Reddito di libertà, domanda al via in due fasi: fino al 18 aprile priorità alle vecchie richieste

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Il reddito di libertà arriva in Gazzetta Ufficiale e riparte dalle vecchie richieste: solo dal 18 aprile si può presentare una nuova domanda, a patto che ci siano ancora fondi disponibili. L'attesa è durata 14 mesi

Reddito di libertà, domanda al via in due fasi: fino al 18 aprile priorità alle vecchie richieste

Dopo una lunga attesa durata 14 mesi, il reddito di libertà destinato alle donne vittime di violenza arriva in Gazzetta Ufficiale e torna accessibile. Si riparte con un primo arco temporale per la presentazione della domanda riservato esclusivamente a chi aveva già richiesto il sostegno economico e non lo aveva ricevuto per mancanza di fondi.

Soltanto dopo il 18 aprile tutte le altre potranno accedere al contributo di 500 euro per 12 mesi.

Il canale preferenziale per chi era rimasto in stand by, seppur condivisibile, mette in evidenza una questione nata insieme allo strumento di sostegno: la scarsità dei fondi disponibili.

Il rifinanziamento della Legge di Bilancio 2024 che ha fatto ripartire, anche se con ritardo la macchina organizzativa, mette in campo 30 milioni di euro per il triennio 2024-2026 e 6 milioni dal 2027, a cui si è aggiunto l’incremento di un milione di euro annui dal 2025 con l’ultima Manovra approvata.

Reddito di libertà, domanda al via: si parte dalle vecchie richieste non soddisfatte

Le prime istruzioni operative sulla domanda per ottenere il reddito di libertà arrivano dal Dipartimento per le Pari Opportunità con una notizia pubblicata il 4 marzo.

La misura è destinata alle donne vittime di violenza in condizioni di povertà legata a uno stato di bisogno straordinario o urgente, con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle Regioni e dai servizi sociali.

Come stabilito dal Decreto attuativo, è previsto un regime transitorio che garantisce una priorità di accesso a coloro che avevano presentato domanda negli anni scorsi e l’INPS non aveva potuto accogliere le richieste per mancanza di fondi. Da oggi, 5 marzo, e fino alla scadenza del 18 aprile questo canale preferenziale resterà aperto.

Dal 2023 circa 230 donne hanno potuto beneficiare del reddito di libertà e solo grazie ai fondi stanziati autonomamente dalle Regioni.

Dalla seconda metà di aprile si entrerà nella seconda fase:

“A partire dal 18 aprile 2025 e fino al 31 dicembre 2025, tutte le donne in possesso dei requisiti previsti dal decreto, comprese coloro che non hanno ripresentato la domanda entro il periodo transitorio di 45 giorni di cui sopra, possono presentare domanda”.

Chiarisce il Dipartimento.

Reddito di libertà, domanda al via: si attendono le istruzioni INPS

La domanda per il reddito di libertà potrà essere presentata tramite il servizio online presente sul portale INPS. Ed è proprio dall’Istituto che arriveranno nuove istruzioni di dettaglio.

Nonostante la scelta di dare priorità alle donne che avevano già presentato la richiesta in passato sia pienamente condivisibile, la procedura accende i riflettori sulla scarsità delle risorse disponibili a dispetto delle necessità.

Con i 10 milioni di euro per le annualità dal 2024 al 2026, a cui si aggiunge il milione stanziato con l’ultima Manovra, circa 1850 donne potranno accedere all’aiuto in misura piena, pari a 500 euro per 12 mesi.

Secondo i dati diffusi dall’ISTAT lo scorso novembre, nel 2023 si sono rivolte ai Centri Antiviolenza più di 61.500 donne. Anche se l’aiuto è destinato soltanto a coloro che vengono seguite dai CAV e non a chiunque vi si rivolga, il rapporto resta sbilanciato.

E la necessità di dare risposta oggi alle donne che chiedevano aiuto negli anni scorsi rischia di trasformare il reddito di libertà in un tentativo fallimentare di sostegno che arriva troppo tardi a chi è rimasto in attesa per anni o non arriva proprio a chi ha bisogno di ricevere, qui e ora, un sostegno economico per il suo percorso di fuoriuscita dalla violenza e probabilmente non potrà ottenerlo.

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