Sia in caso di sospensione che di decadenza dell'assegno di inclusione la sanzione si applica a tutto il nucleo familiare. Questo anche nel caso di possesso di più carte ADI. I chiarimenti nelle nuove FAQ del Ministero del Lavoro
Quali sono le sanzioni previste per i beneficiari dell’assegno di inclusione in merito agli incontri con i servizi sociali?
A fornire nuovi chiarimenti in materia è il Ministero del Lavoro nelle FAQ aggiornate pubblicate sul sito.
In particolare, viene sottolineato che nei casi di sospensione o decadenza dalla prestazione, la sanzione si applica a tutto il nucleo familiare, anche se sono state concesse più carte di inclusione.
I percettori del sostegno hanno l’obbligo di presentarsi con cadenze precise presso i servizi sociali. La mancata presentazione viene rilevata in automatico dal SIISL.
Assegno di inclusione: la sospensione si applica a tutto il nucleo familiare
Il Ministero del Lavoro ha aggiornato le risposte alle domande più frequenti (FAQ) pubblicate sul sito e relative all’assegno di inclusione, la nuova misura attiva da gennaio in favore dei nuclei familiari con almeno un minore, una persona disabile, con più di 60 anni oppure in condizioni di svantaggio.
I chiarimenti riguardano in particolare le sanzioni, e la loro applicazione, per quanto riguarda gli incontri con i servizi sociali.
Come previsto dalla normativa, infatti, dopo che la domanda per l’ADI è stata accolta, la famiglia è tenuta a presentarsi entro 120 giorni (con o senza convocazione) presso i servizi sociali per la definizione dei bisogni e la sottoscrizione del PAD, il patto di attivazione digitale.
In caso di mancato incontro:
- se c’è stata una convocazione da parte dei servizi sociali e non c’è un giustificato motivo per la mancata presentazione, il nucleo decade dal beneficio.
- se non c’è stata convocazione, il beneficio verrà sospeso a tutto il nucleo dal mese successivo alla scadenza dei 120 giorni.
Ebbene, il Ministero precisa che sia nel caso di sospensione sia in quello di decadenza dal beneficio, la sanzione viene applicata a tutto il nucleo familiare.
Questo anche se la famiglia è in possesso di più carte di inclusione.
In sostanza, se un solo membro della famiglia viene sanzionato, la sospensione/decadenza si applica a tutto il nucleo.
La mancata presentazione presso i servizi sociali, sottolinea il Ministero, viene rilevata in automatico dal sistema informativo (SIISL) e non deve essere segnalata dai servizi.
Per quanto riguarda i provvedimenti di sospensione, è sufficiente presentare la comunicazione di avvenuta a presentazione. Nei casi di sospensione, infatti, il beneficio verrà riattivato in seguito alla registrazione dell’avvenuto incontro e saranno erogati anche gli arretrati spettanti.
In caso di decadenza per mancata presentazione, invece, il beneficio può essere richiesto da un componente il nucleo familiare solo dopo che sono passati 6 mesi dalla data del provvedimento di decadenza.
Assegno di inclusione: i termini da rispettare per non incorrere nella sospensione o decadenza
Quello dei 120 giorni per la presentazione presso i servizi sociali è dunque la principale scadenza da rispettare per non perdere il beneficio economico, ma ci sono anche altri termini che bisogna tenere a mente per non incorrere in sospensioni o decadenza.
I componenti del nucleo familiare che risultano attivabili al lavoro, infatti, hanno 60 giorni di tempo per sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato (PSP) con i centri per l’impiego. In caso di mancata presentazione ai CPI entro tale termine, il beneficio viene sospeso.
Chi invece è tenuto a sottoscrivere il PAIS (Patto di inclusione sociale) e può aderire volontariamente a percorsi di attivazione lavorativa, deve presentarsi presso i servizi sociali, o i patronati, entro 90 giorni dal precedente incontro, per confermare la propria posizione. In caso di mancata presentazione, il beneficio viene sospeso a tutto il nucleo familiare.
Il Ministero ricorda che nel PAIS possono essere previsti incontri anche prima dei 90 giorni, con le medesime conseguenze per mancata presentazione. L’avvenuto incontro farà ripartire il conteggio dei 90 giorni per l’incontro di monitoraggio successivo.
I componenti che non hanno l’obbligo di attivazione lavorativa (con definizione del PSP) o sociale (con definizione del PAIS) devono comunque presentarsi ogni 90 giorni presso i servizi sociali o gli istituti di patronato per confermare la loro condizione e per la verifica delle condizioni di esonero. Anche in questo caso, per la mancata presentazione il beneficio viene sospeso.
Fanno eccezione i componenti non tenuti agli obblighi di età pari o superiore ai 60 anni, con disabilità o vittime di violenza di genere e inserite in percorsi di protezione.
Attenzione, però: se nel nucleo sono presenti solo componenti adulti non tenuti agli obblighi, perché di età pari o superiore ai 60 anni o con disabilità, e uno o più minorenni in obbligo scolastico, almeno un componente adulto avrà l’obbligo di sottoscrizione del PAIS e di monitoraggio ogni 90 giorni.
Se, invece, nel nucleo ci sono minorenni in obbligo scolastico e il componente adulto non è tenuto agli obblighi in quanto vittima di violenza di genere e inserito in percorsi di protezione, quest’ultimo avrà l’obbligo di sottoscrizione del PAIS, ma non di monitoraggio ogni 90 giorni.
Regole diverse, infine per i componenti indirizzati al Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), cioè chi è fuori dalla scala di equivalenza e senza responsabilità genitoriali.
Questi, infatti, non sono tenuti ad alcun obbligo (e conseguente sanzione), non devono essere convocati dai servizi sociali e non devono presentarsi ogni 90 giorni per confermare la propria posizione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Assegno di inclusione: la sospensione si applica a tutto il nucleo familiare