Esonero contributi INPS, il decreto Ristori prevede l'agevolazione per i datori di lavoro privati che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale: 4 mesi entro il 31 maggio 2021. I dettagli dell'ultima bozza prima dell'ok del Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2020 devono trovare conferma nel testo ufficiale in pubblicazione in GU.
Esonero contributi INPS, per i datori di lavoro che hanno ridotto l’attività a causa del coronavirus è prevista l’agevolazione per quattro mesi fruibili entro il 31 maggio 2021.
L’esonero totale è riconosciuto se il calo del fatturato è superiore al 20%, in caso contrario è del 50%.
In base a quanto previsto nell’ultima bozza del decreto Ristori, precedente all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2020, i datori di lavoro non devono richiedere i trattamenti di integrazione salariale.
Devono in ogni caso essere corrisposti premi e contributi dovuti all’INAIL.
Esonero contributi INPS, decreto Ristori: agevolazione per 4 mesi
Il decreto Ristori prevede l’esonero dei contributi INPS per i datori di lavoro, privati e non agricoli, che non richiedono i trattamenti di integrazione salariale e cassa integrazione.
A confermare la misura annunciata dall’esecutivo per bilanciare le conseguenze economiche delle chiusure previste dal nuovo dpcm è l’ultima bozza precedente all’approvazione del provvedimento da parte del Consiglio dei Ministri del 27 ottobre 2020.
A prevederlo è il comma 13 dell’articolo 13 che aggiungerebbe quattro ulteriori settimane fruibili entro il 31 gennaio 2021, nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nel mese di giugno 2020.
Nel complesso la riduzione è prevista per un massimo di quattro mesi fruibili entro il 31 maggio 2020.
L’esonero è determinato in base alla perdita di fatturato registrata nei primi tre trimestri del 2020 rispetto al fatturato relativo al corrispondente periodo del 2019 ed è pari:
- al 50% dei contributi previdenziali per i datori di lavoro che hanno subito una riduzione del fatturato inferiore al 20%;
- al 100% dei contributi previdenziali per i datori che hanno subito una riduzione del fatturato pari o superiore al 20%.
Esonero contributi INPS, decreto Ristori: devono essere versati i premi e i contributi INAIL
Tra le misure del Governo del decreto Ristori, in fase di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, c’è appunto l’esonero dei contributi INPS.
Ne hanno diritto i datori di lavoro del settore privato che non utilizzano i trattamenti di integrazione salariale.
Nella bozza del decreto è previsto che resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
La misura che potenzia quella già precedentemente prevista all’articolo 3, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, ovvero il decreto Agosto, stabilisce che l’esonero è previsto nei limiti delle ore di integrazione salariale già fruite nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto 2020.
Sono esclusi dall’esonero, devono cioè essere corrisposti, i premi e i contributi dovuti all’INAIL.
In attesa delle conferme del testo ufficiale, la bozza del decreto prevede che i datori di lavoro privati che abbiano richiesto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali, previsto dal decreto Agosto, possono rinunciare per la frazione di esonero richiesto e non goduto e contestualmente presentare domanda per accedere ai trattamenti di integrazione salariale.
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