Quota 100 inizierà a produrre i suoi effetti a partire da Aprile 2019, ma coloro che ne beneficeranno non potranno continuare a lavorare, fatte eccezione per alcune prestazioni, vediamo quali.
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto legge 4/2019, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 gennaio, quota 100 è entrata ufficialmente in vigore ed inizierà a produrre i suoi effetti a partire dal 1° aprile 2019.
Tutti coloro che quindi hanno raggiunto i 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi potranno andare in pensione anticipatamente senza subire alcuna penalizzazione sull’assegno previdenziale.
Chi deciderà di aderire alla suddetta misura previdenziale dovrà però rinunciare al lavoro fino al raggiungimento dell’età pensionabile, ovvero fino ai 67 anni di età. Questo perché oltre ai limiti di età e contribuzione, quota 100 comporta anche il divieto parziale dal lavoro.
Il divieto di cumulo tra lavoro e pensione non sarà infatti assoluto, ma relativo e ciò vuol dire che comunque sarà possibile cumulare il reddito che deriva da alcuni tipi di prestazione con quota 100. Vediamo insieme quali.
Pensioni, quota 100: divieto di cumulo, ma non per tutte le prestazioni
A partire da aprile 2019, quota 100 inizierà a produrre i suoi effetti consentendo così a tutti i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti necessari per beneficiarne di andare in pensione anticipatamente.
Chi deciderà di aderire a quota 100, dovrà però rinunciare al lavoro almeno fino al raggiungimento dell’età pensionabile, ovvero fino a 67 anni di età.
Questo perché tale misura oltre alle limitazioni relative all’età anagrafica e contributiva ha introdotto anche il divieto di cumulo tra lavoro e pensione.
Il divieto di cumulo però è relativo e non assoluto, ciò vuol dire che non si potranno percepire redditi di lavoro autonomo e dipendente, ma sarà possibile invece percepire redditi di lavoro autonomo occasionale, fino ad un massimo di 5.000 euro annui.
Chi verrà sorpreso a lavorare mentre percepisce quota 100 quando ancora non ha raggiunto l’età pensionabile, si vedrà sospesa la pensione per tutto l’anno di produzione del reddito.
Nel caso in cui invece il reddito prodotto è di lavoro autonomo occasionale, la pensione è sospesa soltanto se il reddito supera i 5mila euro annui.
In ogni caso il lavoratore che ha aderito a quota 100, che decide di iniziare a lavorare dovrà comunicare immediatamente all’INPS:
- lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, diversa da quella autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito anche inferiore a 5mila euro lordi annui;
- lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa autonoma occasionale, dalla quale derivi un reddito superiore a 5mila euro lordi annui.
Pensioni, quota 100: le prime criticità dopo l’entrata in vigore del Decreto 4/2019
In tre settimane sono arrivate circa 60.000 domande da parte dei lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per beneficiare di quota 100.
Questo potrebbe comportare seri problemi in alcuni settori, come ad esempio nel comparto scuola, visto che sono state presentate già 13 mila domande creando un vero e proprio esodo di massa dal mondo del lavoro.
E vista la possibilità di presentare domanda fino al 28 febbraio 2019, si teme che le istanze per beneficiare di quota 100 aumenteranno ancora.
Seri i problemi, quindi, per il comparto scuola che a settembre potrebbe trovarsi con 70 mila cattedre vacanti, mettendo così in seria difficoltà gli uffici periferici del Ministero che dovranno comunque trovare una soluzione per garantire un ordinato avvio dell’anno scolastico.
Per cercare di risolvere il problema, già presente negli scorsi anni, sono stati indetti alcuni concorsi che però procedono molto a rilento.
Vedremo quindi nei prossimi giorni quante domande saranno presentate ancora dai dipendenti scolastici per aderire a quota 100, sperando che il numero non si alzi notevolmente.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensioni, quota 100: è possibile continuare a lavorare?