Il Governo è al lavoro per studiare una correzione al taglio delle pensioni dei medici e del personale sanitario previsto dal disegno della Legge di Bilancio 2024. In corso di svolgimento lo sciopero indetto per oggi. La Premier Meloni ha assicurato che non ci saranno penalizzazioni per le pensioni di vecchiaia
Continuano i lavori per evitare il taglio delle pensioni dei medici a partire dal prossimo anno, almeno non nella forma attualmente prevista dalla bozza della Legge di Bilancio 2024.
Nel frattempo è in corso lo sciopero indetto per la giornata di oggi, 5 dicembre, mentre un altro è previsto per il 18.
Nell’incontro con i sindacati dello scorso 28 novembre, la Presidente del Consiglio ha ribadito come il Governo sia impegnato per individuare una soluzione così da salvaguardare le pensioni di medici e personale sanitario, ma anche di dipendenti degli enti locali, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate e ufficiali giudiziari.
L’obiettivo è garantire che non ci siano penalizzazioni per chi si ritira con la pensione di vecchiaia.In fase di valutazione anche un ulteriore meccanismo di tutela appositamente per il comparto sanità.
Il disegno della Manovra presentato al Senato prevede all’articolo 33 una rivalutazione delle aliquote di calcolo dei trattamenti liquidati dal 1° gennaio secondo il sistema retributivo per anzianità inferiori a 15 anni.
Una norma che comporterebbe tagli importanti agli assegni spettanti.
Pensioni medici 2024: trattamenti di vecchiaia senza penalizzazioni, si lavora alla modifica della Manovra
Il Governo sta valutando i possibili interventi per porre rimedio al taglio delle pensioni per i medici e gli operatori del comparto sanitario.
Una novità inserita nella bozza del testo della Legge di Bilancio 2024 sta facendo molto discutere e ha scatenato l’ira dei diretti interessati e non solo, pronti a scendere in piazza per protestare.
Partiamo dall’inizio. La norma in questione è quella prevista dall’articolo 33 del testo in bozza della Manovra del prossimo anno. Come si legge nel documento presentato al Senato, si prevede una modifica per quanti riguarda le aliquote per il calcolo della pensione, e non solo per i medici.
Nello specifico, per gli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (CPDEL), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (CPS) e alla Cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI), le quote di pensione liquidate dal 1° gennaio 2024 secondo il sistema retributivo per anzianità inferiori a 15 anni sono calcolate con delle aliquote rivalutate e non più applicando quelle previste dalla tabella presente all’allegato A della legge n. 965/1965.
Nuove aliquote anche per gli iscritti alla cassa per le pensioni agli ufficiali giudiziari, agli aiutanti ufficiali giudiziari ed ai coadiutori (CPUG).
Il vecchio metodo di calcolo resterebbe in vigore solamente per le anzianità superiori a 15 anni.
Si tratta, quindi, di una rivalutazione che comprerebbe un taglio dell’assegno pensionistico che come sottolineato dai sindacati di categoria potrebbe arrivare anche al 25 per cento.
Pensioni dipendenti pubblici 2024: non ci saranno tagli per i trattamenti di vecchiaia
Come sottolineato da più esponenti del Governo, c’è l’intenzione e l’interesse a rivedere la norma. Lo ha ribadito anche il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, lo scorso 14 novembre nell’audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Il Ministro, inoltre, ha sottolineato come tale intervento, l’adeguamento delle aliquote, rappresenti la “manutenzione” di una normativa che finora ha accentuato un trattamento non omogeneo tra i dipendenti del comparto solo sulla base della gestione previdenziale di riferimento.
Nell’incontro che si è svolto il 28 novembre a palazzo Chigi tra i sindacati e la Presidente del Consiglio, poi, quest’ultima, come riportato da Ansa, ha ribadito l’impegno del Governo:
“Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31 dicembre 2023 i requisiti attualmente previsti.
Questo per tutti, non solo per il comparto sanità.”
Per le pensioni di vecchiaia, e non solo quelle del comparto sanità, quindi, non ci dovrebbero essere penalizzazioni. Per i medici e gli infermieri, poi, sottolinea la Premier, si sta valutando un ulteriore meccanismo di tutela per ridurre la penalizzazione all’approssimarsi all’età della pensione di vecchiaia.
Al momento dovrebbero essere 3 le possibili soluzioni presentate: la salvaguardia dell’assegno per chi va in pensione una volta raggiunti i requisiti di vecchiaia, il taglio più graduale per chi sceglie l’anticipo e il mantenimento dei diritti acquisiti al 31 dicembre 2023.
Intanto, è in corso di svolgimento lo sciopero dei medici su tutto il territorio nazionale, non solo per la revisione della norma sulle pensioni, si protesta anche per le poche risorse destinate alla sanità e ai rinnovi.
Un’astensione di 24 ore che secondo le previsioni metterà a rischio oltre 1,5 milioni di prestazioni tra visite, esami e interventi, mentre saranno garantite le prestazioni d’urgenza.
Secondo quanto reso noto dai sindacati che hanno proclamato la protesta l’adesione ha raggiunto l’85 per cento. Un nuovo sciopero, poi, è stato indetto per la giornata del 18 dicembre.
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