Sciopero commercialisti, ottobre si apre con il presidio al MEF. #AveteISAgerato è lo slogan della giornata: il ritardo sul rilascio degli strumenti per l'applicazione degli ISA, le esigenze di gettito, la mancanza di ascolto sono le ragioni che hanno portato i professionisti in via XX settembre a Roma.
Sciopero commercialisti, presidio al MEF: il 1° ottobre 2019 dalle 11 alle 14 si sono ritrovati davanti alle porte del Ministero dell’Economia e delle Finanze professionisti da tutta Italia. La chiamata alle armi, o per meglio dire all’ascolto, è arrivata dalle sigle sindacali dei commercialisti ADC - ANC - SIC - UNICO.
#AveteISAgerato è lo slogan della giornata: il ritardo sul rilascio degli strumenti per l’applicazione degli ISA, le esigenze di gettito, la mancanza di ascolto sono le ragioni che hanno portato i professionisti in via XX settembre a Roma. Rispetto è l’altra parola chiave della mattinata: si richiede per gli addetti ai lavori, così come per i contribuenti.
Sciopero commercialisti, presidio al MEF #aveteISAgerato: le voci dei professionisti
Puntuale, alle 11.00, davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze si è radunato un folto gruppo di commercialisti in sciopero. La risposta è arrivata da Nord a Sud, e qualcuno commenta con vena ironica: “sembra un rimpatriata, siamo sempre i soliti a metterci in prima linea”.
E in effetti è così: a gruppetti i professionisti discutono e si confrontano sulle ragioni principali che li hanno portati allo sciopero. “Il fisco ci tormenta”, riassume in pochissime parole una professionista arrivata da La Spezia con altri colleghi.
Sono mesi che gli indici sintetici di affidabilità accendono i riflettori su un sistema fiscale che, per usare le parole della protesta, potrebbe essere definito irrispettoso: dei tempi, delle relazioni tra addetti ai lavori e contribuenti, delle esigenze dei diretti interessati.
“Ogni disagio creato a noi si traduce in un disagio per i contribuenti e anche in ulteriori costi”.
Sottolinea Nicola Coia, arrivato da Bari. Tra gli addetti ai lavori è forte l’esigenza di porre l’accento sulla portata del disagio creato, che va ben oltre il perimetro della professione.
I continui aggiornamenti del software dedicato agli ISA hanno reso insufficiente la proroga del versamento delle imposte, dal 1° luglio al 30 settembre, concessa con il Decreto Crescita e hanno complicato sempre più l’applicazione della nuova metodologia. Da qui nasce l’esigenza di uno sciopero dei commercialisti e di un presidio davanti alla sede del MEF.
#AveteISAgerato perché “lo strumento presenta ancora criticità irrisolte”, sottolinea Mariapia Nucera, consigliere ADC Nazionale, Associazione Dottori Commercialisti. E propone la sua ricetta per un giusto equilibrio tra istituzioni, addetti ai lavori e cittadini.
“Si avrebbe bisogno di tre cose:
- semplificazioni, già attese con l’introduzione della fattura elettronica e con tutta la digitalizzazione, che invece non sono arrivate;
- tempi certi;
- norme certe di attuazione, non si può assolutamente prevedere uno strumento che non funzioni, che arrivi tardi e che arrivi oltre i termini prescritti dallo Statuto del Contribuenti”.
Sciopero commercialisti, presidio al MEF #aveteISAgerato: servono semplificazioni, norme e tempi certi
Tre ingredienti che potrebbero facilitare il lavoro dei professionisti, al centro tra Istituzioni e cittadini:
“Non è facile far comprendere ai contribuenti uno strumento induttivo che può anche dare dei vantaggi, ma che deve entrare a regime in maniera graduale. Dopo un periodo di analisi e controllo”.
Sottolinea Simone Castelletti, che ha portato il suo punto di vista da Firenze. E indica la partecipazione dei professionisti ai tavoli istituzionali come un buon metodo per evitare situazioni come quelle degli ISA. D’altronde, sottolinea, i commercialisti sono “gli esperti della materia”.
Ma tra gli addetti ai lavori c’è anche chi prende una posizione più netta sulle ragioni del presidio organizzato in via XX settembre: le criticità non sono legate solo ai tempi.
“Per esigenze di cassa vengono adottati degli strumenti del tutto iniqui e con dei tempismi sbagliati che non danno ai contribuenti il tempo di conoscere e di correggere gli errori. Purtroppo questi meccanismi vessano le persone per bene, le persone oneste, quelli che le dichiarazioni le fanno. Si tramutano in un inferno per le persone oneste e in un paradiso per i disonesti, che non fanno fatture e dichiarazioni”.
Sono queste le ragioni che hanno portato i commercialisti a presidiare l’ingresso del MEF per Simonetta Rinaldi, presidente ADC Roma, che tra le conseguenze della nuova metodologia introdotto, al contrario, vede anche un disagio per le casse dello Stato e un proliferare di contenziosi.
La speranza di chi è sceso in campo il 1° ottobre è quella di entrare nelle stanze del Ministero e di avere un confronto immediato sul tema.
“Da tempo abbiamo denunciato questa situazione, non è corretto dire che non siamo stati ascoltati. Ci hanno ascoltato ma non hanno fatto nulla. Non è stato un ascolto utile”.
In questo panorama di criticità, di ritardi, di modifiche, resta una certezza per la presidente di ADC Roma: difficilmente i commercialisti del presidio #AveteISAgerato batteranno in ritirata.
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