Concordato preventivo biennale, le novità nel decreto correttivo: ufficiali le nuove scadenze

Anna Maria D’Andrea - Dichiarazione dei redditi

Concordato preventivo biennale, approvato il decreto correttivo nel corso del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2024. Si riscrivono le scadenze per versamenti e adesione

Concordato preventivo biennale, le novità nel decreto correttivo: ufficiali le nuove scadenze

Concordato preventivo biennale, approvato il decreto correttivo con numerose novità.

Nel corso del Consiglio dei Ministri del 20 giugno 2024 è arrivato l’atteso via libera al provvedimento che interviene su più aspetti del patto tra Fisco e partite IVA, ridefinendo le scadenze per l’adesione e per i versamenti.

Le procedure di adesione sono partite dal 15 giugno per i titolari di partita IVA che applicano gli ISA. Per i forfettari l’avvio slitta di un mese e di fatto sarà possibile inviare i dati per l’elaborazione della proposta da parte del Fisco solo dal 15 luglio.

Si sposta in avanti anche la scadenza per l’adesione: il concordato, con la dichiarazione dei redditi, passa al 31 ottobre.

Confermato inoltre il rinvio dei versamenti delle imposte, con maggiorazione dello 0,40 per cento, entro il 30 agosto.

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Concordato preventivo biennale, le novità nel decreto correttivo: ufficiali le nuove scadenze

Cambia il calendario di appuntamenti e scadenze che caratterizzeranno il concordato preventivo biennale.

Con il decreto correttivo approvato in Consiglio dei Ministri il 20 giugno 2024 vengono confermate alcune delle novità già anticipate negli scorsi giorni:

Nuove cause di esclusione dal concordato preventivo biennale

Novità anche sul fronte delle partite IVA che potranno aderire al concordato preventivo biennale.

Il decreto correttivo interviene sulle cause di esclusione e, come anticipato dal quotidiano ItaliaOggi, resteranno fuori dal patto con il Fisco le partite IVA che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito redditi esenti, esclusi o non concorrenti alla base imponibile superiori al 40 per cento del reddito derivante dall’esercizio di attività d’impresa, arti e professioni.

Stop inoltre ai nuovi forfettari: il decreto correttivo mette nero su bianco l’esclusione per le partite IVA che nel 2024 hanno aderito al regime agevolato di tassazione.

Esclusi inoltre società ed enti interessati nel 2024 da operazioni di fusione, scissione, conferimento e società di persone e associazioni interessate da modifiche alla compagine sociale.

Concordato preventivo biennale, flat tax sull’incremento di reddito per il secondo acconto, ma solo in caso di calcolo con metodo storico

Novità anche sul fronte del calcolo del secondo acconto in scadenza il 30 novembre.

Stando alle anticipazioni, e in attesa del testo ufficiale del decreto correttivo, chi sceglierà il metodo storico potrà versare l’imposta dovuta applicando sul differenziale tra il reddito concordato per il 2024 e il reddito 2023 la flat tax del 15 per cento, che scende al 12 per cento per i forfettari e al 4 per cento per le nuove attività.

Sul fronte dell’IRAP, l’imposta sostitutiva da applicare sarà pari al 3 per cento.

Una mossa per rendere più conveniente l’adesione al concordato preventivo biennale ed evitare conseguentemente il flop di uno strumento sul quale il Governo conta di incassare una dote importante di risorse da destinare alla prossima Legge di Bilancio.

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