Concordato preventivo, Leo (MEF): “rischio accertamenti per chi non aderisce”

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Concordato preventivo biennale, rischio accertamenti più alto per chi non aderisce. Le parole del Viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, nel corso dello Speciale Telefisco 2024

Concordato preventivo, Leo (MEF): “rischio accertamenti per chi non aderisce”

Concordato preventivo, a rischio accertamenti chi sceglierà di non aderire al patto con il Fisco.

A parlarne è stato il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, intervenuto nel corso dello Speciale Telefisco organizzato oggi da Il Sole 24 Ore.

Questo l’effetto della norma che prevede in caso di mancata adesione al concordato l’inserimento in liste selettive di controllo, ma anche degli obiettivi del Piano Strutturale di Bilancio, che punta anche sulla compliance e sul contrasto all’evasione.

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Concordato preventivo biennale per le partite IVA, Leo (MEF): rischio accertamenti per chi non aderisce

Non è una novità il fatto che Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza possano intensificare i controlli nei confronti dei titolari di partita IVA che non aderiranno al concordato preventivo biennale o ne decadranno.

Si tratta, in effetti, di una disposizione prevista dall’articolo 34 del decreto legislativo n. 13/2024, sulla quale ora si torna a puntare l’attenzione in vista della scadenza di fine ottobre.

Il concordato preventivo biennale è quindi tema centrale del periodo; se ne è parlato a vario titolo nel corso dello Speciale Telefisco 2024, anche durante la tavola rotonda alla quale ha partecipato anche il Viceministro del MEF, Maurizio Leo.

Si va verso l’avvio della campagna di alert con la quale l’Agenzia delle Entrate tenterà di incentivare le adesioni. Un tentativo di sprint finale al quale si affianca anche il remind delle conseguenze in caso di mancata adesione.

Chi non aderirà al concordato preventivo verrà inserito in liste selettive, ricorda il Viceministro Leo.

Ovviamente, non vi sarà nessun effetto negativo in caso di IVA e redditi correttamente dichiarati.

In caso contrario, sarà invece alto il rischio di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il tutto anche considerando l’obiettivo di un maggiore e più efficace contrasto all’evasione previsto dal Governo e che troverà spazio nel Piano Strutturale di Bilancio.

Concordato preventivo biennale, su rischi e benefici cantiere ancora aperto

Sul binomio rischi e benefici legati al concordato preventivo biennale sono in corso ulteriori valutazioni.

Se ne è parlato molto nel corso della settimana: dai principali partiti di Maggioranza è arrivata la proposta, formulata in un emendamento al decreto Omnibus, di affiancare all’adesione al patto tra Fisco e partite IVA anche una sanatoria sul pregresso, per gli anni dal 2018 al 2023.

Una proposta sulla quale il Viceministro Leo non si è esposto: gli uffici competenti valuteranno gli aspetti tecnici e sarà il Parlamento a trarre le conclusioni. Al momento quindi, non vi sono conferme - ma tantomeno smentite - sulle novità in campo.

Stesso discorso anche sul programma di disincentivazione legato alla proposta di ridurre i limiti per le sanzioni accessorie in ambito tributario per chi non accetterà il concordato preventivo biennale.

Il cantiere è quindi ancora aperto, quando di fatto manca poco più di un mese alla scadenza per l’adesione. Un termine vicinissimo e per il quale l’Agenzia delle Entrate è al lavoro, con una campagna informativa che nei prossimi giorni vedrà recapitare avvisi ad hoc nel Cassetto Fiscale dei contribuenti.

L’obiettivo resta sempre lo stesso: stimolare le adesioni al patto per il prossimo biennio. Con regole che però potrebbero cambiare ancora.

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