Il 16 marzo 2023 il Consiglio dei Ministri approvava la legge delega della riforma fiscale: dopo due anni sono stati approvati 14 decreti legislativi, ma mancano 34 provvedimenti per la piena attuazione e il lavoro sull'IRPEF resta aperto

Costruire un nuovo Fisco: con questo obiettivo, il Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2023 approvava, con procedure d’urgenza, un disegno di legge di delega al Governo per la riforma fiscale.
Dall’IRPEF al calendario di scadenze, hanno preso forma una serie di novità ma, rispetto al progetto presentato su carta, c’è ancora tanto da costruire e poco tempo a disposizione: ad oggi sono stati approvati 14 decreti legislativi, che dovranno essere pienamente attuati con la firma di 34 decreti attuativi.
Mancano, invece, ancora 6 Testi Unici attesi, in prima battuta, già ad agosto 2024.
E mentre l’imposta sul reddito delle persone fisiche non ha ancora trovato un nuovo equilibrio, si avvicina la scadenza per la revisione del sistema tributario che è fissata al 29 agosto 2025.
Il cantiere della riforma fiscale compie due anni: un bilancio dei decreti approvati
La legge n. 111 del 2023 concede al Governo 24 mesi di lavoro: nel cantiere della riforma fiscale i lavori sono cominciati ufficialmente il 29 agosto 2023, data di entrata in vigore della legge delega approvata dal Parlamento e presentata dal Governo a marzo dello stesso anno.
Nei primi 12 mesi di revisione del sistema tributario, in media, quasi un testo al mese è arrivato in Gazzetta Ufficiale: l’andamento spedito ha subito un rallentamento la scorsa estate e una battuta d’arresto a inizio anno. Questa andatura decrescente è legata anche alla necessità di trovare nuove risorse.
Decreti legislativi approvati | Riferimento normativo |
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Attuazione della riforma fiscale in materia di fiscalità internazionale | D.lgs. 27 dicembre 2023, n. 209 |
Attuazione primo modulo riforma Irpef e altre misure in tema di imposte sui redditi | D.lgs. 30 dicembre 2023, n. 216 |
Modifiche allo Statuto dei diritti del contribuente | D.lgs. 30 dicembre 2023, n. 219 |
Revisione disciplina del contenzioso tributario | D.lgs. 30 dicembre 2023, n. 220 |
Potenziamento del regime di adempimento collaborativo | D.lgs. 30 dicembre 2023, n. 221 |
Razionalizzazione e semplificazione delle norme in materia di adempimenti tributari | D.lgs. 8 gennaio 2024, n. 1 |
Disposizioni in materia di accertamento tributario e di concordato preventivo biennale | D.lgs. 12 febbraio 2024, n. 13 |
Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza | D.lgs. 25 marzo 2024, n. 41 |
Revisione del sistema sanzionatorio tributario | D.lgs. 14 giugno 2024, n. 87 10 |
Riscossione | D.lgs. 7 agosto 2024, n. 110 |
Disposizioni per la razionalizzazione dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA | D.lgs. 18 settembre 2024, n. 139 |
Disposizioni nazionali complementari al codice doganale dell’unione e revisione del sistema sanzionatorio in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi | D.lgs. 26 settembre 2024, n. 141 |
Revisione del regime impositivo dei redditi (IRPEF e IRES) | D.lgs. 13 dicembre 2024, n. 192 |
Disposizioni integrative e correttive in materia di regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale | D.lgs. 5 agosto 2024, n. 108 |
Per l’attuazione delle novità della riforma fiscale servono ancora 34 decreti attuativi
Nonostante la premier Meloni abbia ribadito nella conferenza stampa di inizio anno la priorità degli interventi sul Fisco anche per il 2025, il cantiere della riforma sembra entrato in una fase di stallo e alcuni aspetti del sistema tributario, come l’IVA e i sistemi degli enti locali, restano ancora intatti. Nessuna novità fino a questo momento è stata approvata su questi due fronti.
Se da agosto 2023 la riforma fiscale ha avuto due ritmi, uno serrato per l’approvazione dei decreti legislativi, e uno meno spedito per i provvedimenti attuativi, che sono necessari per dare concretezza alle novità inseriti nei diversi testi di legge, oggi le velocità sembrano invertite.
Dall’inizio dell’anno si è ridotto lo stock di documenti da approvare, che pure sono ancora a quota 34, ma nessun passo avanti nella costruzione del nuovo Fisco è stato fatto, né sulla chiusura dei Testi Unici.
Testi Unici | Avanzamento dei lavori |
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Imposte sui redditi | Da approvare |
IVA | Da approvare |
Imposta di registro e altri tributi indiretti | Da approvare |
Tributi erariali minori | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Agevolazioni tributarie e regimi di particolari settori | Da approvare |
Adempimenti e accertamento | Da approvare |
Sanzioni tributarie amministrative e penali | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Giustizia tributaria | Approvato in via definitiva il 29 ottobre 2024 |
Versamenti e riscossione | Approvato in esame preliminare il 18 settembre 2024 |
La proroga approvata la scorsa estate fissa al 31 dicembre 2025 il termine per la riscrittura della normativa tributaria, anche alla luce delle novità approvate.
“Se riusciamo puntiamo a chiudere anche il codice tributario che era un obiettivo di Ezio Vanoni”, ha affermato la presidente del Consiglio durante la conferenza stampa del 9 gennaio, richiamando i lavori di circa 70 anni fa.
Il progetto ambizioso della riforma fiscale
Nel frattempo all’importante scadenza del 29 agosto 2025 mancano circa 5 mesi.
“L’approvazione della Delega sulla Riforma fiscale è una vera e propria svolta per l’Italia. È una riforma epocale, strutturale e organica: una rivoluzione attesa da 50 anni con importanti novità a favore di cittadini, famiglie e imprese. Con il nuovo Fisco delineiamo una nuova idea di Italia, vicina alle esigenze dei contribuenti e attrattiva per le aziende”.
Con queste parole la premier Giorgia Meloni annunciava l’avvio dei lavori e, a ben vedere, la fine della costruzione di un Fisco strutturale e organico in un tempo così breve sembra una prospettiva alquanto ottimistica.
Riforma fiscale: cantiere ancora aperto sull’IRPEF
Emblematico è il caso dell’IRPEF: l’approvazione di un sistema di calcolo basato su tre aliquote e scaglioni anziché quattro ha inaugurato i lavori della riforma fiscale. Ma dopo poco più di un anno sul futuro dell’imposta regna l’incertezza.
Sfumata l’ipotesi di poter effettuare un taglio per il ceto medio dal 1° gennaio 2025 e confermate le novità del 2024 in via strutturale, la maggioranza è alla ricerca di un equilibrio sulla necessità di mantenere le promesse sull’IRPEF e l’opportunità di mettere in campo una nuova rottamazione.
Non solo, l’aspetto della nuova IRPEF è tutt’altro che organico, come ha sottolineato lo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio analizzando le novità della Legge di Bilancio 2025.
Le stesse innovazioni della riforma, infatti, sono immerse in un panorama normativo in continua evoluzione che, tra detrazioni riscritte, taglio del cuneo fiscale e contributivo e altre modifiche, rende incomprensibile il calcolo dell’IRPEF.
Gli obiettivi che Meloni si poneva due anni fa erano e restano ambiziosi: il tempo, certo, non è ancora scaduto. Ma la possibilità di raggiungerli ha tutto l’aspetto di una missione impossibile.
Fonte foto in evidenza: Governo.it - Marzo 2023
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Il cantiere della riforma fiscale compie due anni, ma sull’IRPEF i lavori restano aperti