Nelle valutazioni relative al concordato preventivo biennale trova spazio anche l'impatto della decadenza dalla rottamazione quater. La verifica della soglia dei debiti determinerà chi potrà aderire o rischia di dovrà rinunciare al patto con il Fisco
Concordato preventivo biennale, decadenza dalla rottamazione quater monitorata speciale ai fini dell’accesso e del successivo venir meno del patto con il Fisco.
Nel calcolo dei debiti tributari e contributivi che in caso di valore superiore a 5.000 euro comporteranno l’impossibilità di accedere al concordato preventivo biennale, non rientreranno quelli oggetto di sospensione o rateazione.
Un’esclusione che opererà in ogni caso sino alla decadenza dei benefici accordati. Sul fronte della rottamazione delle cartelle, l’eventuale venir meno della definizione agevolata in caso di mancato pagamento delle rate dovrà quindi essere valutata in fase di accesso, ma anche ai fini della prosecuzione del patto con il Fisco.
Concordato preventivo biennale e decadenza dalla rottamazione, attenzione alla soglia dei debiti
Il 23 settembre è scaduta la quinta rata della rottamazione quater, appuntamento al quale seguirà l’ultima data del 2024 da tenere a mente, fissata al 30 novembre.
L’impatto degli omessi versamenti, già da sempre centrale alla luce del venir meno dei benefici della tregua fiscale, dovrà ora essere valutato anche sul fronte dell’accesso e della successiva permanenza nel concordato preventivo biennale.
È infatti noto che la presenza di debiti tributari e contributivi dovrà essere tenuta in considerazione sul fronte della possibilità di siglare il patto con il Fisco. La presenza di pendenze importo pari o superiore a 5.000 euro costituisce quindi una causa ostativa all’applicazione del concordato.
Nel calcolo della soglia limite andranno considerati gli importi relativi all’anno precedente ai periodi di imposta cui si riferisce la proposta di concordato e quindi per quel che riguarda il biennio 2024-2025, la situazione debitoria andrà verificata al 31 dicembre 2023.
Restano in ogni caso escluse dalla verifica le cartelle per le quali è stata concessa una sospensione o rateazione, tra cui le somme oggetto di una definizione agevolata secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2023.
Il tutto salvo decadenza, o come specificato dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 18/E del 17 settembre 2024, qualora sia:
“in corso di regolare pagamento e per il quale quindi non si è determinata la decadenza dalla rateazione.”
Decaduti dalla rottamazione quater, accesso al concordato alla prova del debito residuo
All’atto pratico quindi, chi ha omesso il versamento della quinta rata della rottamazione quater dovuta entro il 23 settembre, dovrà valutare se la decadenza dal piano agevolato di pagamento - e conseguentemente il ricalcolo del debito residuo - comporti il superamento della soglia di 5.000 euro.
Dalla verifica della situazione debitoria può in ogni caso derivare una seconda chance per il contribuente: l’accesso al concordato resta possibile qualora prima della scadenza del 31 ottobre si estingua il debito, in tutto o anche in parte, scendendo quindi sotto la soglia dei 5.000 euro.
La circolare dell’Agenzia delle Entrate specifica infatti che:
“Qualora il contribuente, al fine di poter aderire alla proposta di concordato, fosse intenzionato a rimuovere la causa ostativa all’accesso all’istituto mediante l’estinzione del debito, ovvero della parte di esso eccedente i 5.000 euro, dovrà avere cura di effettuarlo in un momento precedente a quello di accettazione della proposta.”
E qui l’aspetto operativo fa i conti con i tempi tecnici: bisognerà in primo luogo verificare che l’Agenzia delle Entrate Riscossione già consenta di verificare la situazione debitoria residua e ricalcolata, tenuto conto di quanto già pagato per la rottamazione quater.
I tempi sono particolarmente stringenti.
Lo stop alla rottamazione quater alla prova anche della decadenza dal concordato
La presenza di debiti di valore superiore a 5.000 euro non dovrà essere verificata solo in sede di accesso al concordato, ma anche successivamente.
Il superamento di questa soglia è infatti anche causa di decadenza in corso d’opera dal patto già firmato e l’importo dovrà essere considerato tenuto conto anche di sanzioni e interessi.
Il legame tra rottamazione quater e concordato preventivo biennale è quindi forte e diretto. Il rispetto delle scadenze della tregua fiscale risulta centrale per evitare il venir meno dei benefici concessi, non solo sul fronte della definizione agevolata ma anche in relazione al nuovo strumento di compliance.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Concordato preventivo biennale e decadenza dalla rottamazione, attenzione alla soglia dei debiti