Taglio del cuneo fiscale e contributivo di un solo punto e riduzione delle aliquote IRPEF per 18 miliardi: le ultime novità approvate interessano gli stipendi di oltre 20 milioni di dipendenti, ma c'è chi resta ancora in attesa di aumenti e correttivi

Nel documento di finanza pubblica 2025 gli obiettivi da raggiungere con le ultime novità approvate sulle buste paga dei dipendenti, intervenendo sul cuneo fiscale e contributivo e sull’IRPEF.
I tagli hanno un costo di 18 miliardi e servono a ridurre, nel corso di quest’anno, il costo del lavoro di un punto percentuale rispetto al 2020 e a far arretrare l’aliquota media effettiva dell’imposta di 5,6 punti rispetto al 2024.
A guadagnarci sono 33 milioni di cittadini e cittadine: dopo quattro mesi, però, ci sono stipendi che restano ancora in attesa degli aumenti previsti e dei correttivi promessi.
Taglio del cuneo fiscale e IRPEF a tre aliquote: gli obiettivi del 2025 sugli stipendi
Secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro nel Rapporto mondiale sui salari a fine marzo, dal 2008 ad oggi, tra i paesi a economia avanzata del G20, l’Italia ha subito le perdite maggiori in termini assoluti di potere d’acquisto dei salari.
Il costo della vita e gli stipendi hanno viaggiato a velocità diverse, allontanandosi sempre di più. Ed è anche da questa evidenza che nasce l’attenzione sul cuneo fiscale e contributivo degli ultimi anni.
Il suo valore è dato dal complesso delle imposte e dei contributi dovuti sia dal datore di lavoro che dal lavoratore o dalla lavoratrice e di conseguenza determina la differenza tra stipendio lordo e stipendio netto che si riceve.
L’Italia, tra i paesi OCSE, registra una delle percentuali più alte: nel 2020, anno che il Documento di Finanza Pubblica 2025 prende come riferimento, ha raggiunto il 46 per cento.
Nonostante i continui tagli, il lavoro in Italia resta costoso ed estremamente costosi sono i tagli. Con il capitolo di spesa più alto della Legge di Bilancio, la riduzione del cuneo fiscale e dell’IRPEF a tre aliquote sono state rese strutturali per puntare a una riduzione permanente del peso delle imposte sul lavoro.
Dal punto di vista pratico, queste mosse si traducono in aumenti di stipendio che hanno un valore medio annuo di 730 euro per 21,8 milioni di lavoratrici e lavoratori dipendenti.
Il nuovo taglio previsto dalla Legge di Bilancio interessa coloro che hanno un reddito fino a 40.000 euro e tocca la componente fiscale, non quella contributiva, come accaduto fino allo scorso anno:
- per chi resta sotto i 20.000 euro, gli aumenti in busta paga hanno la forma di un contributo da calcolare in base a diverse fasce di reddito;
- oltre questo importo il bonus è rappresentato da una detrazione aggiuntiva sul lavoro dipendente pari a 1.000 euro all’anno, superata la soglia dei 32.000 euro decresce fino ad azzerarsi raggiunti i 40.000.
Taglio cuneo fiscale 2025 | Tipologia di bonus | Importo |
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Fino a 20.000 euro di reddito | Contributo aggiuntivo in busta paga | Importo da calcolare in base a diverse percentuali:
|
Fino a 32.000 euro di reddito | Detrazione aggiuntiva | 1.000 euro |
Fino a 40.000 euro di reddito | Detrazione aggiuntiva | Importo decrescente da 1.000 a zero euro |
Taglio del cuneo fiscale in busta paga e IRPEF a tre aliquote: stipendi ancora in attesa di novità
Sulla carta il taglio del cuneo fiscale e contributivo e la revisione dell’IRPEF, che dovranno portare a una riduzione permanente del peso delle imposte sul lavoro, hanno già trovato una stabilità, ma nella pratica cercano ancora un equilibrio.
Prima di tutto, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti del settore pubblico attendono ancora di vedere concretizzati i tagli in busta paga: anche ad aprile le novità della Legge di Bilancio 2025 non sono state applicate.
Resta, poi, il corto circuito sul trattamento integrativo per chi ha una retribuzione lorda tra gli 8.500 e i 9.000 euro.
Per coloro che si trovano in questa fascia è venuto meno il bonus di 100 euro: con il taglio sui contributi e l’incremento dell’imposta lorda, il beneficio aveva fatto il suo ingresso in busta paga. Con la riduzione del cuneo fiscale previsto dal 2025, invece, è scomparso.
Lo scorso 6 febbraio Marco Osnato, responsabile economico di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione Finanze della Camera, nell’intervista rilasciata ad Affari italiani aveva promesso una soluzione in tempi brevi e comunque prima di Pasqua, soluzione che, ad oggi, ancora si attende.
Così come si attendono i correttivi sull’IRPEF e sul passaggio dalle quattro alle tre aliquote per le dichiarazioni dei redditi 2025.
Nel documento di Finanza pubblica 2025, da inviare alla Commissione europea entro il 30 aprile dopo l’esame del Parlamento, al capitolo dedicato al taglio del cuneo fiscale e all’IRPEF si legge:
“In via generale, tali interventi assicurano, in maniera strutturale, benefici di carattere distributivo e un sostegno all’offerta di lavoro e al potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori a basso reddito, nonché la riduzione del costo del lavoro, la semplificazione del sistema fiscale e l’eliminazione di potenziali distorsioni”.
Ma gli effetti dei 18 miliardi di euro di spesa in questi primi mesi dell’anno non sono ancora tangibili o, sicuramente, non per tutti e tutte coloro che ne avrebbero dovuto trarre beneficio.
E soprattutto un sistema fiscale più semplice e pulito, con il cantiere della riforma che continua a cercare una nuova identità per l’IRPEF, sembra ancora un miraggio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Taglio del cuneo fiscale in busta paga: stipendi 2025 tra promesse e attese