Concordato preventivo biennale, Carbone (AdE): no a liste selettive per i controlli

Liste selettive per chi non ha aderito al concordato preventivo biennale?

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, nega l’ipotesi di controlli mirati nei confronti delle partite IVA che non hanno aderito al patto con il Fisco.

Intervenuto all’8° Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili, in corso oggi 27 gennaio, il neo Direttore delle Entrate torna su uno dei temi più dibattuti del concordato.

Concordato preventivo biennale, Carbone (AdE): no a liste selettive per i controlli

È l’articolo 34 del decreto legislativo n. 13/2024 a prevedere l’intensificazione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza nei confronti di coloro che non aderiscono al concordato preventivo biennale.

Una norma che ha fatto e continua a far discutere, e che è stata letta quasi come invito all’adesione al patto con il Fisco, pena l’inserimento in una sorta di “black list” di contribuenti non pienamente trasparenti.

Era stato lo stesso Viceministro dell’Economia Maurizio Leo, a ridosso del termine di scadenza per l’accettazione della proposta, a porre in evidenza che la mancata adesione al concordato preventivo biennale avrebbe portato all’inserimento in liste selettive, senza conseguenze in caso di regolarità fiscale ma, in caso contrario, con un aumento del rischio di accertamenti.

Ora dal nuovo Direttore dell’Agenzia delle Entrate arriva una smentita:

“Non vi saranno liste di controllo dedicate, non rientra nel nostro modus operandi. Basiamo le nostre attività sull’analisi del rischio. Se dovessero emergere rilevanti anomalie lì scattano controlli adeguati.”

Queste le parole pronunciate il 27 gennaio nel corso dell’intervento reso durante l’8° Forum Nazionale dei Commercialisti ed Esperti Contabili, il convegno annuale organizzato da Italia Oggi, con il patrocinio CNPR.

Un cambio di passo, o meglio un cambio di strategia comunicativa per il concordato preventivo biennale? Dopo i numerosi passi falsi che hanno accompagnato il debutto del patto con il Fisco, appare chiaro l’intento di ridare nuova luce alla misura.