Come funziona l'ecobonus nel 2025? Una guida alle regole e alle novità relative alla detrazione per i lavori di risparmio energetico
L’ecobonus consente, anche nel 2025, di beneficiare di una detrazione per i lavori di risparmio energetico.
La Legge di Bilancio 2025 ha ridotto la percentuale di detrazione spettante, con un taglio al 50 per cento e al 36 per cento e con regole differenziate per i lavori sulla prima casa e sugli immobili diversi dall’abitazione principale.
Per l’efficientamento energetico la percentuale di detrazione scende al 36 per cento nel 2025 e al 30 per cento dal 2026, ad eccezione delle prime case per le quali si passa al 50 per cento per un anno e poi al 36 per cento.
L’ecobonus cambia drasticamente forma, considerando che fino alla scadenza del 31 dicembre 2024 la detrazione fiscale è per tutti al 50 al 65 per cento e può arrivare fino al 75 per cento per i lavori in condominio.
Facciamo quindi il punto di come funziona ad oggi l’ecobonus e quali sono regole e condizioni d’accesso.
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Ecobonus 2025: la guida completa
- Ecobonus 2025, come funziona: detrazione al 36 e al 50 per cento
- Ecobonus 2025, stop alla detrazione più alta per i lavori in condominio
- Ecobonus 2025, l’elenco delle spese ammesse in detrazione
- Soggetti beneficiari
- Come pagare le spese
- Comunicazione ENEA
- Come ottenere il rimborso fiscale: detrazione in 10 anni
- Dai certificati bianchi alla domanda preventiva, cosa manca nella Legge di Bilancio 2025
Ecobonus 2025, come funziona: detrazione al 36 e al 50 per cento
L’ecobonus è la detrazione fiscale disciplinata dal decreto legge n. 63/2013 che incentiva i lavori di riqualificazione energetica degli edifici esistenti.
A livello pratico, con l’ecobonus è possibile portare in detrazione fiscale, le spese sostenute in relazione a specifici interventi ammessi all’agevolazione e tra le spese ammesse vi rientrano, ad esempio, quelle relative alla sostituzione di finestre, infissi, così come all’installazione di caldaie e pompe di calore ad alta efficienza.
La detrazione IRPEF o IRES va quindi richiesta in dichiarazione dei redditi ed è ripartita in 10 quote annuali di pari importo.
Si può beneficiare dell’ecobonus per i lavori sulle unità immobiliari e sugli edifici esistenti, già censiti o per i quali sia stata presentata richiesta di accatastamento, senza vincoli sul fronte della categoria catastale degli stessi. Via libera allo sconto fiscale anche sugli immobili strumentali, merce o patrimoniali.
Nonostante gli ambiziosi obiettivi della direttiva Case Green, la Legge di Bilancio 2025 ha segnato la fine del piano di detrazioni fiscali potenziate per favorire gli interventi di risparmio energetico.
Nel testo della Legge di Bilancio 2025 è evidente la “cura dimagrante” alle agevolazioni edilizie, e l’ecobonus non si salva.
A cambiare è la struttura prevista fino al 31 dicembre 2024 dall’articolo 14 del decreto legge n. 63/2013, con l’inserimento di un nuovo comma dedicato alle spese sostenute dal 2025 al 2027.
L’ecobonus riconosciuto fino a fine anno nella misura del 65 per cento o del 50 per cento passa alla “misura fissa per tutte le tipologie di interventi agevolati pari al 36 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025” , con un ulteriore taglio a partire dal 2026 e per il 2027 che porterà la detrazione al 30 per cento delle spese.
Solo per i lavori sulle prime case viene prevista una normativa più favorevole: per il 2025 l’ecobonus sarà al 50 per cento, ma dal 2026 si scende al 36 per cento. Si tratta tecnicamente delle spese sostenute “dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.”
Anno | Tipologia di immobile | Percentuale di detrazione |
---|---|---|
2025 | Prima casa | 50% |
2025 | Altri immobili | 36% |
2026-2027 | Prima casa | 36% |
2026-2027 | Altri immobili | 30% |
Stesso destino anche per il bonus ristrutturazione del 50 per cento sulle prime case, mentre viene prorogato senza novità il bonus mobili.
Ecobonus 2025, stop alla detrazione più alta per i lavori in condominio
La Legge di Bilancio stravolge l’assetto della detrazione per i lavori di risparmio energetico, penalizzando in maniera ancora più pesante i lavori condominiali.
