Cartelle notificate dal 1° settembre 2021, 150 giorni per pagare: novità DL Fiscale

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazioni e adempimenti

Cartelle notificate dal 1° settembre 2021, sale a 150 giorni il termine per pagare le somme richieste dall'AdER. La novità è contenuta nel Decreto Fiscale e punta a rendere meno gravosa la ripresa delle attività di riscossione.

Cartelle notificate dal 1° settembre 2021, 150 giorni per pagare: novità DL Fiscale

Cartelle notificate dal 1° settembre 2021: sale a 150 giorni il termine per pagare le somme dovute.

La novità è contenuta nel testo del Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, approdato in Gazzetta Ufficiale il 21 ottobre 2021.

La proroga prevista per il pagamento delle cartelle esattoriali inviate ai contribuenti dopo la fine del periodo di sospensione sarà temporanea.

Se fino al 31 dicembre 2021 si avrà più tempo per pagare, per le cartelle notificate dal 1° gennaio 2022 sarà ripristinato il termine ordinario di 60 giorni dalla data di notifica.

Al rinvio dei termini di pagamento delle nuove cartelle esattoriali, il decreto legge n. 146/2021 affianca una serie di ulteriori novità in materia di riscossione, tra cui l’ulteriore apertura per il pagamento delle rate della pace fiscale.

Cartelle notificate dal 1° settembre 2021, 150 giorni per pagare: novità DL Fiscale

Dal 1° settembre 2021 l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha avviato l’attività di notifica delle cartelle esattoriali rimaste nel cassetto dal mese di marzo 2020; una ripartenza graduale, che si affianca agli appuntamenti con le rate relative ad atti già notificati e con quelle relative ai carichi ammessi alla pace fiscale.

Per gli atti notificati da settembre e fino al 31 dicembre 2021 il Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022 prolunga fino a 150 giorni il termine per il relativo pagamento, senza applicazione di interessi di mora. Dal 1° gennaio 2022 tornerà operativo il termine ordinario di 60 giorni.

Tra le ulteriori novità previste, il Decreto Fiscale n. 146/2021 rimodula le scadenze relative alla pace fiscale, stabilendo la riammissione nei termini dei contribuenti che non hanno versato le rate relative al 2020. L’intera somma dovuta dovrà essere versata entro il 30 novembre 2021, accanto alle rate dovute per il 2021.

Salgono inoltre a 18 le rate non pagate che comportano la decadenza dai piani di rateizzazione in essere all’8 marzo 2020 e, in parallelo, ai decaduti per mancato pagamento delle quote in scadenza il 30 settembre viene concessa un’altra chance: sarà possibile regolarizzare la propria posizione entro il 31 ottobre.

Commissione Finanze della Camera - seduta del 12 ottobre 2021
Relazione del Ministro dell’economia e delle finanze sui criteri per la revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi - Approvazione della risoluzione n. 8-00137

Cartelle esattoriali, non solo Decreto Fiscale: verso la riforma della riscossione

Alla definizione del pacchetto riscossione, contenuto nel testo del Decreto Fiscale 2022, si è arrivati dopo un percorso preciso.

Nell’ambito della riforma della riscossione, la risoluzione approvata in Commissione Finanze il 12 ottobre 2021 impegnava il Governo a valutare l’opportunità di portare con una proroga a 150 giorni il termine per il pagamento delle cartelle esattoriali notificate dopo la fine del periodo di sospensione.

Una proposta che si affiancava alla richiesta di rinviare le scadenze relative alla rottamazione e al saldo e stralcio e che, come preannunciato dal Ministro dell’Economia Daniele Franco nel corso dell’audizione sulla NaDEF, ha trovato spazio nel testo del Decreto Fiscale.

Novità dettate da logiche emergenziali ma alle quali dovrebbe seguire una più profonda e capillare riforma del sistema di riscossione.

Per capire il perché della necessità di un intervento a regime basta guardare ai numeri: alle fine del 2020 ammontava a 999 miliardi di euro il conto del magazzino crediti dell’AdER, e di questi 400 miliardi risultano difficilmente recuperabili.

Il 78 per cento del magazzino è inoltre costituito da 178 milioni di crediti inferiori a 1.000 euro, per un importo pari a 56 miliardi di euro, per i quali occorre valutare il rapporto costi/benefici rispetto alle operazioni di recupero.

Bastano questi dati, indicati nella relazione del MEF sulla riforma della riscossione, a rendere palesi i motivi della riforma in fase di predisposizione.

La risoluzione approvata in Commissione fissa alcune linee guida per il Governo e, tra le altre misure, chiede di rivedere il meccanismo di inesigibilità disciplinato dagli articoli 19 e 20 del decreto legislativo 13 aprile 1999, n. 112, per introdurre un sistema automatico di stralcio delle cartelle inesigibili volto ad evitare che il conto dei crediti accumulati dall’AdER cresca in maniera smisurata e, in parallelo, che lievitino i costi di gestione.

Un “condono periodico” che si affianca alla richiesta di azioni di recupero coattivo più incisive, soprattutto per i contribuenti recidivi “che eludono o tentano di eludere sistematicamente ed in modo ingiustificato l’attività di riscossione”.

L’obiettivo è arrivare ad un sistema di riscossione efficace ed efficiente, che prenda tuttavia in considerazione anche la situazione soggettiva del debitore e che, pur considerando la necessità di recupero dei crediti, salvaguardi le capacità reddituali dei debitori e tenga conto delle temporanee difficoltà economiche.

Spetta ora al Governo tradurre le linee guida in norme, ed è già dal 2022 che il nuovo agente della riscossione, accorpato nell’Agenzia delle Entrate, potrebbe dare il via ad un nuovo, più incisivo e più equo rapporto tra Fisco e contribuenti.

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