Fino al 2026 non aumenterà l'età per il pensionamento. Questo perché la speranza di vita è in calo. Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia resta fissato a 67 anni
Non ci sarà l’aumento dell’età pensionistica per andare in pensione nel biennio 2025/2026.
La conferma arriva tramite il decreto del Ministero dell’Economia con l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
Questo parametro, registrato dall’ISTAT, è in calo e di conseguenza non ci sarà alcun effetto automatico sui valori considerati per la pensione. Il principio, infatti, è che se la vita si allunga cresce anche l’età per andare in pensione.
I requisiti di accesso alla pensione collegati alla speranza di vita, infatti, resteranno invariati. Il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia resterà fermo a 67 anni. Per la pensione anticipata contributiva l’età è di 64 anni (se con importo superiore a 2,8 volte l’assegno sociale) e 71 anni negli altri casi.
Pensione: speranza di vita in calo, fino al 2026 non cambia l’età pensionabile
Fino al 2026 si continuerà ad ottenere il diritto alla pensione di vecchiaia a 67 anni. Invariati anche gli altri requisiti di accesso alla pensione legati alla variazione della speranza di vita.
Almeno per il prossimo biennio non ci sarà il temuto aumento dell’età pensionabile previsto dal 1° gennaio 2025.
A stabilirlo è il decreto del Ministero dell’Economia, pubblicato il 17 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale n. 243. Si tratta del decreto con l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.
Secondo quanto previsto dalla normativa, infatti, gli incrementi dell’età pensionabile per l’accesso ai trattamenti sono definiti in base all’andamento della speranza di vita.
In sostanza, se si vive più a lungo aumenta anche l’età necessaria per andare in pensione.
La speranza di vita è un indice statistico calcolato dall’ISTAT e aggiornato ogni due anni, sulla base delle aspettative di vita per i 65enni.
I dati elaborati dall’Istituto mostrano il calo di un mese della speranza di vita, il che significa che non ci può essere un aumento dell’età pensionabile, che per la vecchiaia è già fissata a 67 anni.
Pensione di vecchiaia: non cambiano i requisiti, 67 anni d’età e 20 di contributi
Anche per il biennio 2025/2026, dunque, i cittadini e le cittadine avranno diritto alla pensione di vecchiaia con 67 anni d’età e 20 di contributi sia con il sistema misto che con quello contributivo.
Per quanto riguarda quest’ultimo caso l’accesso alla pensione è legato all’importo dell’assegno che deve essere almeno 1,5 volte superiore alla pensione sociale.
Una condizione che però, come annunciato dalla Premier Meloni durante la conferenza stampa di presentazione del disegno Legge di Bilancio 2024, dovrebbe essere eliminata con la Manovra.
I requisiti per la pensione anticipata contributiva, invece, restano fissati a 64 anni d’età e 20 di contributi, se l’assegno ha un importo non inferiore a 2,8 volte quello della pensione sociale. La vecchiaia nel contributivo si otterrà a 71 anni d’età e 5 di contributi.
La riduzione della speranza di vita ha effetti anche sul calcolo dell’importo mensile per i pensionati.
Con una lunga speranza di vita, infatti, l’assegno mensile verrà erogato per più tempo e comporterà l’erogazione di somme minori. Dato che la speranza di vita per il biennio 2025/2026 si è ulteriormente ridotta, l’importo della pensione dovrebbe crescere.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pensione: speranza di vita in calo, fino al 2026 non cambia l’età pensionabile