Tra modifiche normative e problemi tecnici, la proroga per l'adesione al concordato preventivo diventa sempre più necessaria. E il CNDCEC scrive ancora al MEF. Ma mentre i commercialisti rinnovano la richiesta, manca pochissimo alla scadenza
Dopo i malfunzionamenti dei servizi dell’Agenzia delle Entrate che si sono verificati negli ultimi giorni, si rafforzano sempre di più le motivazioni alla base della richiesta di proroga per l’adesione al concordato preventivo da parte dei commercialisti.
Ma mentre il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili scrive ancora al Ministero dell’Economia e delle Finanze per ottenere più tempo, alla scadenza mancano poche ore e da via XX Settembre non arriva alcun segnale di apertura.
Concordato preventivo: i commercialisti chiedono la proroga fino alla fine
“Le notevoli difficoltà che i contribuenti e i professionisti che li assistono stanno incontrando, in questi giorni, per il rispetto del termine di domani 31 ottobre per la trasmissione delle dichiarazioni e per l’eventuale adesione al concordato preventivo biennale”, con queste parole contenute nella lettera inviata al MEF il 30 ottobre il presidente del CNDCEC de Nuccio torna a chiedere una proroga delle scadenze in calendario.
Ma, come ha ribadito il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo più volte nelle ultime settimane, accogliere le richieste degli addetti ai lavori è impossibile perché il calendario del concordato preventivo è legato a quello dei lavori sulla Legge di Bilancio 2025.
È necessario conoscere quanto prima i dati sulle adesioni per mettere in cantiere, eventualmente, nuovi interventi sull’IRPEF.
Ma mentre il MEF tira dritto sul calendario, alle motivazioni alla base della richiesta di proroga, già evidenziate nelle scorse settimane dai commercialisti, si aggiungono le criticità tecniche emerse negli ultimi giorni , che pure hanno un peso importante nell’economia generale del rispetto delle scadenze e degli adempimenti:
“Alle già segnalate difficoltà derivanti da un quadro normativo di riferimento ancora non definitivo per quanto concerne in particolare, il regime di “ravvedimento speciale” per le annualità pregresse connesso al concordato preventivo biennale (v., da ultimo, l’articolo 7 del decreto-legge 19 ottobre 2024, n.155, ancora in corso di conversione in legge, che ha ampliato la platea dei soggetti che possono avvalersi del predetto regime) nonché da chiarimenti di prassi in costante aggiornamento (i più recenti si devono alle risposte alle Faq pubblicate, nella giornata del 28 ottobre, sul sito istituzionale dell’Agenzia delle entrate), si è aggiunto dapprima, lo stesso 28 ottobre, un generale malfunzionamento dei servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle entrate culminato con un blocco totale nel pomeriggio e poi, in data odierna, lo scarto di numerosi modelli F24 di versamento, con motivazione “Squadratura contabile sezione erario”, con cui i contribuenti stanno provvedendo a versare, tra le altre, le imposte sostitutive dovute per il “ravvedimento” per gli anni pregressi”.
Scrive de Nuccio nella lettera datata 30 ottobre e indirizzata al viceministro dell’Economia Maurizio Leo e al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.
Le basi e le ragioni per concedere più tempo sia per l’invio delle dichiarazioni dei redditi sia per l’adesione al concordato sono reali e concrete.
E, sottolinea il CNDCEC, trovano riscontro anche nella normativa: in particolare l’articolo 1 del decreto-legge 21 giugno 1961, n. 498, in caso di “malfunzionamento degli uffici finanziari a causa di eventi di carattere eccezionale, non riconducibili a disfunzioni organizzative dell’amministrazione finanziaria” prevede la possibilità di concedere 10 giorni più per scadenze e adempimenti.
Nel frattempo, però, per il concordato preventivo così come per tutte le altre scadenze, il calendario resta invariato: le porte di via XX Settembre restano chiuse.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concordato preventivo: a un passo dalla scadenza i commercialisti chiedono di nuovo la proroga