Le aziende e i dipendenti potranno stipulare contratti a tempo determinato oltre i 12 mesi con causali meno rigide anche nel 2025. Le novità in arrivo con il decreto Milleproroghe
Novità in arrivo per i contratti di lavoro a tempo determinato. Il decreto Milleproroghe 2025 estende per un altro anno la possibilità di stipulare contratti oltre i 12 mesi indicando causali meno rigide.
Si confermano dunque le novità introdotte nel 2024 e previste fino alla fine dell’anno in corso.
I contatti a tempo determinato potranno essere sottoscritti per una durata superiore ai 12 mesi, ma non superiore a 2 anni, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti
Contratti a termine: causali flessibili per tutto il 2025
Sono in arrivo importanti novità in materia di lavoro e occupazione, in particolare per quanto riguarda i contratti a tempo determinato.
A prevederle è il decreto Milleproroghe 2025, approvato dal Consiglio dei Ministri il 9 dicembre.
Tra i provvedimenti contenuti nel testo, infatti, figura anche la proroga oltre i 12 mesi per i contratti a termine con l’indicazione di causali meno rigide.
In sintesi, anche per tutto il prossimo anno, sarà possibile stipulare contratti a termine per più di un anno (ma comunque nel limite di 2 anni) per esigenze specifiche.
Si tratta della novità in vigore dal 2023, introdotta per la prima volta dal decreto lavoro (art. 24 del DL n. 48/2023), e poi estesa dal decreto Milleproroghe 2024 al prossimo 31 dicembre. Con l’intervento previsto dal nuovo Milleproroghe il termine passerebbe al 31 dicembre 2025.
In cosa consiste la misura?
Con l’obiettivo di garantire maggiore flessibilità e sopperire alle necessità occupazionali del mercato del lavoro, il DL Lavoro ha eliminato alcune delle limitazioni introdotte nel 2018 dal Decreto Dignità per lasciare spazio a nuove causali per il superamento del limite di 12 mesi del contratto a termine.
I contratti a tempo determinato, dunque, possono avere una durata superiore ai 12 mesi, ma comunque non superiore a 2 anni:
- nei casi previsti dai contratti collettivi;
- in assenza delle previsioni di cui al punto precedente, nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva individuate dalle parti;
- in sostituzione di altri lavoratori.
Ad essere interessato dalla modifica è proprio il termine del 31 dicembre 2024, che viene esteso di un anno, quindi fino al 31 dicembre 2025.
Contratti a termine: quando non si applicano le causali?
Ricordiamo che come previsto dalla normativa, il contratto di lavoro subordinato a termine può prevedere un cosiddetto periodo acausale di durata non superiore a 12 mesi. Può prevedere anche una durata maggiore (comunque non oltre i 24 mesi, oltre i quali catta l’assunzione a tempo indeterminato) solamente in presenza di una delle causali indicate.
Per tutto il 2025, pertanto, sarà possibile stipulare contratti a termine per più di un anno anche se le parti individuano, in assenza di previsioni nei CCNL, specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva per motivare l’estensione.
Ad ogni modo, per le conferme si attende ora la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.
Come previsto dal decreto lavoro, dette causali non si applicano in alcune situazioni particolari e cioè ai contratti:
- stipulati dalle pubbliche amministrazioni;
- di lavoro a tempo determinato stipulati dalle università private, istituti pubblici di ricerca, società pubbliche che promuovono la ricerca e l’innovazione;
- stipulati da enti privati di ricerca e lavoratori chiamati a svolgere attività di insegnamento, di ricerca scientifica o tecnologica, di trasferimento di know-how, di supporto all’innovazione, di assistenza tecnica alla stessa o di coordinamento e direzione.
In questi casi, infatti, continuano ad applicarsi le disposizioni vigenti prima della data di entrata in vigore del Decreto Dignità.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Contratti a termine: causali flessibili per tutto il 2025