Superbonus e bonus edilizi: l’impatto delle agevolazioni sulle casse dello Stato

Tommaso Gavi - Irpef

Quanto impattano il superbonus e i bonus edilizi sulle casse dello Stato e come incide la riclassificazione alla luce delle indicazioni Eurostat? La risposta dall'Ufficio parlamentare di Bilancio, Corte dei Conti e Banca d'Italia, nelle audizioni di lunedì scorso

Superbonus e bonus edilizi: l'impatto delle agevolazioni sulle casse dello Stato

Qual è l’impatto del superbonus e dei bonus edilizi sulle casse dello Stato?

Il quadro è stato delineato nel corso delle audizioni presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, che si sono svolte lunedì 9 ottobre 2023.

A delineare il quadro sono state le relazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio, della Corte dei Conti e della Banca d’Italia.

Oltre al “peso” delle agevolazioni nelle spese pubbliche, sono stati analizzati gli effetti della riclassificazione dei crediti, alla luce delle indicazioni Eurostat fornite lo scorso 26 settembre.

Per ricevere via email gli aggiornamenti gratuiti di Informazione Fiscale in materia di agevolazioni fiscali sulla casa, fisco e lavoro lettrici e lettori interessati possono iscriversi gratuitamente alla nostra newsletter, un aggiornamento gratuito al giorno via email dal lunedì alla domenica alle 13.00

Iscriviti alla nostra newsletter


Superbonus e bonus edilizi: l’impatto delle agevolazioni sulle casse dello Stato

Oggi, 11 ottobre, verrà chiesta l’autorizzazione al Parlamento per lo scostamento di bilancio per finanziare il taglio del cuneo fiscale e gli altri interventi che il Governo intende realizzare.

Nella giornata di ieri è intervenuto nel corso delle audizioni presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Il ministro ha spiegato che la necessita di uno scostamento di bilancio deriva dagli effetti della guerra in Ucraina e della riclassificazione dei crediti Eurostat legati al superbonus e ai bonus edilizi.

Ma qual è il peso delle agevolazioni sulle casse dello Stato? Una risposta è stata fornita dalla Banca d’Italia, che ha riportato (nell’audizione di lunedì scorso) i dati dei crediti d’imposta maturati fino al 2022.

Nel complesso i bonus edilizi si sono attestati sui 90 miliardi di euro, ovvero il 2 per cento del PIL 2021 e il 2,8 di quello del 2022. Per il 2023 le stime del Governo si attestano sui 40 miliardi di euro, ossia l’1,8 per cento del PIL.

La Corte dei Conti, nella stessa audizione di lunedì scorso, ha evidenziato:

“Il maggior tiraggio del Superbonus nel 2023 (dallo 0,7 all’1,8 per cento del Pil) determina un maggior fabbisogno – e quindi incrementa il debito – di 0,1 punti percentuali nel 2023 e di 0,3 punti per anno nei successivi tre esercizi.”

Per l’anno in corso e per gli anni successivi si dovrà valutare i tempi della compensazione dei crediti. Ad incidere in positivo per le casse dello Stato, e in negativo per contribuenti e imprese, potrebbe essere la questione dei crediti incagliati.

Le somme bloccate nei cassetti fiscali dei soggetti che hanno maturato il credito ma non hanno sufficiente capienza fiscale e non sono riusciti a cedere le somme potrebbero rimanere di fatto inutilizzati e, di conseguenza, non pesare sul bilancio dello Stato.

Oltre alle stime già fornite sono stati evidenziati gli effetti in conseguenza delle indicazioni Eurostat sulla riclassificazione delle somme, fornite lo scorso 26 settembre 2023.

Superbonus e bonus edilizi: gli effetti della riclassificazione Eurostat

A fornire i dati sugli effetti della classificazione Eurostat, a seguito della decisione dello scorso 26 settembre 2023, è la relazione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, presentata nell’audizione delle Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.

Il rapporto tra deficit e PIL è rimasto all’8 per cento per il 2022, in quanto gli effetti positivi sono stati bilanciati da una revisione a rialzo delle uscite per 8,2 miliardi di euro, superiore a quella delle entrate che si attestano a 3,7 miliardi di euro.

La spesa per superbonus e bonus facciate supera i 4 miliardi di euro, passando dal 2,6 per cento del PIL al 2,8 per cento.

In merito alla riclassificazione dei crediti, l’Ufficio parlamentare di bilancio evidenzia “un miglioramento del disavanzo nel biennio 2024-25 e un peggioramento nel 2026”.

Mentre nel DEF erano stati contabilizzati sia i bonus del 2023 che dei due anni successivi, le nuove indicazioni Eurostat utilizzate per la NADEF hanno contabilizzato come pagabili solo gli incentivi edilizi del 2023.

Per gli anni successivi le somme sono state considerate non pagabili.

Come sottolineato ancora nella relazione relativa all’audizione:

“Di conseguenza, la nuova contabilizzazione ha migliorato il deficit di 0,3 punti percentuali di PIL nel 2024 e di 0,2 punti nel 2025 mentre lo peggiora di 0,1 punti nel 2026.”

La nuova classificazione dei crediti considera trascurabile l’ammontare dei crediti persi dai beneficiari.

In altre parole, non considera l’impatto dei cosiddetti crediti incagliati, che arrivati a scadenza andrebbero persi.

Le stime sugli effetti futuri sono piuttosto difficili da fare, la questione dovrà quindi essere valutata dopo la scadenza della compensazione dei crediti.

Nella relazione si legge, infatti:

“Qualora il valore delle mancate compensazioni dovesse risultare significativo, l’intero ammontare dei crediti verrebbe ritenuto “non pagabile” con conseguente riclassificazione – anche nel conto delle Amministrazioni pubbliche – per cassa, a riduzione dell’Irpef, e distribuzione anche negli anni a venire di quanto sinora contabilizzato per competenza dal 2020 al 2023.”

Gli effetti dei bonus edilizi hanno infine avuto un riflesso sulla componente stock-flussi, come evidenziato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

La revisione al rialzo dei crediti del Superbonus ha determinato un aumento dell’1,1 per cento, con i seguenti riflessi:

  • 0,1 per cento del PIL nel 2023;
  • 0,3 per cento per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026.

Questo sito contribuisce all'audience di Logo Evolution adv Network