Bonus dipendenti nella Legge di Bilancio 2025: come cambierà il taglio del cuneo fiscale

Rosy D’Elia - Imposte

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo, misura chiave della Legge di Bilancio 2025, diventa strutturale e cambia volto: per garantire il bonus sugli stipendi dei dipendenti si agisce sulla componente fiscale

Bonus dipendenti nella Legge di Bilancio 2025: come cambierà il taglio del cuneo fiscale

Il bonus riconosciuto alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti grazie al taglio del cuneo fiscale e contributivo viene confermato in via strutturale, ma cambia volto.

Insieme alla conferma delle tre aliquote IRPEF, la novità rappresenta il punto di partenza della Legge di Bilancio 2025: insieme le due misure hanno un valore che supera i 17 miliardi di euro, più della metà delle risorse messe in campo.

Il nuovo meccanismo di calcolo delle cifre utilizzate per aumentare gli stipdenti di italiani e italiane è delineato nel primo impianto della Manovra contenuto nel testo del DDL Bilancio.

Fino a 20.000 euro viene riconosciuto un contributo calcolato in base alla retribuzione. Tra i 20.000 e i 32.000 euro di retribuzione il beneficio annuale ammonta a 1.000 euro per poi ridursi fino a scomparire arrivando a 40.000 euro.

Seppur con imporanti modifiche, la strategia adottata dagli ultimi Governi per aumentare il netto in busta paga viene confermata nella Legge di Bilancio 2025, come ha anticipato lo stesso Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti già inizio ottobre in occasione dell’audizione sul Piano Strutturale di Bilancio.

“In primo luogo la manovra di bilancio che presenteremo nelle prossime settimane fornirà le risorse necessarie a confermare gli interventi ritenuti prioritari tra questi rientrano soprattutto le misure necessarie a rendere strutturali gli effetti del taglio del cuneo fiscale sul lavoro e l’accorpamento delle aliquote IRPEF su tre scaglioni già in vigore per l’anno in corso”.

Bonus dipendenti nella Legge di Bilancio 2025: verso la conferma strutturale del taglio del cuneo fiscale

Se da un lato la Manovra in arrivo proseguirà lungo la strada obbligata tracciata dagli ultimi interventi sul cuneo fiscale e contributivo, dall’altro porterà anche delle novità importanti sul bonus dipendenti.

La misura prevista per la seconda metà del 2023 si applica anche a tutto il 2024
Fonte: Istat, La redistribuzione del reddito in Italia 2023

Prima di tutto diventa strutturale: fino ad ora è stato sempre necessario confermare la misura anno dopo anno, dal 2025 si traccia una prospettiva di applicazione a lungo termine, senza date di scadenza.

Un secondo aspetto di novità riguarda la nuova forma che l’intervento assumerà.

Il concetto di cuneo fiscale e contributivo fa riferimento alle imposte e ai contributi, commisurati alla retribuzione, che devono corrispondere sia il datore di lavoro che il lavoratore o la lavoratrice.

Il suo valore ha un impatto importante sugli stipendi perché determina la differenza tra costo del lavoro sostenuto dall’impresa e retribuzione netta che si riceve. In Italia è molto alto, pari in media al 45,1 per cento e da qui nasce l’esigenza di agire con dei tagli che fino ad ora sono stati periodici.

Verso un bonus dipendenti nella Legge di Bilancio 2025: come cambia il taglio del cuneo fiscale

Le strade che si possono percorrere per ridurlo sono diverse: si può agire sul dipendente o sul datore di lavoro, così come sulla componente fiscale o su quella contributiva.

Attualmente, in linea con gli interventi precedenti, lavoratrici e lavoratori ottengono un bonus sullo stipendio tramite una riduzione dei contributi dovuti dal dipendente.

L’esonero contributivo cambia in base alla retribuzione:

  • fino a 25.000 euro è pari al 7 per cento;
  • fino a 35.000 euro arriva al 6 per cento.

Stando al testo del Disegno di Bilancio attualmente in circolazione, dal 2025 il taglio si sposterà anche sul fronte fiscale per arginare l’impatto della decontribuzione sul montante contributivo e si estenderà, con un meccanismo di decalage, anche alle retribuzioni fino a 35.000 euro per eliminare il disincentivo dato dal superamento della soglia.

Il bonus, quindi, non sarà più contributivo e assumerà una forma diversa in base al valore della retribuzione:

  • a chi non supera la soglia dei 20.000 euro viene riconosciuta una somma che non concorre alla formazione del reddito calcolata in base a diverse percentuali;
    • 7,1 per cento fino a 8.500 euro;
    • 5,3 per cento tra 8.500 e 15.000 euro;
    • 4,8 per cento tra i 15.000 e i 20.000;
  • oltre questa soglia diventerà una ulteriore detrazione fiscale:
    • che sarà pari a 1.000 euro tra i 20.000 e i 32.000 euro;
    • per poi ridursi fino ad azzerarsi tra i 32.000 e i 40.000 euro.

Si parla, ovviamente, di cifre annuali.

Anche se la natura dell’intervento cambierà, quindi, i lavoratori e le lavoratrici che attualmente ricevono il bonus nato per tutelare gli stipendei dei dipendenti continueranno a ricevere il bonus in busta paga.

Le somme, quindi, vengono riconosciute in maniera automatica, non è necessario presentare domanda. Ma se, in sede di conguaglio, emerge la necessità di recuperare gli importi riconosciuti, i sostituti d’imposta sono chiamati a recuperarli, in maniera rateale in caso di valori superiori a 60 euro.

Su questa, come su tutte le altre misure, bisognerà attendere l’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2025 che, attualmente, è solo all’inizio con la trasmissione del testo alla Camera.

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