Con l'arrivo del 2023 ripartono i lavori per la riforma fiscale. Dalle vecchie strade di revisione, dall'IRPEF alle accise, abbandonate con la crisi politica della scorsa estate alle esigenze di rivoluzione indicate da professionisti e imprese, passando per le intenzioni dell'attuale Esecutivo: una panoramica sul tema
Durante l’evento “2023 Un’agenda possibile per i Professionisti e le Imprese”, organizzato dall’Associazione Nazionale Commercialisti e dalla Confederazione dell’Industria Manifatturiera e dell’Impresa privata a Roma il 18 gennaio, il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo ha annunciato che nei prossimi mesi la riforma fiscale arriverà in Consiglio dei Ministri.
Si riapre, quindi, il cantiere chiuso con la crisi di Governo. Il precedente Esecutivo stava preparando il terreno per una serie di interventi, dall’IRPEF alle accise, ma tutto è stato messo in stand by.
E nel frattempo da professionisti e imprese, proprio durante l’evento del 18 gennaio sono arrivate nuove richieste di intervento che però, per la loro specificità, difficilmente potranno rientrare nella revisione.
Tra vecchie direzioni e nuove intenzioni, i giochi sono aperti, e una sola cosa è certa: la macchina è ripartita.
Verso la riforma fiscale 2023: il nuovo testo in Consiglio dei Ministri tra febbraio e marzo
Anche la Commissione Europea aveva richiamato l’attenzione sulla necessità di tornare a lavorare sulla riforma fiscale in occasione del parere fornito sul Disegno di Legge di Bilancio 2023.
Tra promozioni e bocciature della Manovra in elaborazione, da Bruxelles lo scorso dicembre è arrivato anche un monito sulle esigenze di lungo periodo:
“La Commissione ritiene inoltre che l’Italia non abbia ancora compiuto progressi per quanto riguarda la parte strutturale delle raccomandazioni di bilancio contenute nelle raccomandazioni del Consiglio del luglio 2022, che invitavano l’Italia ad adottare e attuare adeguatamente la legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema fiscale”.
Si legge nel comunicato stampa del 14 dicembre 2022.
Da una revisione dell’IRPEF e dai sistemi di fuoriuscita dal regime forfettario agli interventi sulle attualissime accise, il precedente Governo aveva elaborato le sue linee di intervento: dopo una lunga gestazione la legge delega è stata licenziata dalla Commissione Finanze solo a giugno 2022 per poi essere neutralizzata dopo un mese dalla crisi di Governo.
Anche se il testo delinea a maglie larghe le intenzioni di revisione del sistema fiscale, il passaggio del testimone della presidenza del Consiglio da Mario Draghi a Giorgia Meloni ha rimesso tutto in discussione.
Tra gli impegni ereditati dall’attuale Governo c’è anche quello di proseguire sul percorso della riforma fiscale, costato già molti mesi di lavoro alla formazione precedente. La squadra è all’opera, fa sapere, Maurizio Leo presente all’evento organizzato da ANC e da Confimi Industria.
“Sto lavorando alla riforma fiscale in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e il Dipartimento delle Finanze del Mef. Dopo aver redatto una bozza di testo, partirà il confronto con i professionisti e le categorie, poi la riforma sarà portata al tavolo politico e, infine, in Consiglio dei ministri”.
Cosa aspettarsi per la riforma fiscale 2023? La traccia nella Legge di Bilancio
A distanza di un mese dal monito UE, il viceministro all’Economia e alle Finanze annuncia che tra febbraio e marzo 2023 la nuova proposta di riforma fiscale arriverà in Consiglio dei Ministri.
Cosa aspettarsi? Ad anticipare in estrema sintesi le intenzioni del nuovo Governo è stata la stessa premier Giorgia Meloni durante la conferenza stampa di fine anno che si è tenuta il 30 dicembre scorso.
“Sul tema della riforma fiscale vogliamo andare avanti secondo direttrici che, secondo me, sono abbastanza visibili già nella Manovra finanziaria.”
Stando alle parole della premier, gli obiettivi ultimi sono chiari: appiattire in alcuni punti il sistema di tassazione e intervenire sul cuneo fiscale. A questo, poi, si affianca un nuovo sguardo sul binomio Fisco-famiglia con il quoziente familiare.
Nella Legge di Bilancio 2023 l’applicazione del regime forfettario ha guadagnato terreno con un’estensione dei limiti fino a 85.000 euro ed è stata introdotta la cosiddetta flat tax incrementale che permette di versare un’imposta sostitutiva del 15 per cento sugli aumenti di reddito fino a 40.000 euro superata la franchigia del 5 per cento.
È stato, poi, confermato il taglio del cuneo fiscale pari al 2 per cento previsto dal Governo Draghi con un incremento fino al 3 per cento per le retribuzioni fino a 25.000 euro. Il traguarda fissato dal Governo Meloni è una riduzione del 5 per cento.
Dalla riforma alla rivoluzione fiscale: le proposte di semplificazione di profesisonisti e imprese
Le intenzioni politiche e le necessità dettate dal momento, in ogni caso, dovranno fare i conti con aspetti più puramente tecnici: solo per fare due esempi, le indicazioni dettate dal sistema comunitario e le esigenze di riordino e semplificazione, condivise dagli ultimi Governi che si sono succeduti ma difficili da affrontare dal punto di vista pratico.
Sarà, come sempre, un gioco di bilanciamenti. E proprio sulla semplificazione nell’evento del 18 gennaio ANC e Confimi Industria, consapevoli della difficoltà di trovare spazio nella riforma fiscale e allo stesso tempo dell’importanza che prescinde la stessa revisione organica del sistema, hanno presentato le loro proposte al Viceministro Leo.
Dagli adempimenti IVA per chi opera in regime forfettario alla scadenza della dichiarazione IMU, sono 15 le soluzioni richieste da commercialisti e imprese e riepilogate nel documento che segue.
- ANC e Confimi Industria - Nota del 18 gennaio 2023
- Le 15 proposte di semplificazioni presentate da ANC e Confimi Industria al viceministro dell’Economia e delle Finanze Leo
“Dalla rivisitazione dei termini di alcuni adempimenti Iva alla creazione di un cassetto unico delle agevolazioni d’impresa, per non dimenticare l’attuazione del baratto finanziario. Sono 15 le proposte presentate da ANC e Confimi Industria al Viceministro Maurizio Leo in occasione di “2023 Un’agenda possibile per i Professionisti e le Imprese”; proposte che le due associazioni chiedono di tenere in considerazione – con una certa urgenza - a prescindere da una più organica riforma fiscale. Riforma che difficilmente si occuperà di apparenti micro questioni che, per chi opera sul campo, sono macro criticità quotidiane”.
Come sottolinea lo stesso comunicato stampa diffuso dalle due organizzazioni, difficilmente la nuova legge delega si occuperà di questioni micro e imminenti, serve a delineare i contorni del pacchetto di interventi.
È anche vero che la semplificazione è fatta di dettagli e il testo potrebbe fornire tutti gli strumenti per realizzarla. In questo caso, però, assisteremmo a una rivoluzione fiscale, non più a una semplice riforma che pure ha fatto fatica ad avviarsi, si è fermata e ora provare a ripartire.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Verso la riforma fiscale 2023 tra vecchie strade, nuove intenzioni ed esigenze di “rivoluzione”