Abbuono: significato ed esempio numerico

Domenico Catalano - Bilancio e principi contabili

Qual è il significato di abbuono, quali tipologie esistono e come si registra in contabilità

Abbuono: significato ed esempio numerico

Cos’è l’abbuono e come si registra in contabilità?

Si parla di abbuono quando la merce o il servizio acquistato/venduto non risulta conforme alle specifiche pattuite o presenta un difetto oppure arriva danneggiata.

Vediamo di seguito come si definisce l’abbuono, le diverse tipologie esistenti e la differenza con i concetti di reso e sconto.

Il significato di abbuono

L’abbuono sta ad indicare una diminuzione dell’ammontare dovuto per un determinato pagamento, cioè la riduzione concessa sul valore di una prestazione oppure su un prezzo pattuito con il cliente.

Tale riduzione può essere parziale o totale.

L’abbuono viene indicato nella fattura quando i beni inviati non sono quelli previsti dall’ordine effettuato dal cliente.

Possono essere diversi i motivi alla base della riduzione di prezzo, come ad esempio l’invio di un prodotto errato (diverso da quello ordinato dal cliente) oppure in caso di merce difettosa o rovinata o che non è più possibile ricomprare.

In questo caso il cliente può chiedere un reso e restituire il prodotto oppure può tenerlo e chiedere un rimborso. In quest’ultimo caso si parla appunto di abbuono.

Esistono due diverse tipologie di abbuono:

  • attivo;
  • passivo.

Vediamo di seguito le differenze tra i due.

La differenza tra abbuono attivo e passivo

Come detto, l’abbuono consente di registrare un importo minore rispetto a quello riportato nella fattura, nel caso in cui si verifichino problemi con il servizio o con la merce comprata o venduta.

L’abbuono attivo si ha quando il fornitore concede una riduzione del prezzo da pagare sulla merce per la quale ha già emesso la fattura.

Una condizione del genere si può verificare ad esempio quando il servizio reso è inferiore a quanto pattuito oppure la merce venduta/acquistata non rispetta la qualità che ci si aspetta (es. alla consegna della merce alcuni pezzi sono danneggiati).

L’abbuono passivo, invece, si ha quando al cliente viene richiesto di pagare un prezzo minore.

Anche in questo caso la condizione si verifica ad esempio quando il servizio reso non rispetta gli accordi presi oppure la merce venduta/acquistata è di scarsa qualità rispetto a quanto pattuito.

A differenza del caso precedente, però, prima di emettere la fattura si procede al ricalcolo del pagamento.

Come si registra un abbuono in contabilità?

Come funziona la gestione contabile dell’abbuono?

Innanzitutto bisogna distinguere tra le due diverse possibilità:

  • Acquisti, per cui ci sarà una variazione finanziaria attiva da registrare in DARE nel conto Fornitori o Debiti v/fornitori (verso i fornitori) per l’importo dell’abbuono e dell’IVA.
  • Vendite, per cui ci sarà una variazione finanziaria passiva da registrare in AVERE nel conto Clienti o Crediti v/clienti (verso i clienti) per l’importo dell’abbuono e dell’IVA.

Nel primo caso, si avrà:

  • una variazione economica negativa pari all’importo dell’abbuono da rilevare in AVERE nel conto Abbuoni attivi;
  • una variazione finanziaria passiva da registrare in AVERE del conto IVA ns/debito (nostro debito), per l’importo dell’IVA relativa all’abbuono.

Nel secondo, invece, si avrà:

  • una variazione economica positiva pari all’importo da rilevare in DARE nel conto Abbuoni passivi;
  • una variazione finanziaria attiva da registrare in DARE nel conto IVA ns/credito (nostro credito), per l’importo dell’IVA relativa all’abbuono.

Facciamo più chiarezza con un esempio pratico su un abbuono attivo e uno passivo.

Abbuono attivo
Si acquistano 1.000 quantità di prodotto da un fornitore per 300 euro IVA inclusa. L’operazione sarà riportata nella fattura in questo modo:

  • Conto acquisti: costo pagato senza IVA (234)
  • Conto IVA a credito: ammontare IVA corrispondente al pagamento effettuato (66)
  • Conto debiti verso fornitori: intero importo (300)

Alla consegna della merce però ci si accorge che alcuni pezzi sono danneggiati. Segnalato il problema, si riceve una nota di credito per l’abbuono di 100 euro.

Questa riduzione di prezzo va quindi registrata nel dare/avere, per cui si indica:

  • Conto abbuoni attivi: 100 (che ci verranno restituiti e sottratti dall’ammontare da pagare al fornitore);
  • Conto IVA a debito (deve essere aggiornato in base alle rettifiche apportate dalla nota di credito e quindi deve essere calcolata sull’ammontare che effettivamente verrà pagato):
    • 59,4 nella colonna Dare in quanto viene effettivamente versato;
    • 6,6 in Avere.

Dato che la merce su cui viene applicato l’abbuono è 1/10 del totale, anche l’ammontare IVA da pagare verrà ridotto proporzionalmente.

Al momento del pagamento dunque si dovrà versare il totale dato dalla seguente operazione:

“300-159,4=140,6”

Transazione che sarà quindi registrata come segue:

  • Conto della banca: 140,6 (che sono i soldi effettivamente pagati al fornitore e messi nella colonna Avere)
  • Conto debiti verso i fornitori:
    • 159,4 in Dare (calcolato come 300-140,6);
    • 300 nella colonna Avere.

Abbuono passivo

Per l’abbuono passivo consideriamo lo stesso esempio: un nostro cliente ordina 1.000 quantità di prodotto per 300 IVA inclusa. L’operazione viene registrata dopo l’invio:

  • Conto Vendite: 234 in Avere che sono spese per l’acquisto esclusa IVA;
  • Conto IVA: 66 in Avere (22 per cento di 300);
  • Conto Crediti cliente in Dare: 300

Il cliente ci comunica che 100 unità sono danneggiate e pertanto inviamo una nota di credito come abbuono:

  • Conto Abbuoni passivi: 100, l’ammontare da restituire al cliente;
  • Conto IVA (per effetto dell’abbuono passivo anche il cambiamento nell’ammontare IVA deve essere registrato):
    • 6,6 in Dare;
    • 66 in Avere.
  • Conto Crediti cliente:
    • 300 in Dare;
    • 106,6 in Avere (100+6,6).

Al momento del pagamento da parte del cliente si registra la transazione (300-100-6,6):

  • Conto Banca: 193,4 che è la somma effettivamente ricevuta in Dare;
  • Conto Crediti cliente:
    • 300 in Dare (la somma da pagare originariamente);
    • 106,6 in Avere (l’ammontare dell’abbuono che dovrà essere sottratto ai 300).

Qual è la differenza tra abbuono, reso e sconto?

A questo punto la domanda che potrebbe venire spontanea è: qual è la differenza con il reso e con lo sconto?

L’abbuono, abbiamo visto, è la riduzione concessa sul valore di una prestazione oppure sul prezzo pattuito con il cliente.

Nel caso del reso, invece, la merce viene restituita al fornitore e si riceve il rimborso della somma pagata.

Lo sconto, infine, sta ad indicare l’operazione con la quale si riduce il prezzo di un prodotto o di un servizio. Viene accordato al cliente dal fornitore nel corso della compravendita.

Si tratta per lo più di una riduzione di prezzo su base percentuale che può essere concessa per vari motivi come operazioni di marketing, smaltimento delle scorte o in specifici periodi dell’anno.

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