Cosa prevede il PNIEC, il piano nazionale integrato energia e clima? Tra le diverse azioni per raggiungere i target europeo si punta sulla diffusione delle pompe di calore
Il 1° luglio scorso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno inviato alla Commissione europea il PNIEC.
Il Piano Nazionale integrato Energia e Clima conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023 e mette in evidenza le linee di azione per il raggiungimento dei target comunitari.
Tra gli ingredienti che compongono la ricetta messa a punto dal governo c’è l’ampliamento della diffusione delle pompe di calore, grazie a incentivi per chi sceglie l’opzione.
Pompe calore: il PNIEC delinea un’accelerazione sulla diffusione
Negli scorsi giorni il PNIEC è stato inviato alla Commissione Europea. Il corposo documento contiene un bilancio delle azioni messe in campo e delle linee da seguire nel prossimo futuro per il raggiungimento degli obiettivi europei.
Nell’aggiornamento del piano, che intende adottare un approccio neutro a livello tecnologico, è prevista una forte accelerazione su:
- fonti rinnovabili elettriche;
- produzione di gas rinnovabili (biometano e idrogeno) e altri biocarburanti compreso l’HVO (olio vegetale idrotrattato);
- ristrutturazioni edilizie ed elettrificazione dei consumi finali (pompe di calore);
- diffusione auto elettriche e politiche per la riduzione della mobilità privata;
- CCS (cattura, trasporto e stoccaggio della CO2).
Il terzo punto è quello che sarà la base per il rinnovo e potenziamento degli incentivi nel caso di scelta di pompe di calore.
L’installazione di tali sistemi di riscaldamento e raffreddamento sono collegati con le ristrutturazioni edilizie e una transizione all’elettrificazione dei consumi finali.
La sostituzione delle caldaie, i cui incentivi saranno progressivamente ridotti, dovrà essere bilanciata anche dalla produzione di energia elettrica attraverso impianti fotovoltaici domestici (in grado di alimentare i consumi delle pompe di calore).
Nel testo del PNIEC si legge anche quanto segue:
“Per conseguire una riduzione dei consumi finali di energia del settore civile si dovranno potenziare le politiche e le misure per promuovere l’efficienza energetica nel settore residenziale identificando nuovi strumenti per il coinvolgimento dei privati e del settore pubblico nella riqualificazione del parco edilizio esistente nazionale.”
Un ulteriore contributo alla riduzione delle emissioni passerà dal maggiore impiego delle pompe di calore, che vengono indicate come “sistema principale di riscaldamento.”
L’ampio utilizzo di tali tecnologie è previsto soprattutto per accelerare la decarbonizzazione dei consumi civili, valorizzando anche l’apporto delle pompe di calore in modalità raffrescamento.
- MASE - PNIEC (Piano nazionale integrato Energia e Clima)
- Piano inviato alla Commissione europea il 1° luglio 2024.
Pompe calore: gli incentivi già utilizzati
In linea generale, quindi, l’utilizzo di pompe di calore verrà favorito sia per la riduzione dei consumi che per l’abbinamento con sistemi di distribuzione del calore.
La crescente diffusione dovrà essere seguita anche dall’aumento degli impianti fotovoltaici domestici per garantire la produzione di energia green per soddisfare i consumi per il riscaldamento e il raffreddamento.
Nel documento viene infatti sottolineato quanto di seguito riportato:
“In ambito termico, la maggior parte degli interlocutori ritiene che l’elettrificazione e l’ampia diffusione delle pompe di calore, in accoppiamento al fotovoltaico, siano le leve fondamentali per promuovere la decarbonizzazione, pur senza tralasciare lo sviluppo di altre tecnologie rinnovabili (biomasse, biometano e solare termico).”
A tal proposito si intente puntare su incentivi fiscali in grado di sostenere una maggiore penetrazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (impianti fotovoltaici e di accumulo), con un adeguamento delle infrastrutture di rete e l’introduzione di tariffe agevolate.
Si ipotizza ad esempio di prevedere agevolazioni sulle bollette elettriche per i consumatori che utilizzano pompe di calore ad alta efficienza energetica.
Tra le misure indicate nella comunicazione REPowerEU è infatti previsto il “raddoppio del target relativamente alle pompe di calore, tale da consentire di raggiungere 10 milioni di pezzi installati entro 5 anni in EU”.
D’altra parte sono già presenti incentivi per l’adozione di pompe di calore.
Tra gli incentivi è previsto l’accesso all’ecobonus, che nel 2022 ha stimolato investimenti per 1,1 miliardi di euro.
A questi si aggiungono gli importi relativi al superbonus. Al 31 dicembre 2022 gli investimenti a riguardo sono stati di circa 10,4 miliardi di euro.
Infine l’installazione di pompe di calore può rientrare tra i bonus casa. In questo caso gli interventi complessivi finanziati al miglioramento degli impianti sono stati 288 mila e di questi l’86 per cento ha riguardato le pompe di calore.
Tra gli altri dati presenti nel PNIEC ci sono quelli sulle contrattualizzazioni per le richieste di incentivazione con conto termico per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Nel periodo compreso tra il 2013 e il 2023 sono state 631 mila le richieste e 82 mila hanno riguardato impianti con pompe di calore.
In merito ai dati relativi all’installazione di pompe di calore, nel documento viene reso noto che:
“Sempre al 2021 si contano circa 20,3 milioni di pompe di calore per il riscaldamento117 per una potenza termica installata di circa 120,3 GW. Per quanto riguarda il raffrescamento degli ambienti risultano circa 22,0 milioni di impianti per una potenza termica installata di 136,3 GW.”
Per sapere nello specifico quali saranno gli incentivi che verranno messi in campo a partire dal 1° gennaio 2025 si dovrà ancora attendere. A fine anno, infatti, sono in scadenza diverse misure ed è in arrivo un restyling complessivo delle agevolazioni.
Articolo originale pubblicato su Informazione Fiscale qui: Pompe calore: il PNIEC delinea un’accelerazione sulla diffusione