Reddito di cittadinanza, domanda al via: alle Poste nessuna fila

Rosy D’Elia - Leggi e prassi

Reddito di cittadinanza, domanda al via ma alle Poste niente fila. Debutto in sordina per gli uffici postali: a Roma pochissimi aspiranti beneficiari nelle prime ore utili per presentare la richiesta.

Reddito di cittadinanza, domanda al via: alle Poste nessuna fila

Reddito di cittadinanza: domanda al via, ma alle Poste niente fila. Nessuna folla, nessuna necessità di scaglionare le persone in base all’ordine alfabetico, nessuna attesa per gestire le richieste, il debutto è in sordina per gli uffici postali.

Oggi, 6 marzo, è la prima giornata utile per presentare i moduli di richiesta per ottenere il reddito di cittadinanza. 5 milioni di cittadini compongono la platea di potenziali beneficiari.

Poste e CAF, centri di assistenza fiscale, sono i punti sul territorio per la raccolta delle domande, la terza via per inoltrare i moduli è quella del web tramite il portale dedicato www.redditodicittadinanza.gov.it.

Gli uffici territoriali si aspettavano un fiume di persone agli ingressi questa mattina e hanno attivato liste di prenotazione e priorità per ordine alfabetico per gestire il flusso.

Un eccesso di zelo: i cittadini che hanno diritto al reddito sono numerosissimi, ma non hanno ancora affollato gli uffici. Scelgono di presentarlo online tramite SPID, prendono tempo o rinunciano a presentare la richiesta?

Reddito di cittadinanza: domanda al via, ma alle Poste niente fila

Nell’ufficio postale di Via Marmorata, a Roma, alle 8.00 gli sportelli sono ancora chiusi. Alle porte i giornalisti, pronti a documentare il reddito di cittadinanza ai nastri di partenza, e circa 5 persone in fila per entrate.

C’è anche chi deve pagare le bollette, chi deve chiedere informazioni per aprire un conto, in pochi si sono affrettati per richiedere il reddito di cittadinanza.

Tra questi, il primo della fila che ha diritto alla Pensione di Cittadinanza, la formula prevista per i nuclei familiari con componenti di età pari o superiore a 67 anni.

Non ha aspettato neanche un attimo per avviare la pratica: vive in un centro sociale, è invalido, riceve una pensione minima di 290 euro.

Rappresenta l’identikit perfetto di chi ha diritto a un sostegno da parte dello Stato, è informatissimo sulle procedure, sui tempi e sui documenti necessari per presentare la richiesta.

E spera di poter avere presto l’assegno che gli spetta: per i nuclei familiari composti da una sola persona si ottiene fino a 780 euro: un massimo di 500 euro di integrazione al reddito e 280 euro, nel caso in cui si debba pagare l’affitto.

Reddito di cittadinanza: debutto in sordina sul territorio, errori di sistema sul web

In uno degli uffici postali più grandi di Roma, il 6 marzo è una mattinata particolare. Fuori da ogni aspettativa, gli sportelli sono liberi, “più del solito”, dicono alcuni utenti abituali.

All’ingresso è attivo un punto informativo per consultare il modulo di presentazione da compilare per presentare le domande del reddito di cittadinanza e il calendario dei giorni, diviso in ordine alfabetico, in cui è possibile farlo.

Un’addetta è pronta a gestire il flusso e a verificare il cognome degli utenti, ma non serve. I 10 sportelli attivi sono sufficienti a gestire le richieste dei cittadini presenti nell’ufficio e a non creare nè fila, nè attese.

“Eravamo pronti e siamo abituati a gestire un flusso importante di persone”, dicono alcuni dipendenti di Poste Italiane, che però non rilasciano ancora nessuna intervista sull’avvio della macchina organizzativa.

Anche i tempi per avviare la pratica sono rapidi: “sono bastati cinque minuti e qualche domanda sul reddito e sui beni che possiedo”, dicono gli aspiranti beneficiari. Poi rilasciano una ricevuta e bisogna attendere i tempi di verifica: i dati saranno inviati all’INPS entro 10 giorni e l’Istituto ne avrà a disposizione 5 per la verifica dei requisiti.

Dopo l’orario di apertura, gli utenti continuano ad arrivare alla spicciolata: per le bollette, per i servizi ordinari di Poste e per le richieste del reddito di cittadinanza. Ma restano un numero esiguo rispetto alle aspettative.

Qualcuno non ha voglia di parlare e chiede che sia rispettata la privacy, qualcun altro dice di essere passato per chiedere informazioni, per capire se hai requisiti per accedere al sussidio o meno, e qualcun altro ancora arriva all’ufficio postale totalmente impreparato.

Devo tornare oggi pomeriggio perché serve l’ISEE aggiornato. Ora mi procuro i documenti che servono, non so bene neanche cosa sia l’ISEE. Però credo che mi spetti: vivo in una roulotte e non ho un lavoro.

Nella mattinata in cui la macchina organizzativa del reddito di cittadinanza accende i motori, i meno giovani e quelli che hanno bisogno di maggiori chiarimenti si rivolgono a Poste Italiane.

Intanto dagli uffici territoriali più grandi a quelli più piccoli cambia poco, anche nella zona di Colli Albani il 6 marzo è un mercoledì stranamente tranquillo per Poste Italiane e per gli utenti: nessuna fila e nessuna attesa.

Una fetta della platea dei beneficiari, probabilmente quella dei più giovani e dei più informati, avrà sicuramente scelto di presentare la domanda online tramite gli strumenti attivi da questa mattina sul sito www.redditodicittadinanza.gov.it.

Se infatti sul territorio il reddito di cittadinanza ha debuttato in sordina e senza nessun imprevisto, sul web c’è stato qualche errore del sistema che non ha riconosciuto alcune identità digitali, necessarie per presentare la richiesta.

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