Riforma 0-6 anni, approvato il decreto sul riordino di asili nido e materna. Ecco come cambierà l'istruzione con le novità della Buona Scuola.
La riforma dell’istruzione da 0 a 6 anni è stata approvata il 7 aprile dal Consiglio dei Ministri e nel prossimo periodo andrà ad incidere in misura sostanziale sul sistema degli asili nido e della scuola materna nazionale. Il progetto di riordino fa parte di un pacchetto di 8 decreti legge che esauriscono le deleghe affidate al Governo dalla Buona Scuola dell’allora Primo Ministro Matteo Renzi.
La riforma 0-6 anni è stata salutata dalla Ministro Fedeli come un provvedimento di ‘grande qualità’. Tra le novità una riconsiderazione degli asili nido e della scuola materna come primo passo all’interno dell’istruzione e non come servizio di assistenza. La Buona Scuola del Ministro Fedeli inoltre cerca di porre in rilevo il motivo dell’integrazione e della riduzione degli squilibri tra bambini più e meno avvantaggiati.
Ecco tutte le novità principali che saranno introdotte dalla riforma Buona Scuola per quanto riguarda gli asili nido e le materne, ovvero cosa prevede la riforma 0-6 anni.
Riforma 0-6 anni, come cambiano asili nido e materna. Le novità della Buona Scuola
L’elemento di maggiore innovazione previsto dalla riforma 0-6 anni della scuola materna e degli asili nido è in primo luogo la categoria a cui afferiranno: non più nel welfare come servizio al cittadino ma all’interno dell’effettivo percorso scolastico. È proprio questo infatti il filo rosso che ha guidato l’intervento del Governo con la Buona Scuola.
Proprio a questo riguardo il Ministro Fedeli ha dichiarato che considera la delega per la riforma della scuola da 0 a 6 anni “di grande qualità” perché permette di affrontare da subito un percorso di educazione e di istruzione anche in una fascia d’età che ad oggi “è considerata sostanzialmente assistenza o un servizio a domanda individuale”. È questo quindi l’intento dichiarato dal Miur per ripensare la scuola materna e degli asili nido.
Tra le novità della riforma Buona Scuola avranno importanti ripercussioni in particolare i nuovi requisti indicati dal decreto per accedere all’insegnamento da 0 a 6 anni. Per poter lavorare negli asili nido infatti sarà necessaria almeno una laurea triennale in scienze dell’Educazione, requisito che sale invece alla magistrale per le scuole materne.
Riforma 0-6 anni, gli stanziamenti per asili nido e materne
Gli stanziamenti messi in campo dalla riforma della Buona Scuola ammontano ad un totale di oltre 600 milioni di euro distribuiti nel triennio 2017-2019. I fondi eroganti dal pacchetto sia per la scuola materna che per gli asili nido finiranno direttamente nelle casse dei Comuni senza l’intermediazione delle Regioni.
La somma dovrebbe arrivare a potenziare i servizi all’istruzione da 0 a 6 anni per tutta Italia. L’obiettivo è quello di aumentare il tasso di copertura di asili nido e materne in modo tale che sempre più bambini possano usufruire dei servizi comunali. Particolarmente avvantaggiate dalla nuova misura dovrebbero essere proprio quelle zone che ad oggi hanno minori strutture per l’infanzia.
In parallelo i fondi della riforma Buona Scuola dovrebbero concorrere a smaltire le graduatorie ad esaurimento proprio per il comparto dell’istruzione da 0 a 6 anni. Ulteriori stanziamenti quindi che dovrebbero intervenire in maniera positiva sul sistema di reclutamento degli insegnanti.
Buona Scuola 2017: il nodo integrazione per materne e asili nido
Uno dei punti che dal Miur sono stati indicati come di maggiore importanza per la riforma dell’istruzione da 0 a 6 anni è quella circa l’integrazione. La materna e gli asili nido verrebbero così a costituire un aiuto alla costruzione delle pari opportunità sin dalla giovanissima età. Il tentativo della Buona Scuola sarebbe quindi quello di strutturare un sistema capace di superare le barriere economiche, sociali e culturali che possono avere ripercussioni importanti anche nella vita dell’adulto.
L’invito del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli a riguardo è stato quello di “pensare che inizia da lì la necessità di superare tutti quegli ostacoli di bambini e bambine che vengono da contesti differenti”. L’ottica in cui si muova la riforma della scuola da 0 a 6 anni è quindi quella di mettere a disposizione sin dall’infanzia degli strumenti per superare le differenze che possono derivare dalla provenienza sociale e culturale delle famiglie di origine.
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