Superbonus e bonus casa, i commercialisti propongono la cessione del credito libera per le banche. La proposta è resa nota dal comunicato del 14 giugno 2022, che dà conto della lettera inviata dal presidente del CNDCEC de Nuccio al governo. Un'ulteriore proposta: allungare i termini per la compensazione.
Superbonus e bonus casa, i commercialisti avanzano la proposta al governo di permettere la cessione del credito libera per le banche.
I suggerimenti sono contenuti nella lettera inviata dal presidente del CNDCEC Elbano de Nuccio, al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
A darne conto è il comunicato stampa del 14 giugno 2022. Per sbloccare il meccanismo della cessione del credito la categoria propone di permettere di cedere i crediti derivanti da interventi edilizi indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario.
Un’ulteriore azione per evitare conseguenze sul comparto edilizio è la proposta di termini più lunghi per la compensazione da parte dei soggetti cessionari dei crediti di imposta.
Superbonus e bonus casa, la proposta dei commercialisti: cessione del credito libera per le banche
La cessione del credito di superbonus e bonus casa è un aspetto che condiziona l’intero settore edilizio.
Sul tema sono intervenuti i commercialisti, con la lettera del presidente del CNDCEC Elbano de Nuccio, inviata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Ministro dell’Economia, Daniele Franco, al Presidente della commissione finanze della Camera, Luigi Marattin e al direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.
Le proposte indicate dalla categoria sono sintetizzate nel comunicato stampa del 14 giugno 2022: la principale è la previsione di cessione del credito libera per le banche.
In merito il presidente del CNDCEC spiega quanto di seguito riportato:
“Per preservare un meccanismo normativo prezioso come quello della monetizzazione dei bonus edilizi, senza nel contempo sacrificare le esigenze di contrasto all’utilizzo indebito, nonché per evitare che l’intero comparto dell’edilizia subisca conseguenze irreparabili, chiediamo un intervento normativo che ripristini per le banche la possibilità di cedere liberamente i crediti acquisiti, indipendentemente dalla natura soggettiva del cessionario.”
De Nuccio sottolinea che tale proposta non aumenta il rischio di frodi dal momento che sono previsti:
- il visto di conformità;
- l’attestazione di congruità dei costi e i presidi antiriciclaggio già previsti dal Decreto Antifrodi;
- le procedure messe in campo dal sistema bancario.
La proposta avanzata dai commercialisti ha lo scopo di superare lo stallo legato all’incertezza normativa, che rischia di ripercuotersi profondamente sul settore edilizio.
Il quadro normativo, infatti, influenza l’operato delle banche che hanno bloccato i crediti per esaurimento della capienza per la compensazione.
A cascata i blocchi si sono riversati sul reparto delle costruzioni, per la carenza di liquidità legata alla difficoltà di monetizzazione dei crediti, creando non pochi grattacapi soprattutto nei casi di interventi già avviati o pianificati da tempo.
Superbonus e bonus casa, maggior termine per la compensazione
Parallelamente all’intervento sui destinatari della cessione del credito da parte delle banche, viene proposta la possibilità di allungare i tempi per la compensazione dei crediti, aumentando di fatto la capienza fiscale dei soggetti che ricevono il credito.
A riguardo il presidente de Nuccio sottolinea:
“assumono interesse anche le proposte di accordare un maggior termine per la compensazione da parte dei soggetti cessionari dei crediti di imposta, il cui utilizzo in compensazione è attualmente previsto con le stesse modalità con le quali sarebbero stati utilizzati dal soggetto beneficiario-primo cedente.”
La proposta contribuirebbe a ripristinare il clima di fiducia tra i soggetti interessati e di sbloccare il meccanismo della cessione del credito.
Il presidente de Nuccio chiede inoltre un ulteriore intervento:
“suggeriamo poi di ribadire ulteriormente, in via normativa o interpretativa, che i cessionari dei crediti d’imposta non possono essere considerati responsabili, salvo i casi di concorso, della mancata sussistenza, anche parziale, dei requisiti che danno diritto alla detrazione d’imposta e rispondono dunque solo per l’eventuale utilizzo dei crediti medesimi in modo irregolare o in misura maggiore rispetto al credito d’imposta ricevuto.”
Su questo aspetto, nel caso di errori nella comunicazione relativa alla cessione del credito che inficino la possibilità di beneficiare della detrazione verranno fornite indicazioni in un’apposita circolare dell’Agenzia delle Entrate di prossima pubblicazione.
A renderlo noto è una delle risposte dell’Amministrazione finanziaria ad uno dei quesiti posti in occasione dell’appuntamento estivo Telefisco 2022 di oggi, 15 giugno 2022, organizzato dal Sole 24 Ore.
Gli interventi sulla cessione del credito d’imposta potrebbero sbloccare la situazione ed evitare che:
“misure adottate nel pieno dell’emergenza Covid-19 per sostenere e rilanciare l’economia, e per le quali lo Stato ha allocato rilevanti risorse, si trasformino in un micidiale boomerang economico e sociale.”
Si attendono quindi eventuali interventi nei prossimi provvedimenti dell’esecutivo, per rilanciare l’efficacia degli interventi in ambito edilizio.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Superbonus e bonus casa, la proposta dei commercialisti: cessione del credito libera per le banche