La querelle delle polizze catastrofali riguarda anche i costi alti per le micro e piccole imprese: qui la testimonianza di un piccolo artigiano, che si è visto elaborare un preventivo da circa 1.000 euro per un locale C1 con cantina

Ieri la polizza catastrofale è stata dibattutissima a causa della bocciatura dell’emendamento della maggioranza (quindi del Governo) al Decreto Bollette che prevedeva la proroga della scadenza da quella attuale (31 marzo) al prossimo 31 ottobre 2025.
Un dibattito molto acceso soprattutto per tutta una serie di incertezze relative all’applicazione della legge, che peraltro è di oltre un anno fa e la cui scadenza è stata già oggetto di una proroga.
In questi giorni la questione ha assunto portata molto ampia a livello nazionale poiché molti enti e associazioni di categoria lato assicurazioni hanno dato un’interpretazione molto estensiva dell’adempimento.
Di fatto, tutte le imprese sarebbero obbligate, addirittura pure quelle iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, che la legge non prevede tra i soggetti obbligati (la norma parla di obbligo di iscrizione alla sezione ordinaria del Registro delle Imprese in ordine ai soggetti diversi dal piccolo imprenditore).
Molta incertezza dunque e un rischio di fondo: partire da un presupposto giusto (dare maggiore sicurezza al sistema imprenditoriale) per arrivare a un paradosso (ovvero colpire con una sorta di tassa occulta il micro e piccolissimo commerciante e artigiano).
Parliamo però di costi della polizza catastrofale.
Qui il tema si fa molto delicato perché le micro e piccolissime imprese, gli artigiani e i commercianti, si trovano a dover affrontare una spesa che non avevano avuto modo di pianificare con precisione.
Riportiamo quindi il messaggio di Antonio C., nostro lettore iscritto alla newsletter, che ci scrive:
Ho seguito con profondo stupore e rammarico i vostri approfondimenti sulla polizza catastrofale, che io trovo ingiusta e mal pensata.
Avrebbero dovuto creare una sorta di limite per i piccoli, magari il fatturato, al fine di non spostare oneri dal pubblico al privato.
Io ho un negozio in provincia di Roma, un locale C1 con cantina, e mi è stato presentato un preventivo da 972,00 euro!
Purtroppo però il mio reddito lordo annuo è di 27.000 euro, ho un solo collaboratore part time e a fatica arrivo a fine mese.
Trovo inaccettabile questo nuovo obbligo.
Peraltro, il mio commercialista mi ha spiegato che al momento la legge non prevede sanzioni, anzi l’unica multa prevista sarebbe il taglio di eventuali contributi e agevolazioni pubbliche, che però io non ho chiesto e non chiederò, quindi sto pensando di non stipulare proprio nulla e vediamo cosa succede
Antonio solleva nelle sue poche righe dispiaciute diversi elementi importanti da considerare in questa discussione:
- si sarebbe potuto prevedere che una parte dei costi per una certa categoria di piccolissimi contribuenti titolari di partita IVA fosse a carico dello Stato?
- le sanzioni per la mancata stipula dell’assicurazione determinano l’effetto per il quale chi non ha chiesto e/o immagina di non chiedere sovvenzioni pubbliche di fatto potrà non stipulare, senza che questo comporti nessuna conseguenza;
- come si determina correttamente il valore da assicurare? Antonio parla di un preventivo da 972 euro, mentre altri lettori (si vedano anche i nostri gruppi social) ci segnalano preventivi molto più bassi e alcuni addirittura un pò più alti).
Insomma una questione che ormai non attiene più al tema assicurativo in sé ma piuttosto a come questo nuovo adempimento debba essere posto in essere dalle imprese.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Polizza catastrofale: batosta fino a 1.000 euro per una PMI