Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva case green. Chi sarà chiamato a ristrutturare la propria abitazione? Saranno interessate quelle con le classi energetiche più basse ma si dovrà attendere il recepimento degli obiettivi nella normativa nazionale entro due anni
Nel giro di qualche anno diversi soggetti saranno chiamati a ristrutturare casa.
Nella giornata di ieri, 12 marzo 2024, il Parlamento europeo ha approvato la cosiddetta “Direttiva case green”, che dovrà essere formalmente approvata dal Consiglio europeo.
Gli Stati avranno poi due anni di tempo per recepire gli obiettivi della direttiva. Obiettivi che, per gli edifici residenziali, dovranno permettere una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16 per cento entro il 2030. La percentuale viene innalzata al 20-22 per cento entro il 2035.
Non è ancora possibile sapere con certezza quali saranno gli edifici che dovranno essere oggetto di ristrutturazioni nell’ottica di risparmio energetico ma con buona probabilità saranno quelli con le classi energetiche più basse.
Potranno essere previste esenzioni, ad esempio per le seconde case utilizzate meno di quattro mesi ogni anno o gli immobili con superficie fino a 50 metri quadrati. Per i dettagli si dovrà attendere la legge che renderà concreti gli indirizzi nel quadro normativo nazionale.
Chi dovrà ristrutturare casa? Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva green
Non c’è ancora certezza su chi saranno i soggetti chiamati a ristrutturare casa, per effetto della direttiva green approvata ieri dal Parlamento europeo.
Per il Sole 24 Ore saranno interessati circa 5 milioni di immobili con le performance energetiche peggiori. Con buona probabilità saranno chiamati a ristrutturare la propria abitazione i soggetti con case con le più basse categorie energetiche.
La direttiva, che ha ottenuto il via definitiva con 370 voti favorevoli, 199 voti contrari e 46 astensioni, ha diversi obiettivi finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche nell’edilizia.
Le riduzioni di gas serra e consumi energetici dovranno avranno un passaggio intermedio entro il 2030, per poi arrivare alla neutralità climatica entro il 2050.
Finalità che richiedono notevoli interventi in diversi ambiti, tra cui quello degli edifici residenziali. La tabella di marcia richiederà di intervenire per raggiungere:
- una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16 per cento entro il 2030;
- una diminuzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 20-22 per cento entro il 2030.
Nello specifico i nuovi edifici che verranno costruiti dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030.
Per l’adeguamento dei vecchi edifici, invece, gli interventi dovrebbero essere adottati nei prossimi due anni.
Per diventare legge la direttiva dovrà essere approvata formalmente anche dal Consiglio europeo, l’organo dell’Unione che riunisce i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi dell’UE, e poi essere recepito dalla normativa nazionale.
Gli altri obiettivi della direttiva case green
Gli interventi sugli edifici residenziali non saranno gli unici a dover essere adottati.
Dal 2025 saranno vietati incentivi per caldaie autonome a combustibili fossili. Saranno ancora possibili incentivi per i sistemi di riscaldamento che usano una quantità significativa di energia rinnovabile, ad esempio caldaie combinate con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Lavori di miglioramento energetico dovranno essere previsti anche per edifici pubblici, che dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028.
Nel calcolare le emissioni gli Stati dovranno calcolare anche l’impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio. Dovranno quindi essere inclusi i processi di produzione e smaltimento del materiale necessario per la costruzione.
Dovranno inoltre essere adottate misure per l’istallazione di impianti solari in edifici pubblici e non residenziali, qualora tecnicamente ed economicamente fattibile. Lo stesso dovrà essere previsto su tutti i nuovi edifici residenziali costruiti entro il 2030.
La direttiva richiamerà quindi un ampio ventaglio di interventi in ambito edilizio, alcuni di breve e medio periodo, altri con una prospettiva più lunga.
Per i dettagli si dovrà attendere le norme che inseriranno gli obiettivi nella normativa nazionale, dettagliandone anche gli aspetti operativi.
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