Il taglio del cuneo fiscale mette a rischio la previdenza?

Francesco Rodorigo - Leggi e prassi

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo reso strutturale nella versione attuale metterebbe a rischio l'equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni. Lo ha sottolineato la Banca d'Italia in audizione sul PSB

Il taglio del cuneo fiscale mette a rischio la previdenza?

Il taglio del cuneo fiscale rappresenta un fattore di rischio per la previdenza.

A sottolinearlo è la Banca d’Italia nel corso delle audizioni sul Piano strutturale di bilancio.

La misura resa strutturale nella forma attuale, come indicato nel PSB, rischia di compromettere l’equilibrio nel medio termine tra entrate contributive e uscite per prestazioni.

Il taglio del cuneo fiscale mette a rischio la previdenza?

La conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo rischia di pesare sulla previdenza.

Nella forma attuale, se resa strutturale, la misura mette a rischio le pensioni, o meglio l’equilibrio nel medio termine tra entrate contributive e uscite per prestazioni.

A lanciare l’allarme è la Banca d’Italia nell’audizione del 7 ottobre davanti alle Commissioni bilancio di Camera e Senato in merito all’esame del Piano strutturale di bilancio di medio termine (PSB).

Secondo Bankitalia, infatti, la conferma senza correttivi della misura porterebbe, nel medio termine, a squilibri nel sistema tra entrate contributive e uscite per prestazioni.

“Come già sottolineato in sede di audizione sul DEF, verrebbe meno a livello aggregato l’equilibrio tra le entrate contributive e le uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza.”

Questo perché, come noto, la misura agisce sulle retribuzioni fino a 35.000 euro con un taglio dei contributi INPS, che sono quindi coperti dallo Stato e non dai lavoratori.

Una questione non di poco conto, visto che la conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo per i prossimi anni è la priorità assoluta del Governo in vista della Legge di Bilancio 2025 come ribadito in più occasioni da vari esponenti, a partire dalla Premier Meloni e dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

L’intenzione di rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro, spiega in audizione Sergio Nicoletti Altimani (Capo del dipartimento di Economia e Statistica della Banca D’Italia), assume particolare rilevanza dato che, sebbene i conti in corso d’anno mostrino un andamento incoraggiante, il PSB non è esente da rischi.

Questo perché in primo luogo, per finanziare parte della nuova Manovra il piano conta sulle maggiori entrate attese per il 2024 “con l’assunzione implicita che siano interamente permanenti” e inoltre perché sarebbe sufficiente uno scenario macroeconomico lievemente meno favorevole “per rendere più arduo conseguire l’obiettivo di Governo di riportare nel 2026 l’indebitamento al di sotto del 3 per cento del PIL”.

Il taglio del cuneo fiscale, le ipotesi per il 2025

Sul fatto che il taglio del cuneo fiscale e contributivo sarà confermato anche nel 2025 non sembrano esserci dubbi: è scritto nero su bianco nel PSB.

Resta da vedere, però, se saranno apportate modifiche alla fisionomia attuale.

Al momento, ricordiamo, il taglio si applica alle retribuzioni fino a 35.000 euro all’anno e interessa una platea di oltre 12 milioni di lavoratori e lavoratrici, per un valore che arriva fino a 100 euro in busta paga e una spesa di partenza che ha ha un valore di oltre 10 miliardi di euro.

Nell’introduzione al Piano, infatti, il Ministro Giorgetti ha evidenziato che gli effetti del cuneo fiscale:

“assumeranno una nuova fisionomia al fine di raggiungere il medesimo obiettivo senza ulteriori tensioni sul piano della spesa pluriennale.”

Resta da vedere come cambierà questa fisionomia. Ancora non ci sono dettagli in merito, anche se queste indicazioni portano a pensare che l’ipotesi più probabile possa essere quella di un decalage del taglio, per cui la percentuale cala con il crescere del reddito. In questo modo si abbandonerebbe lo schema attuale a 2 livelli.

Intanto nella giornata di oggi, 8 ottobre, come riportato da Radiocor, il Viceministro dell’Economia Maurizio Leo a margine della votazione del Parlamento in seduta comune per un giudice della Consulta ha risposto ad alcune domande in merito alle perplessità espresse dalla Banca d’Italia, in sede di esame del PSB evidenziando come le risorse necessarie saranno trovate.

“Il taglio del cuneo è una priorità che noi vogliamo seguire, come la riduzione delle aliquote, che vogliamo pure rendere strutturale, e se ci sono delle perplessità vediamo di trovare le risorse.”

In merito alla riforma fiscale, inoltre, ha poi aggiunto:

“Per noi la conferma delle tre aliquote è una priorità politica.”

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