Diverse novità dall'ultima settimana fiscale per superbonus e bonus edilizi: dalla chiusura sulla possibile proroga della scadenza per i condomini al nuovo strumento per lo sblocco dei crediti incagliati. Tanti altri temi negli ultimi 7 giorni: dalla consultazione sulla global minimum tax alla prima scadenza in arrivo per l'iter della riforma fiscale, passando per gli effetti in busta paga del taglio del cuneo contributivo
Superbonus e bonus edilizi ancora protagonisti nell’ultima settimana fiscale.
Tramonta la proroga al 2024 per la scadenza del 31 dicembre, relativa agli interventi nei condomini. La chiusura è arrivata dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti nel corso del question time alla Camera del 13 settembre scorso.
Inizia invece a prendere forma lo strumento allo studio del Governo per lo sblocco della cessione del credito: verrà introdotto un “bollino blu” con la verifica delle somme incagliate da parte della Guardia di Finanza, che renderà i crediti più facilmente vendibili.
Intanto prosegue l’iter della riforma fiscale e si avvicina il termine del 20 settembre, data entro la quale dovranno essere pronti gli schemi di decreti legislativi a cui lavorano le commissioni di esperti. In ambito fiscale si è inoltre aperta la consultazione sul testo del decreto che introdurrà nell’ordinamento nazionale la global minimum tax.
Sul fronte del lavoro, il XXII esimo rapporto dell’INPS certifica gli effetti del taglio del cuneo contributivo.
Superbonus: dalla mancata proroga per i condomini agli strumenti per lo sblocco della cessione del credito
Le novità sul superbonus e sui bonus edilizi hanno caratterizzato anche la settimana compresa tra l’11 e il 17 settembre 2023.
La prima importante notizia è la chiusura da parte dell’Esecutivo ad una proroga per la scadenza del 31 dicembre 2023, il termine previsto per gli interventi da realizzare nei condomini per continuare a beneficiare dell’aliquota massima introdotta dal decreto Rilancio, ovvero il 110 per cento.
Da diverse settimane la proroga è stata richiesta da più parti, l’ultima richiesta in ordine di tempo è arrivata dall’ANCE, l’associazione nazionale costruttori edili, che ha richiesto il rinvio della scadenza di sei mesi per quanti hanno iniziato i lavori alla data del 17 febbraio 2023 e realizzato almeno il 30 per cento dei lavori entro la fine dell’anno.
Non stupiscono le dichiarazioni del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time alla Camera del 13 settembre scorso:
“Non è intenzione del Governo procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute.”
Il Ministro dell’Economia, così come la stessa Presidente del Consiglio, hanno messo in evidenza in diverse occasioni il costo eccessivo del superbonus e dei vari bonus edilizi per le casse dello Stato.
Nel complesso le spese sarebbero arrivate a circa 140 miliardi di euro, come sottolineato da Giorgia Meloni a Porta a Porta. Inoltre, come spiegato dal Ministro Giorgetti, a fronte di costi certi non sono invece certi gli effetti espansivi delle misure.
Le prime tappe della Legge di Bilancio 2024 si avvicinano, le risorse sono poche e gli interventi da inserire dovranno essere scelti in modo accurato. Da qui a fine anno, però, ci sono ancora diversi capitoli da scrivere alla storia del superbonus, soprattutto per i condomini.
Un’altra questione che è stata al centro del dibattito è stata lo sblocco della cessione del credito, con particolare riferimento ai crediti incagliati, le somme bloccate nei cassetti di contribuenti e imprese senza una destinazione.
Il Ministro Giorgetti aveva anticipato quanto di seguito riportato:
“Sono allo studio dell’Esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso di cittadini e imprese e sorti nel periodo antecedente l’introduzione dei vincoli di appropriatezza. Tale circostanza dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione.”
La misura ha iniziato a prendere forma anche se senza alcuna ufficialità. Si tratterebbe dell’introduzione di una certificazione della regolarità dei crediti, da ottenere dopo appositi controlli da parte della Guardia di Finanza.
L’obiettivo è ridurre il rischio di frodi e rendere le somme più appetibili per banche e intermediari finanziari. Non si esclude l’acquisto da parte di partecipate statali.
Anche in questo caso però bisognerà attendere: prima che le misure vengano messe nere su bianco, poi che siano applicate e infine gli effetti degli interventi. Insomma la questione è complessa e lo sblocco sembra ancora lontano.
Global minimum tax: si apre la consultazione a pochi giorni dalla prima scadenza della riforma fiscale
Tra le novità fiscali che hanno caratterizzato l’ultima settimana c’è anche l’apertura della consultazione pubblica per l’introduzione nell’ordinamento italiano della global minimum tax.
Si tratta dell’imposta al 15 per cento che deve essere prevista dopo l’intesa tra i paesi OCSE e la direttiva UE che ha fissato come scadenza per l’attuazione da parte degli Stati membri al 31 dicembre 2023.
Il pagamento della “tassa minima globale” interesserà le imprese che fanno parte di gruppi multinazionali o nazionali, con ricavi consolidati non inferiori 750 milioni di euro in almeno due dei quattro esercizi precedenti.
Per l’attuazione della misura in Italia, lo schema di decreto è pronto. Operatori economici, associazioni di categoria, ordini professionali ed esperti della materia potranno dare i propri pareri entro il prossimo 1° ottobre, seguendo le indicazioni del Dipartimento delle Finanze.
L’apertura della consultazione si inserisce in periodo particolarmente caldo per la riforma fiscale. Entro il prossimo 20 settembre dovranno essere consegnati gli schemi di decreti legislativi su cui stanno lavorando le commissioni di esperti.
Dopo l’approvazione definitiva al testo della legge delega da parte del Parlamento, arrivata prima della pausa estiva dopo una marcia a ritmi serrati, si avvicina il termine per l’attuazione delle novità in calendario. Una data importante perché sarà il primo passo concreto da parte dell’esecutivo per mettere in campo la delega ricevuta da Camera e Senato.
L’avvio precede di poco la presentazione della NADEF, la nota di aggiornamento del documento di economia e finanze, che rappresenta il punto di partenza per la Legge di Bilancio 2024.
Aumento in busta paga grazie al taglio del cuneo
In tema di lavoro si segnalano i dati forniti nel corso del XXII Rapporto INPS, presentato lo scorso 13 settembre, che hanno registrato gli effetti del taglio del cuneo contributivo, mettendo a confronto il mese di ottobre 2022 con lo stesso periodo del 2023.
Se nel 2022 la misura aveva inciso in busta paga per una media di 30 euro, con valori superiori a 50 euro solo per il 5 per cento dei beneficiari, la media per quest’anno sale a circa 100 euro.
Si attende una nuova settimana ricca di novità in arrivo, prima di una fine del mese caratterizzata da numerose scadenze fiscali.
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