compensati” deve essere compilata solo nel caso in cui si abbiano effettivamente importi da riportare in compensazione.
L’importo del secondo acconto Irpef, a differenza di quanto previsto per il saldo dell’anno precedente ed il primo acconto dell’anno in corso, non può essere oggetto di rateizzazione e dovrà essere quindi versato in un’unica soluzione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Secondo acconto Irpef 2020, chi paga? Scadenza, calcolo e codice tributo F24