Il reddito di cittadinanza sparirà, ma arriverà MIA, la misura di inclusione attiva: le novità saranno messe nero su bianco in un decreto legge che sarà presentato tra un paio di settimane in Consiglio dei Ministri. L'anticipazione arriva dal Corriere della Sera: dai requisiti alla ricerca del lavoro, come cambieranno le regole
L’abolizione del reddito di cittadinanza è sempre più vicina, il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sta già lavorando alla definizione del nuovo strumento di sostegno che lo sostituirà. ISEE più basso per l’accesso e scala di equivalenza più generosa: dai requisiti alla ricerca del lavoro le modifiche toccano tutto il sistema.
Si chiamerà MIA, misura di inclusione attiva, e la nuova domanda potrà essere presentata, anche dai cosiddetti occupabili, con molta probabilità da settembre: le anticipazioni in via esclusiva arrivano dal Corriere della Sera del 6 marzo 2023.
Entro un paio di settimane il decreto legge a cui sta lavorando la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvia Calderone dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri.
Dal Reddito di cittadinanza all’introduzione della MIA, misura di inclusione attiva: novità sui requisiti
La MIA, misura di inclusione attiva, nascerà per sostituire il reddito di cittadinanza: non sarà un semplice passaggio di testimone, ma comunque si conserverà la doppia natura di strumento di sostegno economico e politica attiva.
Stando a quanto emerge dalle anticipazioni in esclusiva pubblicate sul Corriere della Sera del 6 marzo, si proseguirà sul percorso intrapreso già con la Legge di Bilancio 2023, introducendo nuovi requisiti e nuove regole:
- la prima novità importante riguarda la soglia ISEE per l’accesso: oggi è fissata a 9.360 euro, con la MIA scenderà a 7.200 euro: il diverso importo dal punto di vista pratico si traduce in una importante riduzione della platea;
- d’altro canto per coloro che ne avranno diritto la scala di equivalenza, ovvero i valori che determinano l’importo finale in base al numero di componenti, sarà più generosa;
- cambieranno anche le regole sulla residenza, alla luce della posizione dell’UE, gli anni di permanenza in Italia dovrebbero passare da 10 a 5 e con questa modifica nuovi cittadini e cittadine potranno beneficiare della misura di sostegno.
La MIA che sostituirà il reddito di cittadinanza continuerà ad essere indirizzata ai nuclei familiari:
- una formula più ampia e più duratura sarà destinata alle famiglie in condizione di povertà senza persone occupabili, con almeno un minorenne o un anziano o un disabile: considerando i nuclei composti da una sola persona l’importo minimo dovrebbe restare di 500 euro più il contributo per l’affitto che oggi è pari a un massimo di 280 euro, le cifre come accade adesso dovrebbero essere poi calcolate in base alla composizione della famiglia e riconosciute per 18 mensilità;
- anche in presenza dei cosiddetti occupabili, coloro che possono reinserirsi nel mondo del lavoro e che percepiscono il reddito di cittadinanza con la scadenza dei 7 mesi fissati dalla Legge di Bilancio, sarà possibile beneficiare della MIA, ma in una versione ridotta per importo e per numero di mensilità: si parla di una riduzione a 375 euro dell’importo base e di una durata non superiore ad un anno.
Attualmente, secondo gli ultimi dai INPS, a beneficiare del sostegno economico sono 1.160.714 nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, con 2.468.895 persone coinvolte e un importo medio mensile erogato a livello nazionale di 562,78 euro.
Come accade per il reddito di cittadinanza, anche per la misura di inclusione attiva la domanda potrà essere presentata più di una volta ma per i rinnovi saranno previsti numeri di mensilità sempre più bassi.
Dal Reddito di cittadinanza alla MIA: le novità sulla ricerca del lavoro
Nonostante la scelta di legare la percezione del reddito di cittadinanza alla ricerca del lavoro sia stata fin dal principio oggetto di critiche, lo schema sarà confermato anche per la MIA.
I beneficiari e le beneficiarie della misura, cosiddetti occupabili, saranno chiamati a stringere un patto per il Lavoro, proprio come accade adesso, tramite i centri per l’impiego. Da questo punto di vista, la novità più importante riguarda il coinvolgimento delle agenzie private per il lavoro.
Nel nuovo sistema che si profila le agenzie per il lavoro otterranno un bonus per ogni contratto chiuso, anche a termine o part time.
L’altra novità per quello che riguarda la cosiddetta fase 2 del reddito di cittadinanza, ovvero la ricerca del lavoro, consiste nella creazione di una piattaforma online per mettere in contatto i beneficiari e le beneficiarie della MIA e le aziende che offrono lavoro.
Tramite il portale i cittadini e le cittadine potranno ricevere delle offerte di lavoro, basterà un solo rifiuto per perdere la misura di sostegno: come accaduto fin dal principio per il reddito di cittadinanza, saranno poi stabiliti dei criteri di congruità.
Nell’ottica di contrastare il lavoro irregolare, si potenzieranno le nuove regole previste dalla Legge di Bilancio 2023: i cittadini e le cittadine potranno percepire la MIA e avere dei contratti di lavoro dipendente, di qualsiasi tipo, per una retribuzione fino a 3.000 euro.
E anche in caso di superamento dell’importo, se la durata del contratto sarà inferiore a quello della misura di sostegno, la MIA sarà solo messa in pausa.
L’ondata di rinnovamento sarà finalizzata anche al potenziamento dei controlli.
Stando alle anticipazioni del Corriere, con il decreto atteso entro un paio di settimane in Consiglio dei Ministri, il Governo intende proseguire sulla linea intrapresa con la Legge di Bilancio 2023.
Anche se il reddito di cittadinanza cambierà nome e regole la struttura della misura di sostegno, seppur criticatissima, resterà la stessa: le famiglie in condizioni di povertà da un lato riceveranno un aiuto economico mensile e dall’altro saranno spinti verso il lavoro.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Da Reddito di cittadinanza a MIA, misura di inclusione attiva: le novità su requisiti e ricerca del lavoro