Scuola fino al 30 giugno, nell'incontro del 24 febbraio 2021 con il Ministro dell'Istruzione Bianchi, Cgil e Cisl ribadiscono il proprio parere contrario. Per le organizzazioni di categoria la responsabilità in materia deve essere delle singole scuole che vanno dotate di risorse aggiuntive. Se ne parlerà comunque nei tavoli di confronto aperti a Viale Trastevere. L'Usb intanto lancia una petizione contro il prolungamento dell'anno scolastico.
A scuola fino al 30 giugno? Anche no.
Sembra questo l’orientamento prevalente tra le organizzazioni sindacali della scuola alla luce dell’incontro avuto con il neo Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi il 24 febbraio 2021.
La riunione in video conferenza è stata di fatto una presentazione del nuovo titolare del dicastero di viale Trastevere alle organizzazioni di categoria, e certamente non ha avuto come tema esclusivo quello del recupero degli apprendimenti reso necessario dal ricorso intensivo alla didattica a distanza per contenere la pandemia da COVID-19.
Oltre all’ipotesi del prolungamento dell’anno scolastico fino alla fine del mese di giugno, si è infatti parlato, tra l’altro:
- dell’utilizzo delle risorse del Recovery Plan per il disegno di una scuola nuova;
- della priorità della vaccinazione del personale per ridare un minimo di normalità e sicurezza al mondo dell’istruzione;
- della necessità di essere pronti per l’avvio del nuovo anno scolastico 2021-22, intervenendo anche sui meccanismi del reclutamento per evitare la continua emergenza che si è verificata negli anni per la carenza di docenti.
Su tutti questi temi il ministro ha proposto l’istituzione di tre specifici tavoli con le organizzazioni sindacali:
- quello sull’avvio regolare del nuovo anno scolastico, denominato “1° settembre”;
- un tavolo sulla mobilità del personale;
- e infine un terzo tavolo sugli investimenti del Recovery per la scuola.
Tuttavia, l’allungamento delle lezioni a scuola fino al 30 giugno per il recupero degli apprendimenti è stato un tema presente nel “biglietto di presentazione” del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. Pertanto l’orientamento negativo in materia delle organizzazioni di categoria è certamente di rilievo.
Vediamo la proposta originaria sull’allungamento e le critiche da parte delle organizzazioni di categoria.
Scuola fino al 30 giugno, la proposta di Draghi e quella di Bianchi
La proposta di due settimane in più di scuola a giugno per il recupero degli apprendimenti è venuta da Draghi, nel corso degli incontri con le forze politiche e sociali in vista della formazione del nuovo Esecutivo.
L’esigenza era quella di offrire la possibilità agli studenti più penalizzati dalla didattica a distanza (in particolar modo quelli delle superiori di secondo grado) di recuperare in estate quello che hanno perso in questi mesi di emergenza sanitaria.
In quel momento la risposta dei sindacati è stata prevalentemente improntata al dialogo, anche se Usb e Cisl Scuola avevano espresso immediatamente la loro contrarietà.
Certamente anche dai meno critici è venuta l’indicazione della complessità della situazione, dato che il prolungamento dell’anno scolastico e del calendario delle lezioni avrebbe comunque coinciso con le date degli esami ai quali debbono presenziare gli stessi docenti che tengono le lezioni.
Ora il Ministro Bianchi ha accennato di nuovo alla possibilità di recuperare il gap di socialità e di apprendimento creatosi a causa dell’epidemia e ha annunciato di aver creato uno specifico gruppo di lavoro per studiare il problema formato da personale del ministero, dirigenti scolastici, docenti ed esperti in materia di disuguaglianze.
Comunque, il tema dell’allungamento del calendario sarà sul tavolo di discussione con i sindacati denominato “1° settembre”.
Scuola fino al 30 giugno, la posizione dei sindacati sul prolungamento dell’anno scolastico
Anche se il clima dell’incontro è stato piuttosto disteso, c’è da registrare la netta posizione contraria al prolungamento dell’anno scolastico fino al 30 giugno della Flc Cgil, per bocca del suo segretario Francesco Sinopoli.
“Il problema del recupero degli apprendimenti scolastici, laddove si pone” - si legge in una nota della Flc dopo l’incontro - “non è uguale in tutte le regioni e in tutte le scuole. È necessaria dunque una strategia diversificata affidata alle singole scuole, ma anche per questo sono necessari organico e risorse aggiuntive e ridare centralità degli organi collegiali, a cui spetta la responsabilità didattico organizzativa e la garanzia della libertà di insegnamento”.
Il medesimo parere è stato espresso anche da Maddalena Gissi, segretaria della Cisl Scuola per la quale:
È positivo che la questione non sia stata posta nei termini semplicistici e banalizzanti di un eventuale allungamento del calendario. Se ne discuterà al tavolo 1° settembre, e mi pare la scelta più saggia. Per quanto ci riguarda, confermo che dovranno essere le scuole, sulla base di una puntuale conoscenza del fabbisogno, a valutare ciò che può essere utile e necessario fare e quali modalità utilizzare per eventuali azioni di recupero.
Infine, c’è da registrare la posizione ben più dura in materia dell’Usb Scuola che contro l’ipotesi del prolungamento dell’anno scolastico al 30 giugno ha lanciato una petizione indirizzata al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio e allo stesso ministro dell’Istruzione.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Scuola fino al 30 giugno, no dei sindacati. L’esito del confronto con il Ministro Bianchi