Le imposte sui redditi affollano il calendario delle scadenze del 21 agosto 2023 e la mancata proroga dei versamenti con maggiorazione dello 0,40 per cento impone di fare il calcolo delle sanzioni dovute. Nonostante l'apertura del MEF, manca l'ufficialità del rinvio per i residenti in Sicilia e Lombardia, così come non è stato dato seguito all'ordine del giorno accolto dal Governo alla Camera per il differimento per tutti
Nessuna proroga delle imposte al 21 agosto, neppure per i residenti in Sicilia e Lombardia.
La ripartenza del Fisco dopo lo stop feriale è dal sapore amaro per tutti quei contribuenti in attesa dell’ufficializzazione del rinvio dei versamenti con maggiorazione dello 0,40 per cento.
Non è stato seguito da interventi concreti l’annuncio del MEF sulla proroga per i residenti nei territori colpiti da incendi e maltempo nel mese di luglio, così come sembra ormai definitivamente conclusosi, con esito negativo, l’impegno assunto dal Governo in merito alla possibilità di un rinvio per tutte le partite IVA.
L’unica via percorribile in caso di mancato versamento delle somme dovute entro lo scorso 31 luglio è la regolarizzazione mediante il calcolo e il pagamento della sanzione prevista.
La mancata proroga delle imposte al 21 agosto: nessuna ufficialità anche per Sicilia e Lombardia
Si chiude con un nulla di fatto l’affaire relativo alla richiesta di prevedere, come avvenuto gli scorsi anni, la proroga dei versamenti delle imposte sui redditi con maggiorazione dopo la pausa estiva.
Nessun rinvio al 21 agosto quindi, neppure per i contribuenti residenti in Sicilia e Lombardia, per i quali la proroga era ritenuta ormai certa, considerando i danni causati dall’emergenza climatica che nel mese di luglio ha causato rispettivamente incendi e alluvioni.
Era stato il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili a richiedere al Ministero dell’Economia di prorogare le scadenze del 31 luglio nei due territori interessati dalle emergenze, e prontamente dal MEF era arrivato un comunicato stampa con il quale si evidenziava l’impegno del Governo a farsi carico delle esigenze di imprese e cittadini.
La proroga al 21 agosto era quindi ritenuta una certezza, almeno in questi due casi. Ad oggi però, nel giorno clou del mese che segna il riavvio dei termini dopo la pausa estiva, nulla è stato ufficializzato.
Il calendario delle scadenze riprende quindi la sua corsa, con un alone di incertezza per i tanti contribuenti che, rassicurati dall’annuncio del MEF, avevano messo in pausa i pagamenti delle imposte relative alla dichiarazione dei redditi 2023.
Senza proroga al 21 agosto imposte da pagare con sanzioni e interessi
Attendevano la proroga al 21 agosto non solo i contribuenti residenti in Sicilia e Lombardia, ma la generalità delle partite IVA già interessate dal rinvio dei pagamenti al 20 luglio.
Dopo il comunicato stampa del MEF era infatti partito un tam tam di richieste, non solo da parte di commercialisti e associazioni di categoria, ma anche da membri del Governo.
Lo scorso 4 agosto, nel corso del secondo passaggio alla Camera per il via libera alla legge delega sulla riforma fiscale, era stato approvato un ordine del giorno che impegnava il Governo a valutare il rinvio dei versamenti con maggiorazione dello 0,40 per cento per tutti, rimettendo quindi in campo la possibilità di un differimento, anche se ormai fuori tempo massimo.
L’apertura del Governo era stata vista da molti come un segnale positivo, anche alla luce dell’attesa circa l’ufficializzazione della proroga per Sicilia e Lombardia.
Il tutto però si è tradotto in un buco nell’acqua. Chi ha quindi temporeggiato e non ha versato le somme dovute alla scadenza del 31 luglio dovrà quindi affidarsi alla prassi della “proroga fai da te”, versando le imposte dovute maggiorate di interessi e sanzioni.
Il ravvedimento operoso consente di ridurre l’importo aggiuntivo da pagare, ma resta in ogni caso l’amarezza causata da un sistema che, nonostante gli annunci che si susseguono da anni, è tutt’altro che in linea con le esigenze di famiglie e imprese.
E, sul fronte del copioso calendario dei termini fiscali, basterebbero più certezze e meno promesse inattese.
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