Reddito di cittadinanza: dai dati ANPAL aggiornati a giugno, su 1.150.152 beneficiari tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro poco più di un terzo ha un'esperienza lavorativa pregressa recente. La nota ANPAL n. 5 del 26 luglio 2021, anche in base all'analisi sul livello d'istruzione, evidenzia una fragilità generale nell'inserimento lavorativo in autonomia e la necessità di supporto.
Reddito di cittadinanza: solo poco più di un terzo dei beneficiari tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro, in totale 1.150.152 persone, ha maturato un’esperienza lavorativa pregressa da poter spendere nel percorso di rioccupazione.
Su un totale di oltre un milione di persone tenute a intraprendere il percorso di reinserimento lavorativo, solo 434.602 risultano essere stati occupati nei due anni precedenti al riconoscimento del beneficio.
E attualmente solo 392.292 persone sono state prese in carico (il 34,1 per cento del totale) dai Centri per l’Impiego, 3.727 svolgono invece un tirocinio.
Questi, tra gli altri, sono i dati raccolti dall’Agenzia Nazionale per il Lavoro aggiornati a giugno 2021 e pubblicati nella nota numero 5 del 26 luglio 2021.
Al quadro si aggiunge il fatto che solo il 39 per cento dei destinatari risulta essere relativamente giovane, ossia di età compresa tra i 18 e i 29 anni, e il 72 per cento possiede solo il diploma di terza media.
L’Agenzia, alla luce dei dati raccolti, individua nei beneficiari soggetti al patto per il lavoro una diffusa “fragilità” con una conseguente generalizzata difficoltà di reinserimento in autonomia sul mercato del lavoro che lo strumento del RdC, infatti, dovrebbe mitigare.
RdC, dei beneficiari con patto per il lavoro solo un terzo ha un’esperienza lavorativa recente
Sui 1.815.519 individui che al 30 giugno 2021 percepiscono il reddito di cittadinanza, 1.150.152 risultano essere tenuti a sottoscrivere patto per il lavoro. Di questi, 392.292 hanno effettivamente intrapreso un percorso con i centri per l’impiego.
Tuttavia, dai dati pubblicati dall’ANPAL il 26 luglio emerge che di questa platea la maggior parte non risulta avere un bagaglio lavorativo nel breve periodo, utile per un ritorno stabile nel mondo del lavoro.
Dall’analisi eseguita sull’archivio delle Comunicazioni Obbligatorie risulta che poco meno di 435.000 beneficiari tenuti all’adesione hanno lavorato nei precedenti due anni all’ottenimento del reddito, il 37 per cento della platea complessiva.
Il panorama varia in base al territorio e vede una più alta percentuale di soggetti con esperienza, ovvero con almeno un rapporto lavorativo nell’intervallo preso in considerazione, nelle regioni del Nord-Est a fronte di un’incidenza più bassa nelle isole.
A riguardo, l’ANPAL fornisce una tabella riepilogativa che si riporta qui di seguito.
Si tratta di dati che descrivono uno scenario in cui il RdC sembrerebbe indispensabile, quale utile strumento di supporto all’inserimento nel mondo del lavoro nell’insieme di misure delle politiche attive.
Ma sui risultati raggiunti non ci sono molti aggiornamenti. Al 31 ottobre 2020, secondo i dati diffusi dall’ANPAL lo scorso novembre i beneficiari RdC con un rapporto di lavoro ancora attivo erano 192.851.
Si pensi, tra l’altro, che quasi il 71,9 per cento dei beneficiari in Italia possiede al massimo un titolo d’istruzione secondaria inferiore, ossia un diploma di terza media.
I picchi più elevati per questa tendenza si registrano in Sicilia e Sardegna (74,6 per cento) e nel Nord Ovest della penisola (73,1 per cento).
RdC con patto per il lavoro: alto indice di fragilità e scarsa probabilità di rioccupazione
I dati riguardanti le scarse esperienze lavorative, insieme a quelli sul livello d’istruzione, per i soggetti chiamati a sottoscrivere il patto per il lavoro secondo l’ANPAL determinano un alto indice di “profiling”.
Si tratta, in estrema sintesi, di un’unità di misura individuata dall’Agenzia che descrive in termini quantitativi la probabilità di non essere occupato a distanza di 12 mesi.
“I beneficiari dunque confermano anche al 30 giugno basse probabilità di accesso all’occupazione e con distanze dal mercato del lavoro che per di più crescono spostandosi verso le regioni meridionali”.
Si legge, infatti, nella nota numero 5 dell’ANPAL.
Il valore di questo indice, in buona sostanza, sintetizza le fragilità dei soggetti coinvolti e le basse probabilità di collocazione sul mercato del lavoro senza un aiuto in questo senso.
Del resto, in base al grafico elaborato dall’Agenzia e di seguito allegato, questo strumento di valutazione presenta una ridotta variabilità dei valori medi su tutto il territorio italiano con l’apice nelle Isole, 0.898 punti, al di sopra della media nazionale di 0.875.
Per qualsiasi altro dettaglio, infine, si rimanda al testo integrale della nota pubblicata il 26 luglio 2021.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: RdC e patto per il lavoro: solo un terzo dei beneficiari ha un’esperienza lavorativa recente