IRPEF, scadenza saldo 2023 e primo acconto 2024 in arrivo: quando si paga e rateizzazione

Scadenza in arrivo per saldo 2023 e primo acconto IRPEF 2024. Tempistiche e regole per la rateizzazione per dipendenti, pensionati e partite IVA

IRPEF, scadenza saldo 2023 e primo acconto 2024 in arrivo: quando si paga e rateizzazione

Scadenza IRPEF: saldo 2023 e primo acconto 2024 in calendario per il 1° luglio.

Le imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi chiamano alla cassa sia i titolari di partita IVA che i lavoratori dipendenti e i pensionati. Nel primo caso il pagamento dell’IRPEF si esegue mediante il modello F24, mentre per i contribuenti con sostituto d’imposta l’addebito di saldo e primo acconto è effettuato in busta paga o sulla pensione.

Stando alle regole ordinarie, il termine per il versamento dell’IRPEF è fissato al 30 giugno 2024, data che cadendo di domenica è automaticamente differita a lunedì 1° luglio. La scadenza passa invece al 31 luglio per le partite IVA che applicano gli ISA e per i forfettari, alla luce dell’avvio del concordato preventivo biennale.

Da quest’anno cambiano le regole per la rateizzazione dell’IRPEF: saldo e primo acconto 2024 potranno essere versati in un massimo di 7 quote, con termine ultimo di pagamento fissato al 16 dicembre.

Per il calcolo dell’acconto IRPEF sono due i metodi che è possibile adottare, quello storico o il previsionale, facendo in quest’ultimo caso particolare attenzione a non versare un importo inferiore a quanto effettivamente dovuto, pena l’applicazione di sanzioni.

IRPEF, saldo 2023 e primo acconto 2024 in scadenza: quando pagare e come fare il calcolo

Entro la scadenza del 1° luglio 2024 è necessario eseguire il versamento del saldo 2023 e del primo acconto dell’IRPEF dovuto per l’anno in corso, sulla base di quanto emerso dalla dichiarazione dei redditi. Da segnare in rosso sul calendario anche la successiva scadenza del 30 novembre, termine per il versamento del secondo acconto.

Come sopra già evidenziato, la scadenza da rispettare passa al 31 luglio per le partite IVA che esercitano attività per le quali si applicano gli ISA, inclusi i soggetti esclusi quali i contribuenti che appartengono al regime forfettario. Alla luce dell’avvio del concordato preventivo biennale, il Fisco concede più tempo per versare le somme dovute.

Analizziamo di seguito le regole generali per capire chi è chiamato a versare l’acconto IRPEF.

Alla cassa tutti i contribuenti che sulla base di quanto indicato nella dichiarazione dei redditi 2024 sono titolari di un’imposta superiore a 51,65 euro, al netto di detrazioni, crediti d’imposta, ritenute ed eccedenze.

L’acconto IRPEF è pari al 100 per cento dell’imposta dovuta, e si paga secondo le seguenti scadenze:

  • unico versamento entro il 30 novembre se l’acconto è inferiore a 257,52 euro;
  • due rate, se l’acconto è pari o superiore a 257,52 euro; la prima è pari al 40 per cento e va versata entro il 1° luglio (insieme al saldo dell’anno precedente), la seconda è pari al restante 60 per cento e va versata entro il 30 novembre. I soggetti che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (ISA), compresi i forfettari, pagano due rate uguali pari al 50 per cento dell’importo dovuto.

La prima rata di acconto e il saldo IRPEF possono essere rateizzati, mentre si paga in un’unica soluzione il secondo acconto del 30 novembre.

Il contribuente può scegliere di versare l’imposta dovuta entro i successivi 30 giorni, con maggiorazione dello 0,40 per cento da applicare all’importo dovuto.

Regole che non cambiano e che si applicano anche in vista della scadenza di saldo e acconto IRPEF 2024.

IRPEF 2024, calcolo storico o previsionale per l’acconto

Due i metodi per calcolare l’importo dell’acconto IRPEF dovuto, quello storico e il previsionale.

Con il metodo storico l’imposta dovuta è calcolata sulla base delle somme versate nel corso del periodo d’imposta precedente.

L’utilizzo del metodo previsionale per il calcolo dell’IRPEF consente invece di calibrare l’imposta da versare tenuto conto del reddito che si prevede di conseguire nel corso dell’anno.

