Reddito di cittadinanza, sarà su base geografica: ecco cosa significa, come funziona e quali le novità che saranno inserite all'interno della Legge di Bilancio 2019.
Reddito di cittadinanza, criteri su base geografica: è questa una delle novità annunciate dal Premier Conte e sulla quale il Governo è al lavoro in vista dell’avvio della discussione sulla Legge di Bilancio 2019.
Il disegno di Legge di Bilancio 2019 approvato nel corso del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2018 conferma che il reddito di cittadinanza partirà entro il prossimo mese di marzo, ma i dettagli su come funzionerà sono ancora oggi poco chiari.
Ancora meno chiaro è cosa vuol dire che il reddito di cittadinanza sarà basato su un criterio geografico. Per il momento, l’ipotesi è che sarà concesso di rifiutare un’offerta di lavoro eccessivamente distante dal luogo di residenza, senza il rischio di vedersi revocare l’assegno di 780 euro che verrà erogato dallo Stato.
Secondo le indiscrezioni, il lavoro del Ministero del Lavoro sarebbe attualmente concentrato sulla definizione dei criteri geografici che dovranno rispettare le offerte di lavoro per essere ritenute congrue.
Il rischio è, però, che il reddito di cittadinanza su base geografica si trasformi in un vero e proprio flop nelle regioni del Sud, dove le proposte di assunzione sono di gran lunga inferiore e dove sarà inevitabilmente più frequente che l’inserimento nel mondo di lavoro si accompagni alla necessità di trasferimento lontano dal luogo di residenza.
Reddito di cittadinanza geografico: possibile rifiuto offerte di lavoro lontane da casa
Ad anticipare che il reddito di cittadinanza sarà su base geografica è stato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso dell’intervento alla scuola di formazione politica della Lega a Milano e prima che il CdM si riunisse per l’approvazione del disegno di Legge di Bilancio 2019.
Per spiegare cosa significa si potrebbe far riferimento alle regole attualmente previste per le prestazioni di sostegno al reddito ad oggi esistenti. L’ipotesi sarebbe quindi quella di consentire di rifiutare un’offerta di lavoro distante rispetto al proprio luogo di residenza.
Il lavoro sulla definizione del reddito di cittadinanza e sui criteri geografici punta quindi a non penalizzare chi rifiuterà proposte di assunzione a causa della distanza.
Quindi, qualora il CPI dovesse proporre al percettore dell’assegno di 780 di trasferirsi in un’altra regione, sarebbe possibile rifiutare anche nel caso in cui la proposta di lavoro fosse ritenuta congrua.
Non è chiaro al momento quali saranno i criteri specifici e quale sarà la distanza a partire dalla quale sarà possibile rifiutare l’offerta di lavoro. Ancora, in merito alle proposte di lavoro, si dovrà chiarire quando sarà obbligatorio accettare e quando sarà ammesso il rifiuto. L’ipotesi è che si parta dalla definizione di offerta di lavoro congrua prevista ai fini della disoccupazione.
In tal caso, la distanza della sede di lavoro dal luogo di domicilio dovrà essere pari a non più di 50 km in caso di percezione del reddito di cittadinanza fino a 12 mesi, e dovrà essere raggiungibile con i mezzi pubblici in non più di 80 minuti.
Per i percettori del reddito di cittadinanza da più di 12 mesi, invece, l’offerta di lavoro è ritenuta congrua qualora il luogo di lavoro non disti più di 80 km dal domicilio e sia raggiungibile mediamente in 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.
Reddito di cittadinanza, poco lavoro a Sud: rischio assistenzialismo
Secondo i dati dell’Istat, più della metà degli italiani in condizione di povertà assoluta risiedono al Sud ed è un dato di fatto che le offerte di lavoro nel Mezzogiorno d’Italia siano notevolmente inferiori rispetto a quelle provenienti dal Nord.
È questa la ragione per la quale il Governo starebbe pensando di introdurre una sorta di “tolleranza” per le regioni in cui il numero di proposte di lavoro è inferiore, per evitare che il reddito di cittadinanza si trasformi in una migrazione di massa.
Proprio a fronte di differenze ormai conclamate tra Nord e Sud, il rischio è che vi siano differenze anche in merito all’efficacia del reddito di cittadinanza che, per evitare di diventare una forma di mero assistenzialismo, dovrà essere legato a misure di politica attiva ai fini della formazione e del reinserimento di giovani e disoccupati nel mondo del lavoro.
Per ulteriori dettagli i lettori possono far riferimento all’articolo dedicato al reddito di cittadinanza 2019.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Reddito di cittadinanza su base geografica: cosa significa e come funziona