Per quel che riguarda i lavori sulle parti comuni, fino al 31 dicembre 2024 la detrazione poteva arrivare fino al 75 per cento delle spese, per un importo massimo ammesso pari a 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare dell’edificio. Se congiuntamente si eseguono anche lavori di riqualificazione antisismica, l’ecobonus può inoltre passare all’80 o all’85 per cento della spesa.
Maggiorazioni che sono di fatto eliminate dal 2025 considerando che la norma prevista dalla Legge di Bilancio parla di “misura fissa per tutte le tipologie di interventi agevolati pari al 36 per cento delle spese sostenute nell’anno 2025 e al 30 per cento delle spese sostenute negli anni 2026 e 2027”.
Ferme restando le regole più favorevoli per i lavori sulle prime case (50 per cento nel 2025 e 36 per cento dal 2026), per gli interventi condominiali l’impatto della cura dimagrante ai bonus edilizi sarà ancor più evidente.
Ecobonus 2025, l’elenco delle spese ammesse in detrazione
Venuta meno la differenziazione delle aliquote di detrazione applicabili, nel 2025 l’ecobonus spetterà secondo il doppio binario del 50 e del 36 per cento per le seguenti spese e lavori ammessi:
Elenco lavori ecobonus | Definizione | Detrazione massima |
---|---|---|
Riqualificazione globale | Riqualificazione energetica globale | 100.000 euro |
Involucro edilizio | Coibentazione di strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti) | 60.000 euro |
Collettori solari | Installazione di collettori solari termici | 100.000 euro |
interventi di climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria con installazione sistemi di termoregolazione evoluti | 30.000 euro | |
caldaie a condensazione su parti comuni di edifici condominiali o su tutte le unità immobiliari in condominio | 30.000 euro | |
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di aria calda a condensazione | 30.000 euro | |
sostituzione integrale o parziale di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza | 30.000 euro | |
microcogeneratori | 100.000 euro | |
sostituzione scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore | 30.000 euro | |
sistemi di building automation | 15.000 euro | |
Involucro edilizio | sostituzione di finestre comprensive di infissi | 60.000 euro |
installazione di schermature solari | 60.000 euro | |
Impianto di climatizzazione invernale e produzione acqua calda sanitaria | Caldaie a condensazione su singole unità immobiliari con efficienza energetica per riscaldamento superiore o uguale al 90 per cento | 30.000 euro |
installazione impianti di climatizzazione invernale con generatori di calore alimentabili a biomasse combustibili | 30.000 euro |
Soggetti beneficiari
L’ecobonus può essere richiesto da tutti i contribuenti, anche i titolari di reddito di impresa, che risultino possessori di un immobile in favore del quale vengono posti in essere lavori finalizzati al risparmio energetico
La detrazione è quindi sia sull’IRPEF che sull’IRES e, per i titolari di reddito d’impresa, spetta solo per i fabbricati strumentali utilizzati nell’esercizio dell’attività imprenditoriale.
Nel dettaglio, i contribuenti che possono richiedere la detrazione fiscale sono:
- i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
- le associazioni tra professionisti;
- gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale;
- persone fisiche ovvero: titolari di un diritto reale sull’immobile, condomini per gli interventi sulle parti comuni, inquilini, coloro che possiedono un immobile in comodato, familiari o conviventi che sostengono le spese.
La detrazione fiscale è riconosciuta soltanto su lavori di riqualificazione energetica effettuati su unità immobiliari ed edifici residenziali esistenti.
Non sono ammesse in detrazione le spese sostenute in corso di costruzione di un nuovo immobile.
Come pagare le spese
Le spese detraibili con l’ecobonus dovranno essere pagate:
- per i contribuenti non titolari di reddito d’impresa, esclusivamente tramite bonifico bancario o postale. I contribuenti nel versamento con bonifico dovranno indicare la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, il numero di partita Iva o il c.f. del soggetto a favore di cui si effettua il pagamento;
- i contribuenti titolari di reddito d’impresa non sono soggetti all’obbligo di pagare tramite bonifico ma l’importante è conservare idonea documentazione per la prova delle spese.
Comunicazione ENEA
Ai fini dell’ecobonus è obbligatorio l’invio della comunicazione ENEA delle spese effettuate, che dovrà essere trasmessa entro la scadenza di 90 giorni dalla data di fine dei lavori.
Per poter beneficiare delle detrazioni fiscali bisognerà inviare all’ENEA i seguenti dati:
- dati anagrafici del beneficiario;
- informazioni relative all’immobile oggetto di intervento;
- tipologia di intervento.
