Reddito di cittadinanza, i navigator lasciano per contratti più stabili: le risorse impiegate per la selezione e non solo si rivelano un investimento poco fruttuoso. A segnalare la questione, costi alla mano, è la Corte dei Conti nella relazione su ANPAL pubblicata il 25 luglio 2022.
Reddito di cittadinanza, i navigator lasciano per contratti più stabili: circa 810.000 euro sono stati investiti per la selezione. L’investimento complessivo sulla creazione e l’impiego di queste nuove figure è stato ingente, ma per il sistema di Politiche Attive ci sono stati pochi frutti, sia dal punto di vista del potenziamento del personale che dal punto di vista del collocamento dei beneficiari del sussidio economico nel mondo del lavoro.
A sottolinearlo, costi alla mano, è la Corte dei Conti con la relazione su ANPAL, Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro, che ha assunto nel 2019 nuovi collaboratori per potenziare i Centri per l’Impiego con l’obiettivo di traghettare nel mondo del lavoro i percettori del RdC.
La figura del navigator, d’altronde, ha preso forma tra le polemiche ed è stata caratterizzata fin dal principio da una serie di contraddizioni:
- i contratti di collaborazione coordinata e continuativa firmati dalle persone selezionate per ricollocare i beneficiari del reddito di cittadinanza nel mondo del lavoro con una retribuzione annua di 27.338,76 euro e 300 euro lordi di rimborso spese mensile lasciavano già intravedere un un futuro di precarietà;
- le nuove figure professionali sono nate per supportare i Centri per l’Impiego nella ricerca del lavoro per i beneficiari del reddito di cittadinanza, ma sono state le strutture territoriali a dover fare un’adeguata formazione: la richiesta di essere supportati da qualcuno da formare è apparsa fin dal principio paradossale;
- le stesse Regioni hanno ostacolato, poi, il loro ingresso nei 700 CpI sparsi sul territorio e da prima dell’approvazione definitiva del DL n. 4/2019 che ha istituito il reddito di cittadinanza c’è stato un braccio di ferro con il Governo sulle risorse da destinare, alcuni territori, infatti, non hanno confermato l’ulteriore proroga, successiva alla ricontrattualizzazione prevista dal Decreto Aiuti.
Reddito di cittadinanza, navigator verso contratti più stabili: investimento poco fruttuoso
La selezione per diventare navigator ed entrare nel sistema attivato per la ricerca del lavoro collegata al reddito di cittadinanza ha coinvolto 78.788 candidati, 2.978 hanno superato la prove previste.
Alla data del 31 marzo 2022 e dopo una serie di proroghe del contratto originario arrivate sempre in extremis il numero era calato di oltre un terzo: solo 1.870 erano rimasti in campo.
“La ragione principale va ricercata nel fatto che, trattandosi di personale laureato ha trovato lavori più stabili, con inquadramenti più favorevoli”.
Sottolinea la Corte dei Conti nella relazione su ANPAL pubblicata il 25 luglio 2022.
Il numero, poi, è sicuramente diminuito ancora, anche alla luce dell’incertezza che ha continuato a caratterizzare il futuro di queste figure professionali. Fino all’ultima scadenza dei contratti fissata al 30 aprile 2022, gli interessati e le interessate hanno chiesto una stabilizzazione della loro figura ma hanno ottenuto ancora una volta una soluzione tampone, senza punti fermi e poco rassicurante.
Dopo una serie di proroghe, è stata prevista con il Decreto Aiuti approvato il 17 maggio una ricontrattualizzazione a partire dal 1° giugno per due mesi, con possibilità, a discrezione delle Regioni, di proseguire ancora il rapporto per altri tre mesi e guadagnare tempo per permettere ai navigator di essere assunti tramite concorso.
“L’aver prestato attività di assistenza tecnica presso le sedi territoriali delle regioni per garantire l’avvio e il funzionamento del reddito di cittadinanza costituisce titolo per un punteggio aggiuntivo definito nei bandi delle procedure, non ancora bandite, di selezione e di assunzione delle unità di personale da destinare ai centri per l’impiego”.
Sottolinea li report della Corte dei Conti riprendendo quanto previsto dal DL Aiuti. Ma intanto i concorsi per l’assunzione nei Centri per l’Impiego sono in netto ritardo e certamente tra chi ha la possibilità di accedere a contratti più sicuri e chi non viene confermato dalle Regioni di appartenenza, l’esperienza dei navigator nella maggior parte dei casi volge al termine.
Veneto, Lombardia, Piemonte, Umbria e Campania, infatti, hanno scelto di non procedere con l’ulteriore proroga prevista dal DL Aiuti.
Reddito di cittadinanza e navigator: costi alti e pochi frutti
Dopo tre anni, l’importante impiego di risorse non ha portato ai risultati sperati né per il sistema dei Centri per l’Impiego che avrebbe potuto e dovuto sfruttare l’occasione del reddito di cittadinanza per uscirne potenziato né per la ricerca del lavoro collegata ai beneficiari del sussidio economico.
“Circa un terzo dei navigator (n.1.108) a distanza di appena due anni si è dimesso, con evidenti ricadute anche sugli ingenti costi che sono serviti per selezionarli. Si ricorda che solo per la selezione erano stati spesi euro 808.601”.
Ribadisce la Corte dei Conti.
E il paradosso più grande è che di lavoro da fare ce n’è, anche per l’attuazione del Programma GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori, e per la gestione del Fondo Nuove Competenze, solo per fare due esempi.
In totale tra selezione, formazione, equipaggiamento, gestione amministrativa, il costo dei navigator dal primo settembre 2019 al 31 dicembre 2020 è stato pari a circa 150 milioni di euro, a cui si devono aggiungere altri 76 milioni spesi fino al 31 settembre 2021.
Nonostante le risorse impiegate, molti navigator formati hanno presto altre strade o sono destinati alla precarietà in attesa di partecipare a un concorso per essere assunti in pianta stabile. Sul fronte della ricerca del lavoro dei beneficiari del reddito di cittadinanza solo il 40 per cento di 1.808.278 percettori ha avuto almeno un rapporto di lavoro attivo, considerando il periodo da marzo 2019 al 30 settembre 2021.
Il numero, inoltre, tiene conto sia di chi ha ricevuto offerte di lavoro mentre percepiva il sussidio economico sia di coloro che erano già occupati al momento del primo accesso al sussidio e su cui, quindi, il sistema non è intervenuto.
L’epilogo della storia dei navigator non stupisce per chi l’ha seguita fin dal principio: un investimento poco fruttuoso di risorse era prevedibile, ma non per questo appare meno amaro. Anzi.
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