Contributi a fondo perduto del Decreto Agosto, dove sono finiti? Ancora non è stato compiuto il passaggio dalla teoria alla pratica. Dall'analisi degli articoli 58 e 59 del DL numero 104 del 2020 fino alle possibili cause del ritardo: un approfondimento sul tema.
Il nuovo fondo perduto, chi lo ha visto? Il 7 agosto è stato presentato il testo del Decreto Agosto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale una settimana dopo con il nome di Decreto Legge numero 104 del 2020. Sono passati, ormai, due mesi esatti.
Entro il 13 ottobre le Camere dovranno convertirlo in legge: la scadenza è ormai prossima, ma di come poter fruire dei contributi a fondo perduto previsti per i settori della ristorazione e del turismo non si ha ancora notizia.
I contributi a fondo perduto del Decreto Agosto
I riferimenti al’interno del testo sono gli articoli 58 e 59. Il primo dal titolo “Fondo per la filiera della ristorazione” istituisce un fondo di 600 milioni di euro gestito dal Ministero delle politiche agricole che, come si legge nel testo, è finalizzato all’erogazione di un contributo a fondo perduto alle imprese in attività alla data di entrata in vigore del DL Agosto con uno dei seguenti codici ATECO prevalente:
- 56.10.11 – ristorazione con somministrazione;
- 56.29.10 – mense;
- 56.29.20 – Catering continuativo su base contrattuale per l’acquisto di prodotti, inclusi quelli vitivinicoli, di filiere agricole e alimentari, anche DOP e IGP, valorizzando la materia prima di territorio.
Al comma 2 si legge:
“Il contributo spetta a condizione che l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore ai tre quarti dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi medi dei mesi da marzo a giugno 2019”.
E termina precisando che “Il predetto contributo spetta ai soggetti che hanno avviato l’attività a decorrere dal 1° gennaio 2019”.
L’articolo 59 “Contributo a fondo perduto per attività economiche e commerciali nei centri storici” stabilisce, invece, a favore dei predetti esercizi ubicati nelle aree centrali di comuni capoluoghi di provincia o di Città metropolitane a particolare attrazione turistica che abbiano registrato presenze turistiche di cittadini residenti in paesi esteri:
- per i comuni capoluogo di provincia, in numero almeno tre volte superiore a quello dei residenti negli stessi comuni;
- per i comuni capoluogo di città metropolitana, in numero pari o superiore a quello dei residenti negli stessi comuni.
Sono 29 i comuni che rispondono alle predette caratteristiche:
- Agrigento;
- Bari;
- Bergamo;
- Bologna;
- Bolzano;
- Cagliari;
- Catania;
- Como;
- Firenze;
- Genova;
- La Spezia;
- Lucca;
- Matera;
- Milano;
- Napoli;
- Padova;
- Palermo;
- Pisa;
- Ragusa;
- Ravenna;
- Rimini;
- Roma;
- Siena;
- Siracusa;
- Torino;
- Urbino;
- Venezia;
- Verbania;
- Verona.
Le condizioni per poterne fruire e le relative modalità di calcolo ricalcano quanto già previste per il contributo a fondo perduto di cui al Decreto 34 del 2020, più conosciuto come Decreto Rilancio: riduzione del fatturato e dei corrispettivi, questa volta di due terzi, riferito al mese di giugno 2020 e rispetto allo stesso mese del 2019.
Con riferimento all’ammontare dei ricavi e compensi conseguiti nell’ultimo esercizio precedente chiuso alla data di entrata in vigore del decreto ecco le percentuali spettanti sulla differenza tra giugno 2019 e giugno 2020:
- 15% sotto i 400 mila euro;
- 10% fino ad 1 milione di euro;
- 5% per importi superiori ad un milione di euro.
Diversamente da quanto disposto in precedenza non è stato stabilito un limite massimo del volume di ricavi oltre il quale le imprese non è possibile accedere al beneficio, ma un importo massimo del contributo richiedibile corrispondente a 150.000 euro.
Ulteriore precisazione è indicata al comma 6:
“Tale beneficio non è cumulabile con il contributo di cui all’articolo 58 sopra citato pertanto le imprese di ristorazione che hanno i requisiti per richiedere entrambi potranno pertanto accedere a uno solo dei due”.
Il fondo perduto del Decreto Agosto, chi lo ha visto?
È difficile comprendere perché si stia procedendo con ritardo alla comunicazione di modi e tempi di fruizione.
La precedente “campagna” del fondo perduto ha avuto, potremmo dire, un sostanziale successo se non per qualche incertezza interpretativa e per il fatto che ancora oggi restano in sospeso diverse istanze, presentate tra luglio e agosto e quindi a ridosso della scadenza.
Non vi sono, almeno a mio sapere, notizie ufficiali al riguardo ma dato il successo di questo istituto si presume che i fondi stanziati siano esauriti.
La ripresa non è stata per tutti uguale ed in particolare proprio per le attività commerciali e di somministrazione basate sul turismo di provenienza estera.
Il governo stesso, con le misure inserite nei diversi decreti, ha dimostrato di avere ben presente la situazione, ma se all’annuncio del provvedimento non segue una celere azione, si ottiene un risultato analogo al bonus sanificazione, riconosciuto in maniera nettamente inferiore alle aspettative. Solo il 9,38%.
Basterebbe una maggiore attenzione nella comunicazione da parte di Governo ed Istituzioni sulla realtà dei fatti.
Non voglio pensare a motivi diversi, attinenti alle inefficienze della macchina statale, che possono anche verificarsi ma che sono del tutto ingiustificabili in questo momento storico e comunque superabili dalla volontà politica di porvi immediato rimedio.
Ritengo, invece, che non ci sia sufficiente disponibilità della liquidità necessaria a copertura degli oneri assunti.
Possiamo immaginarlo ed anche comprenderlo vista la situazione contingente che stiamo vivendo con il rischio di una seconda ondata pandemica che non aiuta l’economia del paese e i flussi in entrata dell’Erario, ma è poco serio che lo si continui a nascondere come il segreto di Pulcinella.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il fondo perduto del Decreto Agosto, chi lo ha visto?