Il metodo previsionale è particolarmente indicato nel caso in cui si prevede di incassare nel corso del periodo d’imposta un reddito inferiore rispetto all’anno precedente, al fine di versare un acconto di importo inferiore.

Il metodo previsionale di calcolo dell’acconto IRPEF 2024 deve però essere utilizzato facendo particolare attenzione: se a consuntivo dovesse risultare un calcolo errato - nel senso che il reddito conseguito sia, a posteriori, maggiore di quello atteso - allora l’Agenzia delle Entrate avrebbe titolo per contestare l’insufficiente versamento, pari al 30 per cento delle somme dovute.

Saldo e acconto IRPEF 2024: differimento e rateizzazione

Il saldo e il primo acconto 2024 dell’IRPEF, così come per le altre imposte emerse dalla dichiarazione dei redditi, possono essere versati in un’unica soluzione o mediante rateizzazione.

Per il versamento del saldo d’imposta e di prima rata di acconto IRPEF è ammessa la rateizzazione fino a un massimo di 7 rate, da completare entro il mese di dicembre. Il decreto legislativo n. 1/2024 ha modificato le regole per il versamento a rate delle imposte, con una duplice novità:

  • aumenta il numero massimo di rate, con la previsione di un’ulteriore scadenza fissata al 16 dicembre;
  • le scadenze delle rate successive alla prima passano per tutte le categorie di contribuenti al 16 di ciascun mese.

Tutti i contribuenti possono versare in rate mensili le somme dovute a titolo di saldo e acconto delle imposte sui redditi, compresi i contributi risultanti dal quadro RR sulla quota di reddito eccedente il minimale.

L’unica scadenza non rateizzabile è quella del 30 novembre, relativa al secondo acconto delle imposte e dei contributi.

In caso di rateizzazione delle imposte sui redditi è necessario aggiungere all’importo dovuto gli interessi del 4 per cento annuo, a partire dal giorno successivo alla scadenza della prima rata e fino a quella successiva.

La scadenza ordinaria può inoltre essere differita di 30 giorni. Dipendenti e pensionati possono quindi pagare entro il 31 luglio 2024, previa maggiorazione delle somme dovute dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.

Il decreto correttivo in materia di concordato preventivo biennale approvato nel corso del Consiglio dei Ministri del 20 giugno ha confermato la possibilità per le partite IVA che pagheranno entro il 31 luglio di differire il versamento delle somme dovute applicando la maggiorazione dello 0,40 per cento. La scadenza è in tal caso fissata al 30 agosto.

Di seguito il calendario dettagliato delle scadenze per la rateizzazione di saldo e primo acconto IRPEF 2024:

RATAVERSAMENTOINTERESSI %VERSAMENTO (*)INTERESSI %
1° Luglio 0,00 31 luglio 0,00
16 luglio 0,17 20 agosto 0,18
20 agosto 0,50 16 settembre 0,51
16 settembre 0,83 16 ottobre 0,84
16 ottobre 1,16 18 novembre 1,17
18 novembre 1,49 16 dicembre 1,5
16 dicembre 1,82

(*) In questo caso l’importo da rateizzare deve essere preventivamente maggiorato dello 0,40 per cento

IRPEF 2024, come pagare saldo e acconto con modello F24

Come evidenziato in apertura, per i contribuenti con sostituto d’imposta l’IRPEF è addebitata sullo stipendio o sulla pensione.

In tutti gli altri casi, così come per i titolari di partita IVA, saldo e primo acconto 2024 dovranno essere versati utilizzando il modello F24, indicandovi i seguenti dati:

  • codice fiscale;
  • dati anagrafici;
  • domicilio fiscale;
  • anno d’imposta per il quale si versa il saldo o l’acconto;
  • codice tributo per imputare correttamente le somme versate.

I codici tributo IRPEF da indicare nel modello F24 sono i seguenti:

  • 4001: IRPEF - Saldo
  • 4033: IRPEF - Acconto prima rata
  • 4034: IRPEF - Acconto seconda rata o unica soluzione
  • 1668: Interessi pagamento dilazionato. Importi rateizzabili Sez. Erario

In merito alle istruzioni per la compilazione del modello F24, si ricorda che gli interessi relativi agli importi a debito rateizzati di ciascuna sezione dovranno essere esposti cumulativamente in un unico rigo all’interno della stessa sezione, utilizzando l’apposito codice tributo.

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