In sede di compilazione, si consiglia di consultare le istruzioni contenute nel vademecum per l’Ecobonus pubblicato da ENEA, contenente una scheda per ciascuna delle tipologie di lavoro ammesso in detrazione fiscale.
Secondo quanto previsto dal Decreto Edifici del 19 febbraio 2007, all’articolo 4, comma 1-bis chi intende avvalersi della detrazione è tenuto a inviare comunicazione all’ENEA dei seguenti dati:
- copia dell’attestato di certificazione o di qualificazione energetica (allegato A del Decreto),
- scheda informativa relativa agli interventi realizzati (nella specie, l’allegato F del Decreto, trattandosi di lavori di sostituzione di finestre, comprensive di infissi, in singole unità immobiliari).
L’adempimento assume quindi natura obbligatoria e vincolante ai fini dell’accesso alla detrazione fiscale.
Cosa accade invece se si commettono errori di compilazione o se l’invio non è effettuato entro il termine di 90 giorni?
Sui casi di ritardi o omissioni, l’articolo 2 del decreto legge n. 16/2012 ha previsto che l’accesso a benefici fiscali subordinati all’obbligo di preventiva comunicazione o altri adempimenti formali non eseguiti tempestivamente non è precluso se la violazione non è stata constatata, non siano iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento.
Una norma che si applica se il contribuente:
- ha i requisiti sostanziali richiesti dalle norme di riferimento;
- effettui la comunicazione ovvero esegua l’adempimento richiesto entro il termine di presentazione della prima dichiarazione utile;
- versi contestualmente l’importo pari alla misura minima della sanzione stabilita dall’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, secondo le modalità stabilite dall’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, esclusa la compensazione ivi prevista.
Nell’ambito dell’ecobonus quindi non si perde la detrazione fiscale in caso di invio tardivo, a patto di effettuare la trasmissione entro la data di invio della prima dichiarazione dei redditi la cui scadenza è successiva a quella della comunicazione ENEA.
Come ottenere il rimborso fiscale: detrazione in 10 anni
Non si intravedono novità all’orizzonte in merito alle regole per l’accesso all’ecobonus. Venuta meno dall’inizio del 2024 la possibilità di optare per la cessione del credito e lo sconto in fattura, la detrazione fiscale riconosciuta per le spese sostenute nel 2025 potrà essere fruita esclusivamente in modalità ordinaria.
Lo sconto IRPEF o IRES dovrà essere richiesto in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi e l’importo spettante potrà essere recuperato in 10 rate annuali di pari importo.
Dai certificati bianchi alla domanda preventiva, cosa manca nella Legge di Bilancio 2025
La Manovra ha modificato in più punti l’ecobonus, peggiorando le misure dell’agevolazione e con una serie di “promesse mancate”.
Si ricorda infatti che il Piano Strutturale di Bilancio approvato dallo stesso Governo già anticipava alcune novità anche sul futuro delle agevolazioni in materia edilizia, evidenziando l’intento di ridurre il peso delle detrazioni fiscali.
Tra i punti che meritano attenzione vi è l’intento di adozione di misure che favoriscano e creino:
“un mercato per i certificati bianchi per il settore residenziale civile per incentivare gli interventi più efficienti e ridurre il ruolo delle detrazioni fiscali”.
Cosa sono quindi i certificati bianchi, strumento con il quale le famiglie potrebbero trovare a doversi interfacciare? Si tratta in sostanza di titoli, trasformabili in denaro (e quindi monetizzabili), ai quali è possibile accedere in caso di lavori che consentono di ridurre i consumi energetici.
Ad oggi si tratta di uno strumento utilizzato per lo più in ambito industriale, infrastrutturale e ad esempio nel settore dei trasporti, ma è già possibile accedervi anche per i lavori effettuati in ambito residenziale.
Il meccanismo d’accesso è però particolarmente complesso, fattore che rende il sistema dei certificati bianchi poco attrattivo rispetto alle detrazioni fiscali.
La direzione delineata dal Governo è però chiara ed è evidente l’intento di introdurre sistemi di controllo ex ante. All’ipotesi dei certificati bianchi nel corso degli ultimi mesi si è affiancata quella di agevolazioni richiedibili a domanda, anche con il fine di monitorare al meglio il flusso di cassa per lo Stato.
Novità che per il momento restano però inattuate, nell’attesa di una revisione complessiva delle agevolazioni edilizie.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Ecobonus 2025, come funziona la detrazione per il risparmio energetico