Una riforma delle politiche attive per il lavoro che parta dalla rimodulazione dell'assegno di ricollocazione: questa è una delle proposte dei Consulenti del Lavoro per rilanciare l'occupazione, riportata nel documento del 26 febbraio 2021 presentato al Ministro del Lavoro.
Bisogna partire dalle riforma delle politiche attive per ridare slancio al mercato del lavoro in Italia e combattere la crisi occupazionale aggravata dalla pandemia da Covid-19.
Una riforma che deve riguardare, tra le altre, le misure di accompagnamento al lavoro e formazione già previste dall’ordinamento, come l’assegno di ricollocazione.
Sono queste alcune delle indicazioni dei Consulenti del Lavoro, contenute nel documento presentato dal Presidente Marina Calderone al Ministro del Lavoro Andrea Orlando lo scorso 26 febbraio 2021.
Per arginare le conseguenze della crisi sanitaria, il Governo è intervenuto con una serie di misure a sostegno del reddito, delle attività produttive e dell’occupazione quali, fra le altre, il blocco dei licenziamenti e l’impiego a più riprese della cassa integrazione.
Si tratta, però, di politiche che discendono da un contesto emergenziale che, nel lungo periodo, perderanno la loro efficacia.
Ecco perché al momento assumono un’importanza strategica le politiche pubbliche di attivazione, ossia di sostegno alle capacità e alle competenze lavorative.
Il rifinanziamento dell’assegno di ricollocazione nelle modalità proposte dall’Ordine è spunto da cui partire per la promozione dell’occupazione che, peraltro, si coordina a tutti gli altri strumenti delle politiche attive.
Ma andiamo a vedere qual è, più da vicino, la proposta avanzata dai professionisti.
Riforma politiche attive per il lavoro e nuovo assegno di ricollocazione: le proposte dei Consulenti del Lavoro
Ciò su cui bisogna puntare, secondo l’opinione del Consiglio Nazionale dei Consulenti del Lavoro, è la valorizzazione della rete dei servizi di erogazione delle politiche attive.
Questo è la linea d’azione proposta dai professionisti in occasione dell’incontro del 26 febbraio 2021 con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando.
- Consiglio Nazionale dei Consulenti del lavoro - comunicato stampa del 26 febbraio 2021
- Scarica il comunicato stampa su incontro tra Consulenti del Lavoro e Ministro del Lavoro Orlando
Dare largo spazio alla formazione e alla riqualificazione del lavoratore il quale possa così offrire al suo prossimo datore di lavoro il bagaglio di competenze richieste, serve a far coincidere veramente domanda ed offerta di lavoro.
In linea generale, le proposte contenute nel documento del 26 febbraio, attengono ad una rimodulazione delle misure già in essere per incrementare i tassi di attività e di occupazione, soprattutto con riferimento alle categorie più svantaggiate: giovani, donne, lavoratori anziani, immigrati, cittadini delle aree ad alto tasso di disoccupazione.
Una di queste misure è proprio l’assegno di ricollocazione, il voucher per i disoccupati spendibile presso i centri dell’impiego o altri soggetti accreditati per l’erogazione dei servizi per il lavoro.
Un “buono” che, in un’ottica di incentivo all’incremento delle competenze, dovrebbe essere modificato e migliorato.
In estrema sintesi, i Consulenti del Lavoro propongono di:
- renderlo obbligatorio per tutti i disoccupati;
- renderlo condizione imprescindibile per il riconoscimento di qualsiasi altro sostegno al reddito (NASpI, di CIGS, di Reddito di Cittadinanza etc.);
- differenziarlo a seconda dei diversi beneficiari a cui si rivolge;
- diversificare la remunerazione per gli operatori che svolgono attività di accompagnamento in base alla tipologia di beneficiari.
Politiche attive per il lavoro, le misure proposte dai Consulenti del Lavoro a sostegno dell’occupazione
Il rifinanziamento dell’Assegno di Ricollocazione, nella visione generale dei Consulenti del Lavoro, si inserisce all’interno di un complesso di interventi sulle politiche attive su cui, si ribadisce, bisogna puntare per ridare vigore all’occupazione.
Al fine, poi, di non scoraggiare il ricorso a questi strumenti di politica attiva il documento in commento mette sul piatto anche altre iniziative seguenti:
- sottoporre soggetti erogatori dei servizi a valutazione periodica e rating pubblico;
- garantire la certezza di tempi, format, procedure di gestione, la cui assenza spesso influisce negativamente sui risultati delle misure e scoraggia il ricorso tanto da parte dei beneficiari che dai soggetti erogatori;
- creare un sistema informativo stabile su cui basare l’iter procedurale delle misure;
- provvedere a una revisione del costo standard per le attività a “processo”, tale da rendere sostenibili economicamente le iniziative per gli operatori;
- concedere un importante incentivo ai datori di lavoro che assumono i destinatari delle misure di politica attiva.
Si tratta di proposte che, secondo quanto prospettato dai Consulenti del Lavoro, una volta poste in essere dovrebbero incentivare l’utilizzo degli strumenti delle politiche attive già disponibili, modellandoli secondo le esigenze dell’attuale momento storico, che vede una grande discrepanza tra le competenze tecniche richieste dal datore di lavoro e quelle messe a disposizione da chi cerca un’occupazione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Riforma politiche attive per il lavoro e nuovo assegno di ricollocazione: le proposte dei CdL