Scadenza del concordato preventivo biennale in arrivo. Leo esclude (di nuovo) la proroga

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Ultimi giorni per il concordato preventivo biennale, in scadenza il 31 ottobre e senza possibilità di proroga. Lo ribadisce il Viceministro al MEF, Maurizio Leo, in un videomessaggio durante la conferenza stampa alla Camera organizzata da quattro sindacati dei commercialisti

Scadenza del concordato preventivo biennale in arrivo. Leo esclude (di nuovo) la proroga

Scadenza del concordato preventivo biennale in arrivo, e senza possibilità di deroghe.

Per le partite IVA intenzionate a valutare pro e contro del patto con il Fisco i tempi si assottigliano e ci sarà tempo fino al 31 ottobre per aderire, beneficiando in parallelo anche del ravvedimento speciale sulle annualità 2018-2022.

Si tratta di una scadenza perentoria e sulla quale è arrivata una nuova ed ennesima chiusura del MEF ad ogni richiesta di proroga.

In un messaggio del Viceministro Maurizio Leo durante la conferenza stampa di oggi alla Camera organizzato da quattro sigle sindacali dei commercialisti (Anc, Andoc, Fiddoc, Unico), viene ribadita l’impossibilità di rinviare il termine di fine mese: servono dati certi per la messa a punto della Legge di Bilancio 2025.

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Scadenza del concordato preventivo biennale in arrivo. Leo esclude (di nuovo) la proroga

“Confidiamo nella vostra comprensione e vi dico, con tanto dispiacere, che questa volta non possiamo dar corso alla vostra richiesta”.

Sono queste le parole con le quali il Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, chiude nuovamente alle richieste di proroga avanzate dai commercialisti in relazione alla scadenza del concordato preventivo biennale.

Un no ribadito nel corso della conferenza stampa organizzata dalle sigle sindacali Anc, Andoc, Fiddoc, Unico alla Camera, occasione per evidenziare i motivi alla base della proclamazione di uno sciopero della categoria a partire dal 30 ottobre e le criticità legate alle numerose modifiche introdotte, che impattano sulle scelte finali.

La scadenza ultima per aderire al patto con il Fisco per il biennio 2024-2025, e in parallelo al ravvedimento speciale per il quinquennio 2018-2022, resta quindi ancorata alla data del 31 ottobre prossimo.

Sebbene Leo si dichiari “ben consapevole delle difficoltà” con le quali si stanno confrontando professionisti e imprese, il differimento della scadenza è “impossibile non per cattiva volontà nostra, non perché non vogliamo farlo, ma per difficoltà oggettive legate alla Legge di Bilancio”.

Serve “avere dati certi entro il 31 ottobre”, sottolinea Leo, anche per “fare la difficile operazione di riduzione della pressione fiscale” legata proprio ai risultati del concordato preventivo biennale.

L’esito del patto con il Fisco determinerà infatti gli spazi di manovra disponibili per una nuova riduzione delle aliquote IRPEF, guardando questa volta allo scaglione al quale si applica la tassazione del 35 per cento, ma anche - in caso di risultati particolarmente positivi - per l’estensione del regime forfettario fino a 100.000 euro.

Scadenza perentoria il 31 ottobre, nessuna chance per le dichiarazioni tardive

Quella del 31 ottobre è quindi una scadenza perentoria, non solo perché non vi saranno proroghe.

Arrivati a ridosso del termine, è bene evidenziare che nella circolare n. 18/E del 17 settembre l’Agenzia delle Entrate ha messo in risalto l’impossibilità di aderire presentando la dichiarazione dei redditi tardivamente, entro i 90 giorni successivi alla scadenza:

“in quanto il legislatore, per il solo 2024, rinvia espressamente alla data del 31 ottobre, in deroga al termine ordinario del 31 luglio (v. articolo 9, comma 3, ultimo periodo, del decreto CPB). Tale espressa formulazione avalla la conclusione che la data del 31 ottobre 2024 sia tassativa e, pertanto, ai fini dell’accettazione della proposta di CPB non trovi applicazione l’articolo 2, comma 7 del decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1998, n. 322 in base al quale sono valide le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza del termine.”

La norma esclude quindi termini extra per aderire al patto con il Fisco, così come non si intravedono novità e aperture da parte del MEF. È quindi tempo di calcoli finali per valutare pro e contro del concordato preventivo biennale.

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