Assegno unico, INPS: cresce la spesa per le prestazioni dedicate alle famiglie

Giuseppe Guarasci - Leggi e prassi

L'INPS chiude l'esercizio 2023 in attivo con un avanzo finanziario di 12 miliardi. Aumenta la spesa per le pensioni e per le prestazioni alle famiglie ma cala quella relativa ai sostegni reddito, con l'eccezione dei trattamenti di disoccupazione

Assegno unico, INPS: cresce la spesa per le prestazioni dedicate alle famiglie

Un bilancio positivo quello chiuso dell’INPS, l’esercizio 2023 si conclude con un avanzo finanziario pari a 12 miliardi di euro.

Questo uno dei dati salienti del rendiconto generale dell’anno 2023, pubblicato il 31 maggio.

Il documento fornisce una panoramica sulle principali voci di spesa ed entrate nelle casse dell’Istituto. Aumentano le entrate contributive e le prestazioni istituzionali, in particolare le pensioni, così come la spesa per l’assegno unico.

In calo, invece, le prestazioni di sostegno al reddito e le integrazioni salariali. Fanno eccezione i trattamenti di disoccupazione che invece risultano in crescita rispetto al 2022.

Assegno unico, INPS: crescono le spese per le prestazioni dedicate alle famiglie

L’INPS con il comunicato stampa pubblicato il 31 maggio 2024 annuncia la chiusura in attivo del bilancio relativo all’esercizio 2023. Il documento come previsto dalla legge, passa all’esame del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV), che entro 60 giorni si pronuncerà sull’approvazione, e del Collegio dei sindaci.

Il rendiconto generale dell’anno 2023 mostra infatti un avanzo finanziario di 12 miliardi, con un aumento delle entrate contributive del 5,4 per cento (269.1 miliardi di euro) rispetto al 2022.

Il maggior incremento in valore assoluto riguarda le contribuzioni dei lavoratori dipendenti del settore privato, ma risultano in aumento anche i contributi dei lavoratori autonomi, del settore pubblico e dei lavoratori parasubordinati e liberi professionisti.

In aumento anche le pensioni (sia pubbliche che private), che ammontano a 304 miliardi, con un incremento del 7,4 per cento rispetto all’anno precedente.

Il rendiconto generale dell’anno 2023 INPS fornisce un quadro completo anche in merito alle prestazioni erogate alle famiglie.

In generale, la spesa per la famiglia (assegni al nucleo familiare, assegno unico e universale, trattamenti di maternità, assegni di natalità, bonus asilo nido e congedi parentali) si attesta sui 23 miliardi, registrando una crescita del 12,3 per cento sul 2022.

L’andamento è motivato principalmente all’erogazione dell’assegno unico. Il 2023, infatti, è il primo anno in cui la misura è stata erogata per intero dopo l’introduzione nel marzo del 2022.

A questo si aggiunge poi la rivalutazione annuale degli importi spettanti alle famiglie, dopo l’adeguamento all’inflazione. La spesa complessiva per la prestazione per i figli a carico ha raggiunto così i 18,2 miliardi, con un incremento del 42 per cento.

Sostegno al reddito: spesa INPS in calo nel 2023, ma aumentano i trattamenti di disoccupazione

Rispetto al 2022 è invece in calo la spesa relativa al sostegno del reddito, trattamenti di disoccupazione, integrazioni salariali bonus, trattamenti di malattia ecc., con una diminuzione del 29,3 per cento.

Un calo, spiega l’INPS, principalmente imputabile al venir meno della spesa relativa al bonus 200 euro (art 32 del DL 50/2022) e al bonus 150 euro (DL n. 144/2022) che, complessivamente, nel 2022 ammontavano a oltre 8 miliardi.

Fanno però eccezione i trattamenti di disoccupazione, come NASpI e DIS-COLL, che in controtendenza con il resto dei dati mostrano un aumento del 13,5 per cento sul 2022.

Per quanto riguarda, infine, le spese per l’inclusione sociale, si registra un lieve aumento rispetto al 2022 (+0,9 per cento).

Tra le prestazioni erogate, assegni e pensioni sociali, prestazioni di invalidità civile, reddito e pensione di cittadinanza e, da settembre, il supporto per la formazione e il lavoro (SFL), spicca il calo della spesa relativa al reddito cittadinanza (meno 1,3 miliardi), che come noto è stato gradualmente ridotto (la prestazione è stata riconosciuta ai beneficiari nel limite massimo di sette mensilità) fino all’abolizione a fine dicembre, quando ha lasciato il posto all’assegno di inclusione (ADI), i cui costi non sono ovviamente calcolati nel rendiconto 2023.

INPS - Comunicato stampa del 31 maggio 2024
Rendiconto generale dell’anno 2023

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