Riforma fiscale, il DEF conferma l'avvio della revisione del sistema tributario italiano. Si parte dalla seconda metà del 2021 ed è l'Irpef la priorità del Governo. Stimolo ai pagamenti elettronici e riduzione costi delle transazioni cashless sono alcune delle misure indicate per il contrasto all'evasione fiscale.
Riforma fiscale dalla seconda metà del 2021. Il testo del DEF approvato dal Consiglio dei Ministri del 15 aprile conferma l’avvio del piano di profonda revisione del sistema tributario italiano.
La riforma fiscale, a partire dalla revisione dell’Irpef, è una delle misure collegate all’attuazione del PNRR, il Recovery Plan, ed è quindi necessario procedere speditamente.
Il testo del DEF evidenzia inoltre la necessità di implementare le misure di contrasto all’evasione fiscale.
Anche nel 2021, è la tax compliance il tassello sul quale punta il Governo per ridurre il tax gap in Italia: l’intento è di proseguire lungo il cammino avviato dal Piano Italia Cashless, stimolando l’uso di mezzi di pagamento tracciabili, riducendo drasticamente i costi delle transazioni con carte e bancomat.
Riforma fiscale nella seconda metà del 2021, partendo dall’Irpef: le novità nel DEF
Tra le riforme di contesto previste dal PNRR, il DEF cita quella del fisco. Il sistema tributario italiano sarà oggetto di un’articolata revisione, e i suoi cardini saranno definiti dalla seconda metà del 2021.
La riforma fiscale, per la quale è in fase di conclusione il ciclo di audizioni delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, affronterà il complesso del prelievo, si legge nella bozza del DEF, a partire dall’Irpef.
La riforma sarà inoltre collegata anche “agli sviluppi a livello europeo e globale” su temi quali le imposte ambientali e la tassazione delle multinazionali. Come tra l’altro previsto dal decreto Sostegni n. 41/2021, saranno inoltre riformati i meccanismi di riscossione.
La priorità resta in ogni caso l’Irpef che, con l’attuale sistema di aliquote e scaglioni, è “accusata” di aver perso le sue caratteristiche di progressività, di disincentivare il lavoro e gli aumenti di reddito e di violare i criteri di equità verticale e orizzontale.
Inoltre, agevolazioni e regimi sostitutivi ne complicano il calcolo, e i meccanismi alla base della principale imposta sui redditi del sistema tributario italiano sfuggono ai più.
Ed è anche per costruire un sistema progressivo e semplice che la riforma fiscale in avvio dalla metà del 2021 partirà proprio dall’Irpef.
Il testo del DEF non fornisce dettagli sulle linee che verranno intraprese; su questo, è atteso il documento conclusivo dell’Indagine conoscitiva sulla riforma fiscale, che verrà elaborato dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato al termine delle audizioni informali.
OCSE, FMI ed il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, saranno gli ultimi ad essere auditi. Poi si proseguirà con la presentazione al Parlamento dell’esito dell’indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef.
Tra i punti sui quali sarà necessario un accordo tra le forze variegate che compongono il Governo Draghi vi è il destino del regime forfettario.
Continua a far discutere la proposta della Direttrice Generale delle Finanze del MEF, Fabrizia Lapecorella, relativa all’aumento dell’aliquota della flat tax per le partite IVA dal 15 al 23 per cento, in una visione di maggiore equità orizzontale in materia di tassazione dei redditi da lavoro.
La necessità di una riforma del regime forfettario è uno dei punti evidenziati in più occasioni dagli esperti ascoltati in Parlamento. Fortemente contrari all’ipotesi di aumento dell’aliquota sono i partiti di Centro Destra, in particolare la Lega.
Riforma fiscale, lotta all’evasione al centro del DEF 2021: pagamenti tracciabili e riduzione costi transazioni
Il cammino della riforma dell’Irpef, non ancora avviato formalmente, si presenta già ricco di ostacoli. L’approvazione del DEF 2021 conferma in ogni caso che si va verso una nuova imposta sui redditi personali ed una revisione complessiva del sistema tributario italiano.
Tra le priorità, il DEF evidenzia inoltre la necessità di proseguire la lotta all’evasione fiscale, anche potenziando alcuni degli strumenti adottati nel corso degli ultimi anni.
Negli anni recenti, si legge nella bozza del Documento di Economia e Finanza, la strategia del Governo è stata orientata non solo ad azioni di recupero del gettito, mediante attività di accertamento e controllo, ma anche al miglioramento della propensione all’adempimento spontaneo dei contribuenti (tax compliance).
Il nuovo contesto economico e sociale, e le dinamiche evolutive che si delineeranno a seguito della pandemia, rendono necessario considerare ancor più prioritario l’obiettivo della lotta all’evasione fiscale.
Il contrasto all’evasione verrà perseguito anche agevolando, estendendo e potenziando i pagamenti elettronici, riducendo in parallelo i costi delle transazioni cashless.
Il DEF 2021 evidenzia inoltre che le riforme strutturali collegate al Recovery Plan dovranno essere in linea con le raccomandazioni per l’Italia approvate dal Consiglio nel biennio 2019-2020.
La prima in materia di politica fiscale prevede di contrastare l’evasione, in particolare nella forma dell’omessa fatturazione, potenziando i pagamenti elettronici obbligatori anche abbassando i limiti ai pagamenti in contanti.
Un obiettivo per il quale la strada è già tracciata: il Piano Italia Cashless, partito con l’avvio del cashback e poi con la lotteria degli scontrini, resta uno dei capisaldi per il contrasto all’evasione fiscale con consenso, ossia l’omessa fatturazione.
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