Cassa integrazione per il coronavirus: cos'è e come funziona l'ammortizzatore sociale pensato per salvaguardare gli stipendi dei dipendenti di aziende in crisi? Tutte le regole ed istruzioni, anche alla luce delle novità previste dal DPCM del 4 marzo 2020.
Cassa integrazione: cos’è e come funziona? Il coronavirus mette a rischio la quotidianità di imprese e lavoratori, ed è tramite gli ammortizzatori sociali che il Governo punta a salvaguardare gli stipendi dei dipendenti ed i conti delle aziende.
Il DPCM del 4 marzo 2020 ha disposto semplificazioni ed agevolazioni in materia di cassa integrazione ordinaria ed in deroga per i primi 11 Comuni di Lombardia e Veneto inseriti nella zona rossa.
La cassa integrazione sarà tuttavia uno dei focus delle misure economiche annunciate dal Governo, che dovrebbero rientrare in un nuovo decreto da approvare in settimana.
In un periodo di crisi evidente per molte aziende, soprattutto del settore ristorazione e commercio, l’interesse su cos’è e soprattutto come funziona la cassa integrazione cresce notevolmente.
Di seguito una panoramica delle regole vigenti e delle novità annunciate dal Governo per favorire l’accesso alla cassa integrazione per l’emergenza coronavirus.
Cassa integrazione: cos’è
La cassa integrazione è uno degli ammortizzatori sociali presenti in Italia, è riconosciuto in costanza di rapporto di lavoro ed è finalizzato a garantire l’erogazione dello stipendio ai dipendenti di aziende in situazioni di difficoltà.
È l’INPS, nel caso di avvenimenti che portano alla riduzione o sospensione dell’attività ordinaria, ad erogare una parte dello stipendio ai dipendenti delle aziende.
Le situazioni che consentono di accedere alla cassa integrazione sono diverse, ed è per questo che si parla di cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga.
Come funziona la cassa integrazione ordinaria, straordinaria ed in deroga
Per capire come funziona la cassa integrazione è necessario innanzitutto distinguere tra i casi in cui è possibile accedere alla CIGO, alla CIGS e alla CIGD.
La CIGO è la cassa integrazione ordinaria, alla quale è possibile accedere per situazioni aziendali causate da eventi transitori, la cui causa è da attribuire ad accadimenti esterni e non imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori.
Possono accedervi le aziende appartenenti ai settori dell’edilizia e dell’industria, nei confronti dei quali è garantita l’erogazione di un’indennità pari all’80% della retribuzione giornaliera, calcolata in base alla ore non lavorate, e fino ad un massimo di 40 ore al giorno. La durata massima della CIGO è di 13 settimane, prorogabile trimestralmente fino ad un massimo di 52 settimane.
La CIGS, cassa integrazione straordinaria viene invece riconosciuta nel caso di eventi aziendali strutturali (come riorganizzazioni, crisi o contratti di solidarietà) e spetta alle aziende commerciali (più di 50 dipendenti), imprese di viaggio (più di 15 dipendenti), di trasporto aereo e aeroportuale (senza limiti di dipendenti).
L’indennità riconosciuta è pari all’80% dello stipendio e la durata massima è fissata in 36 mesi per cinque anni.
La CIGD, cassa integrazione in deroga, è invece riconosciuta ai lavoratori di aziende escluse da quella ordinaria e straordinaria. L’indennità riconosciuta dall’INPS è sempre pari all’80% dello stipendio, e la durata è fissata in 36 mesi per quinquennio.
Cassa integrazione e coronavirus: le misure vigenti e le novità in arrivo
È favorendo il ricorso alla cassa integrazione che il Governo punta a tutelare stipendi e posti di lavoro, così come a salvaguardare i conti delle aziende.
Un primo intervento in tal senso è stato fatto con il DPCM del 4 marzo 2020, con il quale negli 11 Comuni della zona rossa sono state introdotte le seguenti novità:
- cassa integrazione ordinaria per le unità produttive operanti nei comuni elencati e per i lavoratori ivi domiciliati, il ricorso alla cassa integrazione è esteso ai datori di lavoro iscritti al Fondo di integrazione salariale - FIS;
- possibilità di sospensione della Cassa integrazione straordinaria per le imprese che vi avessero fatto ricorso prima dell’emergenza sanitaria e sostituzione con Cassa integrazione ordinaria;
- cassa integrazione in deroga per i datori di lavoro del settore privato, compreso quello agricolo, con unità produttive operanti nei comuni elencati e per i lavoratori ivi domiciliati, che non possano beneficiare dei vigenti strumenti di sostegno al reddito, per la durata della sospensione del rapporto di lavoro e comunque per un periodo massimo di tre mesi.
Un primo necessario intervento che, alla luce degli ultimi fatti, necessita di essere esteso. Tutta Italia è ormai una grande “zona arancione”, e la zona rossa di emergenza coronavirus è stata estesa a tutto il territorio della Lombardia e a molte importanti province tra Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.
Di cassa integrazione per superare le ricadute economiche da coronavirus si parlerà con il varo del secondo decreto contenente misure per aziende e lavoratori.
I Consulenti del Lavoro hanno richiesto al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, di estendere a tutte le imprese la cassa integrazione guadagni in deroga. Un occhio di riguardo dovrà poi essere rivolto alle piccole imprese, attualmente escluse dall’ammortizzatore sociale.
L’impegno assunto dal Governo è quello di potenziare la cassa integrazione, per dare una risposta adeguata alle imprese in difficoltà e per evitare che il coronavirus riduca stipendi e posti di lavoro.
Ulteriori novità sono attese in settimana. Vi aggiorneremo non appena possibile.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Cassa integrazione, cos’è e come funziona