Pensioni, INPS: aumentare gli stipendi per accrescere la base contributiva

Francesco Rodorigo - Pensioni

La spesa per le pensioni si attesta al 15,3%, ma è destinata a salire al 17,1% entro il 2040. Tornerà a scendere dal 2050. Il sistema dovrebbe restare stabile fa sapere l'INPS, però va monitorato nei prossimi 30 anni e bisogna intervenire su occupazione e retribuzioni

Pensioni, INPS: aumentare gli stipendi per accrescere la base contributiva

La spesa pensionistica è in crescita e lo sarà almeno per i prossimi 25-30 anni.

Il sistema dovrebbe reggere e garantire tutte le prestazioni cui è preposto.

C’è però bisogno di un continuo monitoraggio nei prossimi anni. Occorre mettere in atto politiche pubbliche adeguate ad alleviare l’impatto della transizione demografica in atto sul futuro delle pensioni, in primis accrescere la base contributiva, favorendo l’occupazione e assicurando retribuzioni adeguate.

Lo fanno sapere i rappresentanti dell’INPS ascoltati ieri nell’audizione convocata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica.

Pensioni, INPS: spesa 2025 al 15,3% del Pil. Sostenibile ma da monitorare

Il sistema pensionistico va monitorato attentamente ma almeno per i prossimi anni non dovrebbe essere a rischio.

A dipingere il quadro della situazione attuale e degli scenari futuri sono i rappresentanti dell’INPS intervenuti alla camera il 10 aprile.

Nel 2025 la spesa pensionistica è attesa al 15,3 per cento del PIL, per un totale di circa 289 miliardi di euro.

A prima vista una inversione di tendenza rispetto all’anno scorso, quando la spesa è stata pari al 15,4 per cento. bisogna però considerare che nel 2024 ha avuto un forte impatto l’indicizzazione delle pensioni (la rivalutazione degli assegni) spinta dell’inflazione.

Arrivando al 2030 l’INPS stima un rapporto di spesa pari al 15,7 per cento, mentre, in base alle previsioni, nel 2040 la crescita del rapporto tra spesa per le pensioni e il PIL crescerà fino a raggiungere il valore del 17,1 per cento.

I valori dovrebbero mantenersi su tale livello per tutto il biennio successivo biennio, quando entreranno in quiescenza tutti i “baby boomers” (cioè i nati tra il tra il 1946 e il 1964).

Si prevede che la tendenza tornerà a decrescere progressivamente, portandosi al 16 per cento nel 2050 e al 14,1 per cento nel 2060, rimanendo piuttosto stabile per il decennio successivo. In sostanza fino a quando calerà, per ovvi motivi anagrafici, il numero dei pensionati appartenenti a detta generazione.

Pensioni, INPS: aumentare gli stipendi per accrescere la base contributiva

Il sistema pertanto, precisa l’INPS, assicura le prestazioni a cui è preposto ma c’è la necessità di un continuo monitoraggio.

“Il sistema pensionistico va comunque monitorato nei prossimi trent’anni. Tuttavia, non vi sono ragioni per ritenere che lo stesso non sia in grado di garantire le prestazioni cui è preposto.”

Ad ogni modo, continua l’Istituto, è necessario essere vigili e soprattutto mettere in atto politiche pubbliche adeguate ad alleviare l’impatto della transizione demografica in atto sul futuro delle pensioni.

L’INPS infatti ricorda che l’equilibrio del sistema pensionistico basato su un sistema di finanziamento a ripartizione pura non è assicurato solo dal contenimento della spesa pensionistica, ma anche da un’adeguata consistenza delle entrate contributive dei lavoratori.

I contributi versati da lavoratori e lavoratrici sono infatti fondamentali per la tenuta del sistema e, sottolinea l’Istituto, sono necessari interventi che agiscano in questa direzione.

“Dopo trent’anni di riforme volte a contenere la spesa pensionistica, occorre lavorare per accrescere la base contributiva incrementando il numero dei contribuenti da un lato e assicurando retribuzioni/redditi adeguati ai contribuenti.”

La proposta è quindi da un lato quella di favorire il più possibile l’occupazione, incrementando così il numero dei contribuenti, incentivando soprattutto donne e giovani, le categorie attualmente più tagliate fuori dal mondo del lavoro.

Dall’altro lato bisogna lavorare sulla retribuzione di lavoratori e lavoratrici, assicurando stipendi e redditi adeguati, in modo che possano versare contributi proporzionati e in modo regolare.

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